Continua la recita a soggetto al Comune di Palermo ai danni dei cittadini. Gli attori sono il sindaco della città, Leoluca Orlando, e i 40 consiglieri comunali uscenti. L’argomento del giorno – oggetto dello secondo atto della recita – è la notizia che, da Roma, non arriveranno più 450 milioni di euro da restituire in venti anni con gli interessi, ma solo 180 milioni di euro. Da qui il titolo del secondo atto: “Doppia presa per i fondelli per i cittadini palermitani”. La rima presa per i fondelli è andata in scena qualche settimana fa, quando il Consiglio comunale – dove il sindaco Orlando può contare su una decina variabile di consiglieri comunali su 40 – ha approvato il Piano di riequilibrio messo a punto da chi ha provocato i ‘buchi’ nel Bilancio comunale, cioè dalla stessa Amministrazione Orlando. Il Consiglio comunale aveva i voti per ‘bocciare’ il Piano di riequilibrio: al momento del voto il sindaco poteva contare su 14 consiglieri comunali, le opposizioni potevano contare su 26 voti. Invece il tanto contestato Piano di riequilibrio è stato approvato. Ai 14 consiglieri comunali presenti a Sala delle Lapidi – la sede del Consiglio comunale di Palermo – al momento del voto se ne sono aggiunti 8. Così i consiglieri comunali presenti in aula sono diventati 22, garantendo al sindaco Orlando e alla sua amministrazione il numero legale per potere approvare il Piano di riequilibrio che ‘bastona’ i cittadini palermitani. Sono state le opposizioni a far approvare il Piano di riequilibrio. E che i consiglieri comunali erano tutto d’accordo nel far approvare il Piano di riequilibrio lo dimostra il fatto che i 18 consiglieri comunali che non erano presenti in Aula non hanno scatenato un casino verso gli 8 consiglieri comunali che hanno garantito in Aula il numero legale. I 18 consiglieri comunali assenti avrebbero dovuto far sapere alla città che loro non erano presenti in Consiglio comunale al momento del voto, comunicando i nomi degli 8 consiglieri comunali presenti che hanno garantito il numero legale in aule e, di conseguenza, l’approvazione del Pano di riequilibrio. Ma non lo hanno fatto. Perché? Forse perché sono tutti d’accordo?
Insomma, una recita. O, se preferite, una sceneggiata. Ora è in arrivo la seconda sceneggiata. Improvvisamente hanno scoperto che, da Roma, non arriveranno 450 milioni di euro ma solo 180 milioni di euro. Che significa questo? Semplice. Per restituire in venti anni i 450 milioni di euro non il sindaco, ma il Consiglio comunale che ha approvato il Piano di riequilibrio, ha stabilito che ai cittadini palermitani verrà aumentata l’addizionale Irpef. Ma siccome, come già accennato, dal Governo nazionale (quello dei “Migliori” di Mario Draghi, il banchiere europeista promosso ‘statista’) non arriveranno, subito, 450 milioni di euro, ma solo 180 milioni di euro e i soldi servono subito, ecco che agi ignari cittadini palermitani vene chiesto un altro ‘sacrificio’: non basta più l’aumento dell’addizionale Iperf programmato qualche settimana fa, perché il balzello dovrà subite un ritocco all’insù. Tradotto ‘a fimminina: i cittadini palermitani dovranno pagare ancora di più! Bravi gli attuali consiglieri comunali di Palermo, no? Mentre stanno per arrivare le bollette di luce e di gas incredibili, con aumenti stratosferici che faranno chiudere tantissime aziende e che metteranno in grandissima difficoltà tantissime famiglie, loro, i consiglieri comunali, hanno approvato il Piano di riequilibrio per attuppare i ‘buchi’ di Bilancio provocati dall’attuale amministrazione comunale.
Ma tra qualche mese a Palermo si vota per eleggere il nuovo sindaco e il nuovo Consiglio comunale. Quindi i consiglieri comunali che hanno approvato il Piano di riequilibrio he mette le mani nelle tasche dei cittadini palermitani in un momento storico difficilissimo debbono provare a salvare la faccia. E che fanno? Semplice: dicono al sindaco Orlando, che si deve recare a Roma per siglare l’accordo con il Governo nazionale sui 180 milioni di euro, di non firmare tale accordo. Dimenticando che il sindaco andrà a Roma a firmare tale accordo proprio perché il Consiglio comunale ha approvato il Piano di riequilibrio. Ma i consiglieri comunali uscenti, si sa, vorrebbero essere rieletti e quindi debbono fare credere ai cittadini di Palermo che gli asini volano come gli Ippogrifi dell’Ariosto. Sul Giornale di Sicilia si legge un appello ‘accorato’ di tre consiglieri comunali: “Alla fine – spiega Totò Orlando, di Italia viva (si tratta del presidente del Consiglio comunale ndr) – per ottenere un contributo medio di 9 milioni all’anno costringeremo i contribuenti a pagarne 57 di sola Irpef. Una follia. Chiediamo di sospendere tutte le procedure”. Aggiunge l’ex grillino Ugo Forello, oggi protagonista insieme a Giulia Argiroffi del gruppo consiliare OSA: “Non fermare subito questa corsa impazzita è inaccettabile e grave”. E Fabrizio Ferrandelli di + Europa: “Si vuole svendere la città e noi non ci stiamo”. Commenta il Giornale di Sicilia in vena di ottimismo: “Fra qualche tempo, però, la battaglia si sposterà in aula, dove è prevista la discussione della delibera che deve adeguare l’addizionale. Servirà un voto per farla passare. E non è detto che arriverà”. Sì, come non è arrivato il primo voto…
Che dire? Che stamattina, a Palermo, nei saloni di Palazzo Chiaromonte Steri, si svolge un importante convegno sul futuro del capoluogo della nostra Isola (ne abbiamo parlato qui). Ci auguriamo che in questo appuntamento trovino spazio le questioni economiche, da tanto, troppo tempo ignorate nel capoluogo della Sicilia. Cosa vogliamo dire? Che se – come ricorda il segretario politico di Siciliani Liberi, Ciro Lomonte – la Banca Centrale Europea (BCE) alzerà i tassi di interesse, per l’Italia comincerebbero guai senza fine. Non è questa la sede per ricordare il ruolo degli ‘scienziati’ che hanno ‘infilato’ l’Italia nella moneta unica europea, in un sistema nel quale, anche per pagare gli stipendi dei professori della scuola, bisogna indebitarsi. In questo momento diciamo soltanto che se la BCE aumenterà i tassi d’interesse succederà un finimondo. E che al Comune di Palermo rischia di non vedere nemmeno i 180 milioni di euro. Ci auguriamo che a Palermo, oggi, si comincia a parlare di economia e di cosa fare per reperire risorse senza ulteriori debiti. Come sottolineato, non si vive senza economia. L’amministrazione comunale uscente ha sperperato risorse a mai finire per clientelismo e per ‘altro’. Emblematico il Tram che gira senza passeggeri mentre migliaia di cittadini sono costretti ad aspettare per ore i bus perché non hanno alternative: e vorrebbero realizzare altre sei linee di Tram, quando nelle città civili già da tempo hanno risolto i problemi con i bus elettrici. E che dire delle attività commerciali, già in crisi a causa della pandemia, ulteriormente danneggiate dall’attuale amministrazione comunale? Sono o no argomenti che vanno affrontati? E’ chiedere troppo?