di Nota Diplomatica
Marcel Bich, Baron Bich (nella foto a destra tratta da Yes Comment) – il fondatore della quasi omonima impresa francese “Bic”, quella delle biro e degli
Poi vennero gli accendini. Il primo accendino usa e getta fu il Cricket, lanciato negli Usa dalla Gillette nel 1972. Bic arrivò solo l’anno dopo, facendo uscire la sua versione nel 1973. Pur partendo in ritardo, vinse la gara. La Società oggi dichiara di venderne quotidianamente oltre 3,9 milioni, all’incirca il 38% delle sue vendite nette totali, superando l’incidenza sui conti delle penne a sfera (35%). Arrivarono infine i rasoi, lanciati alla metà degli anni ‘70. Nel 2020 hanno generato il 25% delle vendite nette dell’azienda francese, che ne commercializza 6,7 milioni di pezzi al giorno. Secondo la Bic, ognuno di questi sarebbe riutilizzabile “fino a” 17 rasature, una prospettiva abbastanza allarmante. Tre prodotti semplici, funzionali e dal costo unitario basso, tutti e tre successi straordinari.
La politica del “economico ed efficace” però non ha sempre funzionato. Ci sono anche i disastri di cui la Società, comprensibilmente, parla poco: i piccoli atomizzatori per profumi “vuoti a perdere” e la lingerie da indossare e cestinare. Disastri comunque superabili senza troppo dolore di fronte ai bilanci di
un’impresa che viaggia su un fatturato annuo che ha toccato i €1,63 miliardi nel 2020. I profumi e l’intimo “monouso” avevano almeno dei punti di contatto con l’evidente strategia aziendale. È meno spiegabile un’iniziativa del 1981 – la Bic Sport – per la produzione e commercializzazione di tavole da windsurf, ceduta poi qualche anno fa a una società estone. Il vero mistero però non è la puntata sugli sport acquatici: è un altro. La Bic, come abbiamo visto, ha praticamente inventato il molto vituperato concetto di usa e getta. Ci campa tuttora, alla grande. Dove sono gli ecologisti, gli “eco-warriors” più scalmanati? Non se ne sono accorti? Forse è perché si tratta di un’azienda francese? La Francia è notoriamente un Paese resistente a ciò che etichetta come “mode e fesserie” anglosassoni…