“E’ evidente che siamo di fronte ad una tipologia e ad una quantità di interventi diffusi sul territorio che stravolgeranno del tutto il sistema e la rete dell’assistenza socio-sanitaria in Sicilia; un intervento di portata tale da poter esser assimilato ad una vera e propria riforma del Sistema Sanitario Regionale, che avviene senza alcun tipo di coinvolgimento degli stakeholders politici e tecnici, né dei territori e degli Enti locali. Spicca certamente l’assoluto e grave mancato coinvolgimento dell’Assemblea regionale siciliana. Siamo di fronte a scelte che invece richiederebbero il massimo del coinvolgimento e della partecipazione perché le soluzioni adottate rispondano davvero alle esigenze di salute della nostra Regione, soprattutto nell’ottica della sanità territoriale e diffusa”. Lo scrive in una lettera indirizzata al presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, la parlamentare siciliana, Marianna Caronia. La deputata della Lega fa riferimento al fatto che l’assessorato regionale alla Salute-Sanità avrebbe proceduto, senza alcuna comunicazione al Parlamento dell’Isola, né alcun confronto con i rappresentanti dei medici o dei territori interessati, alla programmazione di oltre 550 milioni di investimenti nel settore della sanità, che sono parte del più ampio contributo di 800 milioni che il PNRR destina alla nostra Regione per il sistema sanitario.
Il tema è sempre lo stesso è va in scena da decenni: il Governo regionale deve spendere i fondi extra regionali senza consultare il Parlamento o lo deve coinvolgere? Noi riteniamo corretto che il Governo operi le scelte senza coinvolgere il parlamento, non certo senza informarlo. La parlamentare Caronia cita un decreto dell’assessore alla Salute-Sanità, Ruggero Razza, dello scorso 14 Gennaio, nel quale si evince che l’assessorato ha già trasmesso al Ministero per la Salute le liste e i piani operativi relativi a:
– 216,9 milioni per la realizzazione di 146 “Case della comunità”;
– 93,4 milioni per la realizzazione di 39 “Ospedali della comunità”;
– 254,5 milioni per l’ammodernamento tecnologico degli ospedali;
oltre ad altre somme fino alla concorrenza dei circa 800 milioni previsti dalla pianificazione nazionale per la Sicilia.
“Non è possibile che una programmazione di questo tipo – conclude Caronia – avvenga al buio, nel chiuso di alcune stanze dell’Assessorato senza alcun confronto, alcuna comunicazione, alcuna informazione. Come sapere sulla base di quali criteri sono state scelte le aree in cui creare le Case di Comunità o gli Ospedali di comunità? Come sapere se un ospedale oggi di eccellenza non è stato ‘declassato’? Non si può fare una riforma del sistema sanitario con scelte di tipo ‘tecnico/amministrativo’ che non rispondono o rischiano di non rispondere alle esigenze dei territori e dei nostri cittadini. Confido nell’attenzione e nella sensibilità del Presidente Micciché, perché al più presto l’ARS si riunisca per discutere di questa delicatissima situazione”. Il Governo, prima di inviare a Roma liste e piani operativi – ovvero come intende spendere questi soldi – avrebbe dovuto comunicarlo in modo formale al Parlamento e dibattere il tema in Aula, senza voto finale, perché la decisione spetta al Governo. Poi, se in Aula fossero emerse indicazioni utili il Governo, di propria spontanea volontà, avrebbe potuto apportare eventuali modifiche. Tutto alla luce del sole, in Parlamento, senza spartizioni consociative, come si fa spesso in Sicilia 8anche in questa legislatura). Ma spendere tutti questi soldi – peraltro in un settore nevralgico come la sanità siciliana in tempo di Covid – senza informare il Parlamento dell’Isola è un errore di ‘sintassi’ politica e istituzionale.
Sulla vicenda interviene anche Mario Di Mauro, della Comunità TerraeLiberAzione. Di Mauro parla senza mezzi termini di “Golpetto sanitario!”. E aggiunge: “Alla Salute!. La Sanità siciliana ci costa mezzo bilancio, circa 9 miliardi all’anno (e conta anche su strutture di altissimo livello e su migliaia di operatori meravigliosi). La Sanità è un ‘campo di battaglia’ in cui si decidono anche equilibri di potere e fortune politiche e professionali. La cosa non ci ‘scandalizza’, ma a tutto c’è un limite. In ‘Regione Siciliana’ ci mancava solo il Golpetto sanitario: sugli 800 milioni del Pnnr (Missione 6 “Salute”)- l’assessore Razza si inventa l’ennesima task force di fedelissimi. L’extra da PNRR –per tutte le Regioni- è una occasione unica per chissà quanti altri anni, e non va sprecata. Ne va della nostra Salute. Ma non si può procedere d’ammucciuni, di nascosto, a una ‘rimodulazione di rete’ che va discussa civilmente e rapidamente nelle sedi istituzionali e con tutti: alla luce del Sole. La ‘Salute’ non deve essere un bankomat elettorale, né un affare privato. La Salute è un “affare di tutti”: la Misura PNRR –peraltro scarsamente finanziata- è finalizzata anche a ‘rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio, modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario e garantire equità di accesso alle cure’. E pone una priorità anche sull’urgente digitalizzazione e interconnessione dell’intero ‘Sistema’. E se non si spreca niente, si potranno realizzare anche ’39 nuovi ospedali di comunità e 146 case della comunità’ per rafforzare la medicina territoriale. Ma se il buongiorno si vede dal mattino… qui fa kiù scuru di menzannotti. Ci mancava solo il Golpetto sanitario del ColonNello e del suo Sergente… ‘spalmiamo’ un velo pietoso (il riferimento sembra alla ‘spalmatura’ dei deceduti per Covid, un mezzo scivolone dell’assessore Razza ndr). Quanto al futuro della miliardaria Sanità siciliana –lo ripetiamo da anni: va liberata -scorporata dall’ente Regione e trasformata in pubblica Fondazione Salus Siculorum – Salute dei Siciliani, includendovi la buona educazione civica, fisica e alimentare, ma anche le bonifiche a partire dalle devastate ‘zone rosse’ –rosse come il mare color del mercurio- di quella petrolchimica colonialista in cui va in scena un Olocausto sconosciuto, con decine di migliaia di vittime… Altro che ‘untori’!. Vaste programme. Alla Salute!”.
P.s.
Ma i sindacati che operano nella sanità siciliana che dicono? Esistono ancora?