- Il tentativo è stato fatto perché non si sa più a quale Santo rivolgersi (Santa Rosalia da Palermo e Sant’Agata da Catania si sono chiamate fuori)
- La statua della dea Atena è stata portata in Sicilia. Un tentativo di proteggere la nostra Isola dagli scippi dello Stato italiano che vanno avanti dal 1860 e che si sono intensificati con il Governo Renzi e da, allora, continuano senza sosta
- Nel corso dell’incontro non è stato affrontato un tema cruciale che si sintetizza in una domanda: cosa hanno a che vedere la Grecia e la Sicilia con l’Unione europea di massoni e predoni?
La statua della dea Atena è stata portata in Sicilia. Un tentativo di proteggere la nostra Isola dagli scippi dello Stato italiano che vanno avanti dal 1860 e che si sono intensificati con il Governo Renzi e da, allora, continuano senza sosta
“Atena, pensaci tu”. Lo dicono in corso Grecia e Sicilia che oggi festeggiano un destino comune: l’impoverimento. La Grecia, qualche anno fa, è stata derubata dall’Unione europea dell’euro attraverso le banche che, per l’80% circa, erano tedesche. A scippare i soldi alla Regione siciliana pensa lo Stato italiano. E’ così dal 1860,a con il Governo nazionale di Matteo Renzi – complici gli ‘ascari’ di Sicilia – lo scippo è stato moltiplicato. Si sono presi tutto quello che si potevano prendere e hanno anche lasciato all’attuale Governo regionale un ‘buco’ che gli ignari cittadini siciliani pagano ogni anno con le loro tasse, le loro imposte e, soprattutto, con i tagli ai servizi, ai Comuni e alle ex Province. Per cercare di proteggersi Sicilia e Grecia hanno deciso di rivolgersi alla dea Atena, la cui scultura è da oggi al Museo archeologico regionale Antonino Salinas di Palermo. La consegna ufficiale della statua, che risale alla seconda metà del V secolo a.C., è avvenuta questa mattina alla presenza della Ministra della Cultura e dello Sport della Repubblica Ellenica, Lina Mendoni, e del direttore del Museo dell’Acropoli di Atene, Nikolaos Stampolidis. ll reperto – che dovrebbe proteggere Grecia e Sicilia – è affidato alla Regione siciliana (speriamo bene), per la precisione all’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà. Per l’occasione erano presenti il Sottosegretario di Stato alla Cultura, senatrice Lucia Borgonzoni, e il professor Louis Godart, presidente onorario del Comitato internazionale per la riunificazione dei marmi del Partenone e Accademico dei Lincei, insieme ai rappresentanti della Comunità Ellenica Trinacria di Palermo e della Comunità Ellenica dello Stretto.
Nel corso dell’incontro non è stato affrontato un tema cruciale che si sintetizza in una domanda: cosa hanno a che vedere la Grecia e la Sicilia con l’Unione europea di massoni e predoni?
“L’arrivo a Palermo della statua di Atena – leggiamo in un post su Facebook dell’assessore Samonà – è stato possibile a seguito dell’accordo, siglato fra i due musei ai sensi della legge italiana, in base al quale la Sicilia ha concesso al Museo dell’Acropoli (per quattro anni, rinnovabili per un uguale periodo) il frammento del fregio del Partenone appartenuto al console inglese Robert Fagan e che, dopo essere stato venduto nel 1820, era custodito al museo Salinas. Un gesto, con il quale la Sicilia ha voluto dare il proprio fattivo contributo al dibattito internazionale sul tema del ritorno in Grecia dei reperti del Partenone. Il trasferimento a Palermo della scultura che raffigura la dea Atena, inoltre, fa segnare un primato: è, infatti, la prima volta che dal celebre Museo dell’Acropoli arriva in Sicilia, per un’esposizione di lungo periodo, una testimonianza originale della storia ateniese. Grazie all’accordo, i due musei, ma più in generale, la Sicilia e la Grecia, avviano un percorso di collaborazione nel nome della cultura, grazie al quale saranno organizzate in partnership mostre, iniziative culturali e attività di ricerca. Ed è particolarmente significativo che il momento ufficiale di presentazione della statua sia avvenuto oggi, 9 febbraio, in cui si celebra la Giornata mondiale della Lingua e della Cultura Greca. Alla scadenza di questo periodo di quattro anni, dal Museo dell’Acropoli arriverà a Palermo un’anfora geometrica degli inizi dell’VIII secolo a.C.”. Nel corso dell’incontro non è stato affrontato un tema cruciale che si sintetizza in una domanda: cosa hanno a che vedere la Grecia e la Sicilia con l’Unione europea di massoni e predoni?
Autorità siciliane e greche in un momento di raccoglimento (foto tratta da ilSicilia)
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