Da tempo I Nuovi Vespri segue con attenzione le battaglie sociali, economiche e culturali di due organizzazioni sindacali. il sindacato ORSA e il sindacato Sifus Confali. Il motivo è presto detto: si tratta di due sindacati che difendono i lavoratori. Può sembrare un’affermazione banale, ma in una realtà dove globalizzazione dell’economia, multinazionali e liberismo economico dominano su buona parte del mondo avere due organizzazioni sindacali che difendono i lavoratori è un fatto molto importante. I sindacati, quando non sono asserviti al potere, soprattutto nel nostro tempo, rappresentano l’unico argine in difesa dei diritti dei lavoratori. Ricordiamoci che dove arrivano multinazionali e liberisti finiscono i diritti dei lavoratori, mentre i sindacati tradizionali vengono tenuti in vita non per difendere i lavoratori ma per tenerli agganciati ai partiti di Governo trasformati in ‘scendiletto’ del regime liberista delle multinazionali. La crisi dei sindacati tradizionali italiani è la dimostrazione plastica e matematica di come sono stati calpestati i diritti dei lavoratori italiani (vedi Jobs Act voluto e mantenuto dalla finta sinistra del PD, partito di riferimento in Italia dell’Unione europea ultra-liberista al servizio permanente-effettivo delle multinazionali) e perfino dei diritti degli studenti di licei e scuole superiori, costretti a lavorare gratis per le aziende, anche a rischio della vita, grazie alla legge definita Alternanza scuola-lavoro. E’ importante sottolineare che Jobs Act e Alternanza scuola-lavoro sono stati introdotti in Italia dalla finta ‘sinistra’ al servizio dell’Unione europea ultra-liberista e avallate dai sindacati tradizionali. L’Italia, al di là della retorica da quattro soldi, è un esempio di Paese finito nelle mani dei ‘liberisti-europeisti’. Già da mesi, ad esempio, assistiamo al tentativo delle multinazionali che, strumentalizzando anche la NATO, cercano di ‘sfondare’ nella Russia di Putin per avviare una sorta di ‘italializzazione’, cioè per smembrare e disarticolare l’economia della stessa Russia, come hanno fatto e continuano a fare con Italia.
Tornando all’importanza dei veri sindacati che difendono i lavoratori segnaliamo due battaglie sociali e sindacali dell’ORSA e del Sifus. Cominciamo con il sindacato ORSA marittimi. “Ma com’è mai possibile – leggiamo in un post di questa organizzazione sindacale – che la gente vende per poche briciole la propria dignità. Gente che viene avvicinata dai responsabili aziendali che propongono di barattare l’iscrizione al sindacato. Se ti cancelli ti imbarco su quella determinata linea, oppure sistemo tua moglie, oppure faccio fare un imbarco a tuo figlio. Il messaggio che rivolgiamo a queste aziende è questo : siamo noi i vincitori! Non avete il coraggio di affrontarci non sapendo cosa fare, usate sistemi di corruzione per convincere i lavoratori. Siete dei perdenti vergognatevi. Questi sono gli armatori e i loro sgherri. Ma la cosa grave è che il personale non sa analizzare tutto ciò. Dovrebbe dedurre che, se la compagnia arriva a questo, significa che noi siamo puliti e dunque non scendiamo a loschi patti scellerati con loro. Noi non vendiamo i lavoratori”. Noi non possiamo che sottoscrivere tutto. Perché non siamo stupiti nel leggere queste testimonianze. Da almeno tre anni raccontiamo le schifezze che avvengono nel mondo dei trasporti marittimi della Sicilia. Raccontiamo le navi colabrodo messe in mare che vanno in avaria ad ogni piè sospinto, nonostante Stato e Regione siciliana paghino fior di contributi a fondo perduto, circa 100 milioni di euro all’anno per i soli collegamenti tra la Sicilia e i propri arcipelaghi che l’ignoranza della politica siciliana chiama “Isole Minori” (e noi siamo costretti a scrivere queste due parole per questioni di indicizzazione). Raccontiamo gli intrighi societari mai sanzionati. Raccontiamo, nei limiti del possibile, le inchieste della Magistratura, unico potere dello Stato che cerca di porre un argine al malaffare di questo settore. Raccontiamo come i lavoratori di questo settore vengano sfruttati in modo indegno da datori di lavoro senza scrupoli. Ebbene, nei nostri tentativi – sicuramente parziali – di ricostruire le vergogne di questo settore nevralgico della vita pubblica l’unica sponda che abbiamo trovato è il sindacato ORSA. Questo è un dato di fatto. Per questo non siamo stupiti dai tentativi messi in campo per tentare di distruggere questa organizzazione sindacale.
Lo stesso discorso vale per il Sifus Confali. Chi scrive segue la questione forestale dai primi anni ’80 del secolo passato, quando la Cgil, in effetti, difendeva con la Federbraccianti questi lavoratori. Oggi la Cgil che opera in questo settore è da dimenticare. Noi non la consideriamo nemmeno. L’abbiamo vista in azione insieme con la Cisl e la Uil nei nove anni in cui la finta sinistra del PD siciliano ha governato la Regione siciliana prima con quel ‘genio’ trasformista di Raffaele Lombardo, poi con lo ‘scienziato’ di Gela, Rosario Crocetta. Due Governi che hanno massacrato gli Enti formativi storici della Formazione professionale – espressione di una gestione pubblica di questo settore che risale agli anni di Piersanti Mattarella – per fare spazio all’ingordigia dei privati. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: 8 mila lavoratori licenziati dal 2008 ad oggi e liberalizzazione ‘selvaggia’ di questo settore perfino nei contratti di lavoro, con alte retribuzioni per le figure apicali (che magari coincidono con soggetti legati ai ‘padroni del vapore’ del settore, spesso legati a doppio filo alla mala-politica siciliana) e basse retribuzioni per tutti gli altri, con la clausola “O ti mangi questa minestra o ti butti dalla finestra”. Ebbene, l’unica organizzazione sindacale che ha cercato di opporsi a questo sistema è stato il Sifus e qualche associazione meritoria della quale non abbiamo più notizie. Poi, è vero, la collaborazione tra Sifus con un gruppo di lavoratori si è interrotta e questi ultimi hanno dato vita a un’altra esperienza (Associazione lavoratori 99%). Ma siamo testimoni del lavoro in difesa dei lavoratori della Formazione da parte del Sifus.
Lo stesso discorso vale per i lavoratori della Forestale. Sono gli unici precari rimasi tali in una Sicilia che, dagli anni ’90 ad oggi, ha stabilizzato quasi tutti i precari partoriti dalla fantasia clientelare di politici e sindacalisti. Per il massimo rispetto per tutti i lavoratori, gli operai della Forestale, per l’importante lavoro che svolgono, avrebbero dovuto essere i primi ad essere stabilizzati. Invece non c’è stato verso. Addirittura con i Governi di centrosinistra dei già citati Lombardo e Crocetta la parola “stabilizzazione” è stata abolita. Ebbene, l’unica organizzazione sindacale che in quegli anni si batteva e che ancora oggi si batte per la stabilizzazione di questi lavoratori è stato il Sifus. Tra l’altro, negli anni del Governo nazionale di Matteo Renzi – il peggiore presidente del Consiglio nella storia della Repubblica italiana, anni che coincidevano con il periodo del disastroso Governo regionale di Crocetta – è andato in scena un tentativo di sminuire e denigrare la funzione dei lavoratori forestali. Il danno che il PD – il partito di Renzi e di Crocetta – ha arrecato al mondo della forestazione della Sicilia è incalcolabile. Ora però comincia ad emergere la verità su quegli anni. In un post sulla pagina Facebook di Maurizio Grosso, segretario generale del Sifus Confali, leggiamo che “il noto giornalista televisivo Massimo Giletti e RAI 1 sono stati condannati dal Tribunale… per aver sostenuto durante la trasmissione televisiva L’ARENA del 3-04-2016 che un lavoratore forestale del palermitano (per serietà non facciamo nome) era il capo di una nota famiglia mafiosa. In verità, le ragioni di quella trasmissione traggono sicuramente spunto dalla scelta, a nostro giudizio sbagliata, del Governo Siciliano guidato da Rosario Crocetta di licenziare in tronco tutti i lavoratori forestali che, nel corso della loro carriera lavorativa, avevano avuto problemi con la giustizia nonostante li avessero pagati. Alla trasmissione per discutere dello spinoso argomento, Massimo Gilletti, oltre che diversi giornalisti, quali Mario Giordano, Luisella Costamagna, ecc, aveva invitato il Presidente Crocetta autore della norma che licenziava i forestali che avevano avuto problemi con la giustizia e Maurizio Grosso del Sifus in qualità di unico sindacato che si opponeva ai licenziamenti medesimi”. L’obiettivo della trasmissione, ricorda sempre Grosso, era quello di “screditare ulteriormente a livello nazionale il ruolo e la funzione strategica – per il territorio e per i boschi – dei forestali siciliani”. Insomma, si voleva “far passare il messaggio che i forestali erano mafiosi e il Presidente Crocetta una specie di superman che li licenziava senza se e senza ma. In verità, dice sempre Grosso, “fermo restando che per il Sifus la mafia è una montagna di merda, ad ulteriore dimostrazione che la trasmissione era tutta una montatura” la Giustizia ha dato ragione ai lavoratori. Mentre “il Presidente Crocetta, anziché licenziare centinaia di forestali come millantava, alla fine ne ha licenziati una decina”. La dimostrazione, ricorda oggi Grosso, che nel settore forestale “c’erano molto meno lavoratori con problemi di giustizia rispetto gli altri settori. Tuttavia, la cosa che mi ha fortemente colpito in quella trasmissione, conclude Grosso, “è stato il rifiuto di un fatto di grande civiltà, ossia che la funzione del carcere è rieducativa per l’individuo e che, pertanto, chi ha pagato ha diritto al reinsediamento nella società e nel mondo del lavoro”.
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