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Mattarella rieletto presidente della Repubblica, l’Europa finto-unita dell’euro è sempre tra noi/ MATTINALE 453

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  • Mentre la scorsa settimana andava in scena la pantomima parlamentare, in Italia sono esplose due questioni sociali: il caro-bollette che sta massacrando i ristoratori e la rivolta degli studenti contro quella grande porcata chiamata alternanza scuola-lavoro   
  • Non è ver che la rielezione di Mattarella rappresenta il fallimento degli attuali partiti politici. la politica, in Italia, è scomparsa con Tangentopoli
  • Britannia atto secondo
  • E dell’Unione europea che si è fatta ‘schifare’ da Putin (che sta cominciando a tagliare il gas all’Europa) e che ha avviato la ‘decarbonizzazione’ ignorando gli effetti economici ne vogliamo parlare?  

Mentre la scorsa settimana andava in scena la pantomima parlamentare, in Italia sono esplose due questioni sociali: il caro-bollette che sta massacrando i ristoratori e la rivolta degli studenti contro quella grande porcata chiamata alternanza scuola-lavoro   

Rispetto alla crisi politica, economica e, soprattutto, sociale di un’Italia che affonda lentamente bisogna ammettere che la sceneggiata quirinalizia si è conclusa in appena sei giorni. C’è stato il tentativo, peraltro messo nel conto, da parte di Berlusconi, di forzare la mano puntando sulla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. Alla fine, è stata l’unica che ci ha provato. Ma le sono mancati anche i voti del centrodestra, forse di Forza Italia, molto più probabilmente della Lega. L’azione di sfaldamento della Lega, da parte dell’Unione europea, sta riuscendo. Mentre i massoni non hanno ancora trovato il Giancarlo Giorgetti di turno per cominciare a distruggere Fratelli d’Italia, che alla fine è l’unica forza politica che ha mantenuto ferma la barra del timone: Giorgi Meloni non ha rotto l’unità del centrodestra rifiutandosi di seguire Berlusconi e Salvini, ma si è dissociata da Berlusconi e da Salvini chiamandosi fuori dalla rielezione di Mattarella che, detto per inciso, è solo una tregua. Chi segua la politica con gli occhi alla questione sociale – cosa questa tipica di chi ha alle spalle una cultura politica socialista, non certo comunista o democristiana – si sarà accorto che mentre il Parlamento ha perso una settimana di tempo per la sceneggiata quirinalizia, in Italia sono già esplose due questioni sociali: il caro-bollette per i ristoratori (che si estenderà nelle prossime settimane a buona parte delle famiglie e a buona parte delle imprese italiane) e la rivolta degli studenti di licei e, in generale, delle scuole superiori contro quella grandissima porcata che va sotto il nome di alternanza scuola-lavoro. Il Governo di Mario Draghi – quello dei vaccini anti-Covid per tutti, per i belli e per i brutti – ha pensato bene di rivolvere la faccenda mandando in piazza i ‘celerini’ per reprimere con la forza le proteste degli studenti. Vedremo cosa succederà da domani in poi.

Non è vero che la rielezione di Mattarella rappresenta il fallimento degli attuali partiti politici: la politica, in Italia, è scomparsa con Tangentopoli

Tutti i commentatori sono concordi nell’affermare che la rielezione di Mattarella rappresenta il fallimento degli partiti politici italiani. Si tratta, a ben vedere, di una ‘lettura’ ottimistica della crisi italiana, che dà per scontata una cosa che, forse, scontata non lo è affatto: l’esistenza, in ciò che resta dell’Italia, della politica. In realtà, in Italia, la politica ha cominciato a morire con Tangentopoli, quando una regia esterna – probabilmente tedesca, ma non solo tedesca – ha messo in fuori gioco l’unica classe politica che ha avuto l’Italia dal 1948 ad oggi, fatta da democristiani e socialisti. La storia presenta sempre il proprio conto e, prima o poi, toglie il potere agli stupidi, mentre i traditori, anche se trattati bene dai nuovi padroni, alla fine, nel passaggio di generazione in generazione, diventano anche loro servi. Ricordiamoci che il debito pubblico, ovvero il ‘catenaccio’ che oggi tiene prigioniera l’Italia dentro l’Unione europea dell’euro viene si certificato nel Trattato di Maastricht nel 1992 – il trattato che Craxi , da Hammamet, invitata a ridiscutere – ma comincia nel 1981, con il ‘divorzio’ voluto dalla massoneria ‘europeista’ tra il Tesoro e la Banca d’Italia. A questo ‘traguardo’ la Democrazia Cristiana arriverà tre anni dopo l’eliminazione di Aldo Moro, il protagonista delle 500 lire di carta. Ricordiamoci che tutto comincia nel 1981, con il ‘divorzio’ tra Banca d’Italia e Tesoro, una scelta sciagurata patrocinata dalla massoneria e da quei ‘geni’ dalla sinistra democristiana. Non a caso, quando la Banca d’Italia e la sinistra democristiana propongono questa soluzione, che avrebbe solo indebitato l’Italia, gli unici ad opporsi sono stati i socialisti e, in particolare, Bettino Craxi e Rino Formica (non tutti i socialisti erano contrari, perché la massoneria ‘europeista’ non ha mai risparmiato il Partito socialista sin dai tempi di Filippo Turati). E’ nel 1981 che comincia l’indebitamento italiano. Ma nonostante questo, sino alla fine della Prima Repubblica, l’Italia è una delle più grandi potenze industriali del mondo.

Britannia atto secondo

E’ con la fine della Prima Repubblica e con il Britannia che comincia la svendita dell’Italia, portata avanti dagli eredi dei promotori del ‘divorzio’ tra Banca d’Italia e Tesoro. I trent’anni che ci separano da Tangentopoli sono serviti per impoverire l’Italia. Dal 1992 ad oggi, a parte la ‘coda’ dei fondi della legge nazionale n. 64 del 1986, con i cosiddetti ‘Patti territoriali’, è del tutto scomparso l’intervento straordinario nel Mezzogiorno. Da allora Sud e Sicilia vengono scientificamente derubati dal Nord Italia che adesso, per tentare di salvarsi dal tracollo economico e sociale imposto dall’Unione europea, pensano di scippare a Sud e Sicilia altri 70-80 miliardi di euro all’anno con l’Autonomia differenziata, magari con la scusa – totalmente priva di fondamento – che il debito pubblico italiano è responsabilità del Mezzogiorno derubato. Ma è tutta l’Italia ad essere più povera e lo stesso Nord, ormai, è solo periferia della Germania. Il debito pubblico italiano lasciato dalla Prima Repubblica – frutto di una scelta, lo ribadiamo, contro la quale c’è stata l’opposizione dei soli socialisti italiani (dov’erano le destre quando si consumava questa scelta scellerata nel 1981?) – lascia un’Italia ricca e potente, con le Partecipazioni statali – IRI ENI ed EFIM – che il mondo ci invidiava. Trent’anni dopo resistono ancora ENI e qualche altra struttura. Ma la gestione truffaldina del debito pubblico rende ormai l’Italia un Paese alla deriva. Ancora nel Dicembre del 2018, a fronte di un debito pubblico di circa 2 mila e 400 miliardi di euro, l’Italia – in avanzo primario dal 2000 (semplificando, una situazione nella quale lo Stato incassa più di quanto spende, esclusi gli interessi sul debito pubblico) – aveva pagato poco più di 4 miliardi di euro di interessi, mille e 600 miliardi in più dello stesso debito! Oggi, ovviamente, lo scenario è peggiorato.

E dell’Unione europea che si è fatta ‘schifare’ da Putin (che sta cominciando a tagliare il gas all’Europa) e che ha avviato la ‘decarbonizzazione’ ignorando gli effetti economici ne vogliamo parlare?  

Eleggendo un presidente della Repubblica diverso da Mattarella ci sarebbe stata qualche speranza di lasciare un’Unione europea che piano piano si sta ‘mangiando’, pezzo dopo pezzo, l’Italia? No, non dall’attuale Parlamento. Sono delle variabili che hanno momentaneamente ridotto – e non interrotto – l’impoverimento dell’Italia: la pandemia e i cambiamenti climatici. Ma il processo è ancora in corso. L’Italia resta priva di sovranità monetaria, di sovranità politica (il Ministro dell’Economia italiana deve piacere all’Unione europea, che di fatto decide) e Mario Draghi – uno dei protagonisti delle privatizzazioni italiane, dell’operazione ‘derivati’ e del caso Banca Antonveneta-Monte dei Paschi di Siena – è addirittura presidente del Consiglio dei Ministri e passa pure per bravo! Il declino continua. Con il corollario delle questioni sociali che vanno piano piano esplodendo: la follia dell’Unione europea, che è riuscita – contemporaneamente – a fare incazzare Putin che ha cominciato a tagliare le forniture di metano all’Europa e ad avviare una demenziale ‘decarbonizzazione’ di stampo fondamentalista. Risultato di queste due ‘genialate europeista’: un incontrollato aumento del costo dell’energia che – almeno in Italia sarà così – provocherà un ‘grande casino’ economico e sociale. Come se tutto questo non bastasse, il ‘Governo dei Migliori’ di Draghi – in testa il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi – ha riaperto le scuole. Risultato: moltiplicazione dei contagi e la protesta contro la già citata porcata dell’alternanza scuola-lavoro. Non resta che ringraziare il capo del Governo Draghi e il Ministro Bianchi: senza la riapertura delle scuole non sarebbe partita la sacrosanta protesta dei ragazzi per fare ‘rimangiare’ alla fallimentare politica italiana la renziana alternanza scuola-lavoro. Volendo, è l’unica cosa buona fatta dal Governo Draghi…

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