di Antonio Piraino
Se Palermo fosse una Città normale le prossime elezioni amministrative sarebbero una pura formalità. Dopo una decennale gestione fallimentare (del centro/sinistra) il successo del “polo alternativo” (centro/destra) dovrebbe essere scontato, a prescindere dalla presa di distanza dello schieramento di centro/sinistra dai soggetti responsabili della cattiva gestione. Ma Palermo è tutto tranne che una Città normale! Pirandello spadroneggia! Assistiamo così, a sinistra, ad un protagonismo di consiglieri, assessori e sindaco uscenti, forti di piccoli ma certi pacchetti di voti fondati su clientele consolidate con una rimozione
Non c’è dunque da stupirsi se qualcuno invece di pensare propone come soluzione una “maggioranza Draghi” per mettere un “tappo” oligarchico al malessere della Città in nome di un posto a tavola. In questo scenario è certo che la risposta astensionistica toccherà punte drammatiche non inferiore al 70%(!), confermando la crisi di democrazia, cioè di rappresentanza, della Città abbandonata a se stessa senza né direzione, né guida adeguata. Un astensionismo sacrosanto che però non permette alle forze vitali presenti in Città di poter immaginare di sfidare il blocco di potere oligarchico che la soffoca. Con questa consapevolezza mi chiedo se le forze autonomiste, autenticamente ambientaliste e “olivettiane” sono in grado di offrire, nonostante tutto, una alternativa ideale e strategica al vuoto del potere oligarchico. È difficile! E perdente nel breve periodo! Ma nei momenti bui sono i gesti e le visioni che costruiscono il futuro. Ha Palermo un pugno di Samurai?