Veramente incredibile la demagogia di Forza Italia in Sicilia. Da questo partito padronale, dove non esiste democrazia interna, con le cariche che vengono assegnate a uso e consumo dell’eterno proconsole di Berlusconi in Sicilia, Gianfranco Miccichè, partito buono per il centrodestra e per il centrosinistra, a seconda delle convenienza del momento, da questo partito arriva un disegno di legge, già depositato in Assemblea regionale siciliana, che è un doppio concentrato di ipocrisia e demagogia politica: “l’elezione diretta l’elezione diretta del sindaco metropolitano, del presidente del Libero consorzio comunale e dei rispettivi consigli”. Già il fatto che si parli di sindaco metropolitano e di Libero consorzio è tragicomico. Perché la riforma che ha cambiato solo il nome alle Province siciliane è inutile e politicamente vacua. Le città metropolitane non sono previste dallo Statuto siciliano e non avrebbero mai dovuto essere approvate da una legge del Parlamento della nostra Isola nel rispetto dell’Autonomia siciliana (con l’attuale legge le ex Province di Palermo, Catania e Messina sono state dichiarate pomposamente città metropolitane: una farsa metropolitana!). L’articolo 15 dello Statuto siciliano prevede sì la creazione dei Liberi consorzi di Comuni al posto delle Province: ma Liberi consorzi significa che ogni Comune sceglie liberamente in quale Consorzio di Comuni stare. Tra l’altro, i liberi Consorzi e, in generale, lo spirito dell’articolo 15 dello Statuto postulano l’abolizione delle Prefetture, che nella nostra isola non dovrebbero esistere. In più le ex Province siciliane con il solo nome cambiato sono tutte senza soldi grazie ai passati Governi di centrosinistra e ai tre Governi di questa fallimentare legislatura: il Governo Conte 1, Conte bis e l’attuale Governo Draghi. Nessuno di questi tre Governi ha restituito i soldi che sono stati scippati alle ex Province siciliane.
In questo scenario il disegno di legge dei berlusconiani che punta ripristinare l’elezione diretta del presidente delle ex Province e dei Consigli provinciali è inutile al pari, e forse ancora di più, di Forza Italia in Sicilia. Non conosciamo l’onorevole Tommaso Calderone, capogruppo degli azzurri nel Parlamento siciliano: ma già il disegno di legge che ha presentato è un ‘biglietto da visita’ chiaro. Ci stupisce, invece, che a questo provvedimento abbia apposto la firma un parlamentare come Riccardo Savona. Chiediamo ai due parlamentari: a cosa dovrebbero servire i presidenti delle ex Province e i Consiglieri provinciali? A pagare le indennità a questi signori pi fari fuddra? Dite vero o state scherzando? Dove sono i soldi che Roma ha scippato alle ex Province della nostra Isola? Dove sono i fondi delle RC Auto che erano fondamentali per le ex Province? Onorevole Calderone e onorevole Savona: perché non affrontate questi temi invece di vendere fumo? Ah, dimenticavamo: non ci venite a dire che la legge sulla riforma delle ex Province che porta il nome di quel grande ‘scienziato’ della politica, Graziano Delrio, è una grande riforma dello Stato che, in quanto tale, si applica anche a una Regione autonoma come la Sicilia. Questa è una tesi falsa e ipocrita, perché tutto sappiamo che la legge Delrio – legge renziana – è stata voluta per definanziare le ex Province per pagare le ‘rate’ del truffaldino debito pubblico italiano, secondo i dettami di quei truffatori e massoni dell’Unione europea dell’euro.
Foto tratta da Sicilia Oggi Notizie