- Si programmano 800 milioni di euro da spendere per nuove strutture sanitarie e si abbandonano le strutture sanitarie esistenti?
Il parlamentare denuncia incredibili carenze che riguardano la cardiologia, il reparto di maternità e l’assenza di ortopedia
Si parla tanto di investimenti importanti nella sanità siciliana, di fondi legati al Pnrr (circa 800 milioni di euro), di polemiche sul come questi soldi verranno investiti. Si parla di 39 ospedali di comunità (un medico per 20 posti letto e una decina di infermieri: ma che senso ha?), di 146 case della comunità hub (CdC) e di una cinquantina 49 di strutture chiamate Centrali operative territoriali. E degli ospedali già presenti? Non si capisce. Giusto puntare sulla Medicina del territorio, a patto di non dimenticare gli interventi sul presente, soprattutto se il presente versa nell’abbandono. E’ il caso dell’ospedale di Corleone, Comune di oltre 11 mila abitanti che, da sempre – sotto il profilo sanitario – è punto di riferimento dei cittadini dei piccoli Comuni poco distanti dalla stessa Corleone. Dell’ospedale di questa cittadina dell’entroterra siciliano si occupa il parlamentare regionale della Lega Vincenzo Figuccia, coordinatore provinciale del partito a Palermo, che forse è uno dei pochi deputati della provincia che gira per i territori. “L’ospedale di Corleone – dice Figuccia – ha il reparto di maternità che rischia di essere chiuso perché ad oggi, dopo mesi, manca il pediatra; c’è appena un cardiologo costretto ad operare sprovvisto di attrezzatura per fare una semplice prova di sforzo o altri esami; non c’è un reparto ortopedico -. Parliamo di un comprensorio di oltre 100 mila persone dove il plesso ospedaliero è storicamente essenziale per assicurare ai residenti delle zone montane sicurezza e salute. E invece da mesi si denuncia la precarietà del punto nascite e il progressivo abbandono del sito al quale non viene prestata la dovuta attenzione. Chiediamo all’assessore alla Sanità di porre in essere ogni azione utile a mitigare la grave problematica e a fornire soluzioni certe e durature per la tenuta della sanità nel corleonese”.