Ormai è guerra politica aperta tra il Sifus Confali – l’unica organizzazione sindacale che, nei fatti concreti, difende i lavoratori forestali e che si batte per la loro sacrosanta stabilizzazione – e il Governo reginale di Nello Musumeci, che continua a penalizzare il comparto forestale e a ignorare gli effetti dei cambiamenti climatici in corso. La battaglia politica si sta consumando in Assemblea regionale siciliana dove il Governo Musumeci si comporta con arroganza, con la certezza che avrà in aula la maggioranza. Il presidente Musumeci e l’assessore all’Agricoltura, Tony Scilla, stanno facendo di tutto per affossare la stabilizzazione degli operai della Forestale, stabilizzazione che, oltre che corretta sotto il profilo morale, è anche une necessità per fronteggiare gli effetti nefasti dei cambiamenti climatici. quello che sta succedendo in queste ore lo racconta il segretario generale del Sifus Confali, Maurizio Grosso, che chiama a raccolta tutti i lavoratori del comparto forestale e i parlamentari regionali che appoggiano la linea politica della stabilizzazione portata avanti da questa organizzazione sindacale: “La III Commissione Attività Produttive del Parlamento siciliano – dice Grosso – ha buttato giù il vero volto della proposta di legge di riforma del comparto forestale che l’accoppiata Musumeci Scilla intende far approvare, prima dalla Commissione Bilancio e poi dal Parlamento siciliano. La proposta di legge esitata dalla III Commissione permanente dell’Assemblea regionale siciliana è peggiorativa financo rispetto la proposta iniziale, tant’è che rappresenta una vera e propria controriforma. Per queste ragioni, limitazioni COVID permettendo, tutti i forestali siciliani devono scendere in piazza per fermarla senza se e senza ma. Il Sifus si sta organizzando, ripetiamo, limitazioni COVID permettendo. Il Sifus vi invita inoltre a contattare tutti i parlamentari che conoscete per rappresentargli che qualora non dovessero opporsi alla controriforma in questione non avranno motivo per venirvi a cercare quando sarà il momento del rinnovo elettorale”.
Il Governo regionale di Musumeci vorrebbe approfittare delle limitazioni imposte dal Covid per fare approvare una controriforma. Noi ci auguriamo che il Parlamento siciliano ‘bocci’ la manovra di questo Governo. Quanto sia negativa la riforma del comparto forestale proposta dal Governo Musumeci lo ha illustrato lo stesso segretario generale del Sifus: “La Riforma dei forestali voluta dal Governo Musumeci – scrive Grosso – per come recita il disegno di legge esitato dalla III Commissione all’Ars, sarà legata alla spesa del 2021 ovvero 230 milioni di euro e alla trasformazione del contratto attualmente utilizzato con un contratto di tipo stagionale in maniera da scongiurare la procedura d’inflazione subita ripetutamente dall’Unione europea. Il disegno di legge prevede la divisione della graduatoria unica in due graduatori forestali: manutenzione e antincendio boschivo. Qualora in futuro si dovesse riscontrare carenza di organico antincendio ( come se non vi fosse già da tempo) si potrebbe procedere a nuove assunzioni che in ogni caso non devono superare il 30% dei soggetti andati in quiescenza. A tal uopo non si terrà assolutamente conto dei forestali dell’Azienda che intendessero transitate nel settore antincendio come da noi storicamente rivendicato. Le giornate lavorative saranno così distribuite entro 6/7 anni:
– transito dei 151isti a 180 giorni;
– transito dei 101isti a 120 giorni;
– transito dei 78 isti a 101 giorni. Non appena la riforma sarà a regime transiteranno a 120 giorni: non è dato sapere se in un unica soluzione o in più fasi. La proposta di legge del Governo Musumeci prevede inoltre il blocco del turnover e l’esaurimento del contingente dei lavoratori a tempo indeterminato. Il contingente dei lavoratori a tempo indeterminato con l’entrata in vigore della riforma potrebbe riaprirsi con percentuali legate alle disponibilità di cassa ma solo per i 180isti.
La proposta di legge del Governo Musumeci prevede in conclusione, in casi di necessità, l’utilizzo dei forestali per lavori di affiancamento alla protezione civile ed interventi contro il randagismo purché senza oneri aggiuntivi a carico del bilancio della Regione. Dulcis in fundo: attraverso un accordo tra l’assessore regionale all’Agricoltura, Scilla e quello al Lavoro, Antonio Scavone, le graduatorie verranno pubblicate solo una volta l’anno anziché due. Il Sifus ritiene questa pseudo riforma una vera e propria controriforma, poiché non solo è clamorosamente peggiorativa della precedente in quanto continua a non prevedere una rigida programmazione degli interventi boschivi ma, addirittura, non tiene assolutamente conto delle necessità oggettive del territorio, dell’ambiente dei turismo e del lavoro. Per queste ragioni va respinta senza indugio. La soluzione alternativa è rappresentata dal disegno di legge 1009 promosso dal Sifus, poiché punta alla stabilizzazione dei lavoratori attraverso l’allargamento delle competenze che consentirebbero al comparto forestale di attingere da nuovi canali di finanziamento anche extraregionali”.
Noi ribadiamo la nostra proposta: il Parlamento siciliano – se è il caso ignorando il Governo Musumeci, approvando una legge contro il parere dello stesso Governo – deve assumere con contratto a tempo indeterminato almeno 30 mila operai forestali per fronteggiare i cambiamenti climatici in corso. Ignorare i possibili effetti dei cambiamenti climatici è un grave errore. La regione deve cominciare a tutelare i boschi della Sicilia dai possibili incendi. Non sappiamo cosa potrebbe succedere già la prossima Primavera. E’ necessario iniziare le opere di prevenzione degli incendi sin dai primi giorni di Aprile, dislocando il personale 24 ore su 24 in tutte le aree verdi della nostra Isola. E deve essere personale attrezzato, anche con opportuni equipaggiamenti, perché lo scorso anno in Sicilia, per due mesi, le temperature si sono attestate intorno a 40 gradi centigradi e non è escluso che la prossima Estate possano essere anche maggiori. Contemporaneamente, gli operai della Forestale debbono occuparsi anche della sistemazione e della regimazione di fiumi e corsi d’acqua della Sicilia. Già il Governo ha iniziato, per esempio con il fiume Torto che lo scordo anno ha provocato danni ingenti. Ma questo non basta: gli interventi debbono riguardare tutti i fiumi e tutti i corsi d’acqua, sia quelli nelle campagne, sia quelli a ridosso dei centri abitati. Se il Governo regionale ignorerà questi problemi se ne assumerà la responsabilità. Come si usa dire in Sicilia – egregio presidente della Regione ed egregio assessore all’Agricoltura – “megghiu diri chi sacciu di diri chi sapia…“.