A 2 euro e 99 a bottiglia eravamo arrivati. Poi, sotto i nostri occhi, è finita anche una bottiglia di olio d’oliva extra vergine al pezzo di 2 euro e 89 centesimi. In una “Offertissima”, in un Centro commerciale siamo arrivati a 2 euro e 79 centesimi a bottiglia. Ma una bottiglia di olio di oliva venduta a meno di 2 euro e 50 centesimi no, questo prezzo così basso non l’avevamo mai visto fino ad oggi. Eppure viene promosso. Superfluo precisare che un litro di olio d’oliva extra vergine italiano non può costare meno di 8 euro a bottiglia. Un po’ meno, ovviamente, se la bottiglia ne contiene meno di un litro. Ma il prezzo è questo. Ormai l’Italia è un Paese alla deriva, dentro un’Unione europea dove, in agricoltura, succede di tutto e di più contro agricoltori e consumatori (pensiamo al grano canadese al glifosato al quale la Ue ha aperto le porte, o all’ortofrutta che arriva da chissà dove, o al latte che arriva dall’estero). Da dove arriva questo olio d’oliva extra vergine ad un prezzo così basso? La prima cosa che bisogna fare quando si acquista una bottiglia di olio d’oliva extra vergine in un Centro commerciale o in un qualunque supermercato è leggere l’origine. Se non c’è scritto che è italiano e non c’è alcuna indicazione sul luogo di origine, ebbene, cominciate a dubitare. Quest’anno, tra l’altro, non è facile capire cosa combinano, perché, stando alle nostre notizie, la produzione di olive (che si raccolgono tra Ottobre e Novembre dell’anno precedente: quindi l’olio d’oliva extra vergine di quest’anno è prodotto con le olive raccolta alla fine dello scorso anno) prodotte in Spagna e in Tunisia non è stata da record: anzi. E Spagna e Tunisia sono due Paesi che producono tanto olio d’oliva.
E allora? E allora fate attenzione all’olio d’oliva extra vergine che acquistate. Ricordiamoci cos’è avvenuto tra Ottobre e Novembre dello scorso anno. Quando, a causa delle piogge, la raccolta delle olive è stata problematica, tant’è vero che molte olive non sono state raccolte e c’è stata anche una richiesta di stato di crisi per l’agricoltura a causa del clima avverso. La cosa strana è che in uno scenario di riduzione della produzione di olio d’oliva, il prezzo di questo prodotto, in Sicilia, non ha superato i 4,50 euro al litro. Parliamo, ovviamente, del prezzo dell’olio d’oliva nei frantoi. Diverso è il caso di produzioni di alta qualità (per esempio dell’extra vergine di alcune zone dell’Etna) che seguono altre vie commerciali. Il prezzo nei frantoi siciliani, invece, si è attestato intorno a 4,5 euro. La domanda è: com’è stato possibile se la produzione di olio d’oliva extra vergine è stata ridotta a causa di avverse condizioni climatiche? SE l’offerta diminuisce il prezzo non dovrebbe aumentare? Invece il prezzo si è mantenuto basso. Perché? La risposta non può che essere una: è evidente che in Sicilia circolava – e circola – olio d’oliva ‘extra vergine’ che non può essere stato prodotto in Sicilia. Non ci chiedete da dove sia arrivato perché non lo sappiamo. Ma qualcosa è avvenuta. Del resto, se si vende una bottiglia di “olio d’oliva extra vergine” a meno di 2 euro e 50 centesimi e una bottiglia da un litro di olio extra vergine siciliano (ma anche pugliese, calabrese e di altre Regioni del Sud Italia) non può costare meno di 8 euro, beh, qualcosa che non torna ci deve essere. O no? E questo non vale solo per la Sicilia, ma anche per la Calabria, per la Puglia, per la Basilicata, per la Campania, per il Molise, per l’Abruzzo: insomma, per tutto il Sud Italia. E nel Nord Italia? Devono stare attenti anche loro!