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Mentre la politica italiana si ‘incarta’ sulle elezioni per il Quirinale, gli studenti scendono in piazza contro l’alternanza scuola-lavoro

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  • A fronte di una politica inutile, che non riesce a dare risposte, arriva la protesta degli studenti dei licei e, in generale, delle scuole superiori che chiedono l’abolizione dell’infame alternanza scuola-lavoro
  • “Abbiamo fatto le nostre 8 ore di corso sulla sicurezza obbligatorio e poi ci hanno dato in pasto ad aziende pagate per assumerci, senza che noi vedessimo un soldo”
  • Gli studenti da 14 a 18 anni che cominciano a prendere coscienza delle brutture dell’Italia si oggi sono la grande, vera speranza del domani

A fronte di una politica inutile, che non riesce a dare risposte, arriva la protesta degli studenti dei licei e, in generale, delle scuole superiori che chiedono l’abolizione dell’infame alternanza scuola-lavoro

Nel bel mezzo del primo, grande ‘bordello’ della politica italiana, che dovrà cedere il campo all’Unione europea dell’euro anche per l’elezione del presidente della Repubblica, e nel bel mezzo del secondo, grande ‘bordello’ economico e sociale delle bollette di luce e gas stratosferiche si accende una luce di speranza: sono i ragazzi dei licei e delle scuole superiori che scendono in piazza contro la grandissima ingiustizia dell’alternanza scuola-lavoro. La protesta è esplosa dopo la morte di Lorenzo Parelli, il diciottenne deceduto in fabbrica durante uno stage. La protesta è iniziata in alcune scuole di Milano e di Roma e, piano piano si va diffondendo, in tutte le scuole italiane. Ieri, per esempio, bella manifestazione a Catania e bella manifestazione a Palermo. Lo slogan che circola in tutte le scuole del nostro paese, da Milano alla Sicilia, è “Di scuola-lavoro non si può morire”. L’aspetto importante e, per certi versi, rivoluzionario è che i ragazzi, partendo dalla morte assurda di Lorenzo Parrelli, hanno ben chiara l’idea che stanno contestando un modello infame – voluto dalla mala-politica italiana ‘scendiletto’ del liberismo economico imperante nell’Unione europea – che li costringe, per poter sostenere l’esame di Stato, a lavorare gratis, senza diritti e senza sicurezza.

“Abbiamo fatto le nostre 8 ore di corso sulla sicurezza obbligatorio e poi ci hanno dato in pasto ad aziende pagate per assumerci, senza che noi vedessimo un soldo”

Se ci fate caso, i politici di tutti gli schieramenti tacciono. Ed è anche logico: al centrodestra va bene che le imprese sfruttino il lavoro degli studenti, il centrosinistra ha fatto approvare la legge sull’alternanza scuola-lavoro ed è rappresentato da un partito – il PD – che è il punto di riferimento dell’Unione europea ultra-liberista  in Italia, i grillini sono troppo impegnati a conversare le poltrone parlamentari che non rivedranno più. L’unica cosa che la politica italiana ha fatto rispetto alla nuova questione sociale che intanto cresce di giorno in giorno è spedire nelle piazza i poliziotti in tenuta anti-sommossa per contenere le rivolte e anche per far provare ai ragazzi i lacrimogeni e qualche bastonata. Insomma, davanti alle proteste di piazza la politica italiana – tutta la politica italiana, nessuno escluso – mostra il suo volto militare e poliziesco. Ma se la politica tace e manda in piazza i celerini, sembra che gli studenti si stiano dando un’organizzazione. Da voci raccolte qua e là sembra che la prossima settimana ci potrebbero essere altre proteste. Sul quotidiano La Sicilia – che ha seguito la manifestazione di ieri a Catania, leggiamo dichiarazioni molto acute degli studenti: “Siamo qua oggi per ricordare Lorenzo, vittima dell’alternanza scuola-lavoro – ha detto una studentessa -. Ma io mi chiedo: è stato davvero un incidente? Una morte bianca? Credo proprio di no. Lorenzo è stato ucciso da un sistema di sfruttamento. Un sistema che ci costringe a lavorare gratuitamente, senza formazione, senza sicurezza. Abbiamo fatto le nostre 8 ore di corso sulla sicurezza obbligatorio e poi ci hanno dato in pasto ad aziende pagate per assumerci, senza che noi vedessimo un soldo”. E ancora: “Perché noi – ha spiegato un altro studente – non abbiamo scelta, se non completiamo il percorso di alternanza fino all’ultimo minuto ci possiamo scordare di essere ammessi all’esame di Stato. È un ricatto. E oggi questo riscatto l’abbiamo pagato col sangue. Lorenzo era uno di noi, aveva 18 anni. Dobbiamo lottare in onore di Lorenzo e rivoluzionare il sistema”.

Gli studenti da 14 a 18 anni che cominciano a prendere coscienza delle brutture dell’Italia si oggi sono la grande, vera speranza del domani

Ricordiamo che l’alternanza scuola-lavoro è stata messa in pista per consentire alle imprese italiane di fronteggiare i paesi dove il costo del lavoro è più basso. Questa è l’Unione europea di oggi: invece di contestare e boicottare i Paesi dove i lavoratori vengono trattati come schiavi, l’Italia non solo acquista i prodotti di questi Paesi a prezzi stracciati distruggendo le produzioni italiane (è il caso dell’agricoltura), ma – come giustamente dicono gli studenti – “ha dato in pasto” gli studenti alle aziende che li sfruttano e uno di loro ci ha rimesso la vita. Una vergogna senza fine. Sì, quanto succede nella scuola italiana è incredibile ed è importantissimo che gli studenti comincino a ribellarsi. Sarebbe importante se, già dalla prossima settimana, magari mentre ancora la politica indugia su come finire di consegnare l’Italia agli ultra-liberisti della Ue, regalandogli anche il Quirinale, gli studenti tornassero in piazza a protestare pacificamente chiedendo l’immediata abolizione dell’alternanza scuola-lavoro. cari studenti in lotta: l’alternanza scuola-lavoro gliela dovete fare rimangiare! Gli studenti da 14 a 18 anni che cominciano a prendere coscienza delle brutture dell’Italia si oggi sono la grande, vera speranza del domai.

 

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