Dopo alcune settimane, siamo tornati a sentire Mario Pagliaro per fare una bella chiacchierata sui prossimi mesi dell’anno. Applicando le previsioni meteo all’agricoltura, Pagliaro ci ha già detto che i prezzi del grano non scenderanno. Ma il chimico del Cnr è anche esperto di energia. E’ noto che le bollette di luce e gas sono ormai fuori controllo. Pagliaro ci aveva detto che l’Italia copre la quasi totalità dei propri consumi di gas naturale dalle importazioni attraverso i gasdotti, e
Senta, Pagliaro, noi siamo colpiti dalle quantità eccezionali di neve che riusciamo a vedere fin da Palermo sulle alte Madonie, e poi dai tanti bei video degli amanti di Piano Battaglia o di Pizzo Carbonara. Quello che non riusciamo a comprendere bene è il quadro non diciamo globale, ma almeno europeo. Siamo praticamente a Febbraio: il tempo migliorerà, oppure dobbiamo continuare ad attenderci freddo e neve?
“Per molti giorni ancora la piccola Europa, sia occidentale che orientale, e l’intero piccolo bacino del Mediterraneo saranno al freddo, e in alcuni casi anche al gelo. Interamente circondata dalle acque tiepide del Mediterraneo centrale, la Sicilia in questi giorni, per quanto al freddo, non è stata sommersa dalla neve e dal ghiaccio come tutta la Grecia, la Turchia, Israele, la Siria o la Giordania. E’ persino più calda, in questi giorni, della Tunisia dove pure ad Hammamet ieri la temperatura era di poco superiore a zero gradi. Dopo tre mesi di enormi piogge fra Settembre a Novembre, la Sicilia ha beneficiato di tre settimane di straordinario soleggiamento che hanno consentito alle aziende agricole di poter seminare il grano e gli altre colture. Poi è tornato il maltempo, ma senza eccessi nelle precipitazioni e in felice alternanza con splendide giornate in cui il sole delle giornate che si allungano rapidamente illumina i campi e le colture mentre le temperature gelide notturne tengono lontani funghi e parassiti. La Sicilia sta vivendo, e continuerà per molti anni, una vera e concreta rinascita della sua agricoltura”.
Nei giorni scorsi abbiamo scritto di Andrea Graziano il cui ristorante di Catania ha subito un aumento della bolletta mensile del 150%. Per protesta hanno organizzato una cena a lume di candela. Cosa possono fare le piccole aziende e i ristoranti a fronteggiare simili rincari?
“Devono installare immediatamente un potente impianto fotovoltaico sul tetto dei loro edifici, abbinato alle batterie al litio. Se non hanno spazio sufficiente sul tetto, possono farlo realizzando una pensilina fotovoltaica nel parcheggio o nel giardino e negli spazi circostanti. Non devono perdere altro tempo: per oltre un decennio, da quando nel 2008 presentammo a Bagheria il Polo Fotovoltaico della Sicilia, abbiamo insistito che l’adozione dell’energia solare e delle nuove tecnologie dell’energia non era e non è una lodevole iniziativa a favore dell’ambiente, ma un’urgente necessità di ordine economico e finanziario, che sarebbe divenuta presto una questione strategica per la sopravvivenza economica non solo delle imprese, ma anche degli Enti locali e degli uffici pubblici di ogni natura. La risposta della Sicilia è stata che, a fronte di oltre 1 milione e 700mila edifici censiti, gli impianti fotovoltaici in tutta l’Isola, incluse le tante isole che circondano la Sicilia, sono oggi soltanto 60mila. La buona notizia è che oggi, e da tempo, un impianto fotovoltaico da 3 kW (chilowatt) costa meno di 4mila euro. Ma i siciliani preferiscono spendere i loro soldi al gioco. Nel solo 2018, In Sicilia, si spendevano 5 miliardi di euro (4,547 miliardi, per la precisione: https://www.madoniepress.it/2020/02/08/lotteri-macchinette-e-gratta-e-vinci-i-madoniti-hanno-speso-89-milioni-di-euro/) nelle cosiddette lotterie legali. Spendendo 5 miliardi di euro in impianti fotovoltaici domestici e aziendali, i siciliani installerebbero in un anno 5000 MW (megawatt) di potenza fotovoltaica sui loro tetti, liberandosi dalle bollette elettriche. Ora forse si capisce meglio perché dal 2008 insistiamo perché la Sicilia si doti del suo Istituto per l’energia solare”.
Un’altra questione centrale in Sicilia è quella dell’acqua. Ricordo un suo ampio articolo su TimeSicilia in cui ci spiegava come le dighe siciliane buttassero l’acqua a mare ogni volta che i livelli di riempimento si approssimavano a quelli non autorizzati per motivi di sicurezza. Non bastasse, adesso i Consorzi di Bonifica non solo vendono l’acqua agli agricoltori a tariffe carissime, ma hanno chiesto il pagamento di bollette non pagate per decine di milioni di euro. Cosa possono fare gli agricoltori per difendersi?
“Devono fare la stessa cosa che va fatta da parte di tutti con l’energia solare. Così come non ha senso economico non utilizzare l’immensa quantità di luce solare che arriva gratuitamente dal cielo ogni anno in Sicilia attraverso le tecnologie del fotovoltaico e del solare termico, così non ha alcun senso che gli agricoltori assistano passivamente per mesi alla caduta delle piogge senza che un solo litro d’acqua venga raccolto e accumulato per essere usato nei tre mesi asciutti dell’Estate siciliana. Qualsiasi azienda agricola, a prescindere dalle dimensioni, deve dotarsi di un proprio laghetto aziendale nel quale accumulare l’acqua piovana. Si può persino farlo a livello interaziendale, condividendo poi le acque in due o tre aziende confinanti. E’ semplice, rapido ed economico. Molte aziende lo stanno finalmente facendo, e tante altre guardano alla raccolta dell’acqua piovana con fiducia. Lo stesso va fatto con l’energia solare”.