Raffaele Lombardo: Mario Di Mauro e Rino Piscitello lo celebrano. Noi ci chiediamo: la sua avventura autonomista è tutta gloria?

26 gennaio 2022
  • Due ritratti dell’ex presidente della Regione siciliana un po’ a senso unico
  • Parla Mario Di Mauro
  • Parla Rino Piscitello
  • Quello che Mario Di Mauro e Rino Piscitello non dicono

Due ritratti dell’ex presidente della Regione siciliana un po’ a senso unico

Sulla vicenda giudiziaria dell’ex presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo – vicenda lunga e tormentata – vanno due interventi che riprendiamo perché aprono un dibattito interessante sulla Sicilia, prima che su tutto il resto. Un intervento di Mario Di Mauro, portavoce della Comunità TerraeLiberAzione, e un secondo intervento dell’ex parlamentare, Rino Piscitello. Leggiamoli insieme.

Parla Mario Di Mauro

Cominciamo con Mario Di Mauro con il suo articolo su TerraeLiberAzione dal titolo: L’ISOLA del DIAVOLO. Sul Golpe mediatico-giudiziario del 2010 (1) “Lombardo è innocente!: lo abbiamo urlato incazzati nel 2010. Perché sapevamo tutto. Lo urliamo felici oggi, perché quella “montagna di merda” si è dissolta al fuoco della Verità. L’Odissea di Raffaele Lombardo descrive una persecuzione lunga 12 anni, con decine di “avvisi”- perquisizioni-interrogatori- udienze- infiniti processi (e speriamo siano finiti!). Questa Odissea è nota e… E’ nota?. Ma quale Storia è nota? La Banalità del Male inscenò un sofisticato Golpe colonialista in modalità mediatico-giudiziaria (marzo 2010) contro un Movimento Autonomista; una Banalità che si è autoalimentata per oltre un decennio nelle nebbie delle sue stesse Tesi spettacolari. No, la Storia non è per niente nota! L’Operazione Iblis –che ci aspettavamo- era chiara alla nostra Analisi fin da quando il TG1 della sera sparava contro Lombardo col bazooka del suo direttore Minzolini (16 titoli di apertura del Tg1 delle ore 20!) e il partito-giornale “la Repubblica” sparava titoloni del tipo: “Arrestate Lombardo!”. Questi “killer del golpe mediatico-giudiziario” avevano Padroni-Mandanti?. In verità, se il sospetto è l’anticamera della Verità, non mancava manco l’ombra dei Servizi segreti (solo italiani?). Sorvoliamo sugli applausi forcaioli di una irredimibile, frustrata, allucinata e pestifera “società civile”: certi decerebrati dell’Antimaf, utili idioti di uno Spettacolo coloniale giunto a uno stadio terminale di insensatezza: se fosse per questi qua la Mafia S.p.A. avrebbe veramente la Sicilia in mano! Meno chiaro -ad altri- fu che stavano bombardando “oggettivamente” un neonato Movimento Autonomista, confuso e contraddittorio, certo; ma figlio intelligente di questa sicilietta idiotizzata, e di sicura naturale evoluzione in un grande partito dei “siciliani di forte concetto”, per dirla con Sciascia. La dimensione politico-strategica dell’Operazione Iblis andava ben oltre l’aggressione a un leader politico. Non ha avuto vita facile quel MPA che disarticolò dall’interno il quadro politico coloniale sotto una guida di tipo bonapartista illuminata ed umile: me lo ricordo Raffaele quando venne a “bussare alla porta” dell’Istituto TerraeLiberAzione: “Vi conosciamo, e sono qua, per imparare!”. Imparò tanto e velocemente, e ci insegnò tanto e velocemente: con confronti quotidiani che perdurarono diversi anni (anche sui punti di divergenza). Non gli abbiamo mai “chiesto” nulla… A differenza delle processioni di fame che affollavano le segreterie del MPA, veri ambulatori sociali, a volte perfino “campi per rifugiati”!. Ci sarà tempo per scrivere una storia critica del primo MPA; al momento non è poco che non sia scritta con l’inchiostro dell’infamia in un Tribunale coloniale. L’imputato non è stato solo Lombardo, ma una intera “associazione politica di stampo…anticolonialista”. E perfino i Giudici ci sono apparsi infine esausti prigionieri nelle nebbie di questa infinita storia di una “colonia infame”. “Lombardo è innocente!”: lo abbiamo urlato incazzati nel 2010. Perché sapevamo tutto. Lo urliamo felici oggi, perché quella “montagna di merda” si è dissolta al fuoco della Verità”.

Parla Rino Piscitello

Andiamo a Rino Piscitello con il suo articolo pubblicato su La Nazione Siciliana dal titolo: CHI FERMÒ RAFFAELE LOMBARDO? E PERCHÈ? “Il vento in poppa Aveva il vento in poppa Raffaele Lombardo nel marzo del 2010. Era Presidente della Regione Siciliana e governava da due anni. Alle elezioni regionali dell’aprile 2008, aveva conseguito oltre il 65% dei voti (quasi due milioni di siciliani espressero la preferenza per lui) e le liste che facevano riferimento al suo movimento avevano ottenuto il 22,2%. Un movimento che non obbediva a ordini romani. Nulla sembrava lo potesse fermare nella costruzione di un movimento politico che aveva la sua testa in Sicilia e che non obbediva né rispondeva ad alcun partito nazionale. Il Movimento per l’Autonomia, ancorché esistente anche in altre regioni, in Sicilia sembrava inarrestabile ed era in sicura crescita. Il 29 marzo del 2010, il quotidiano La Repubblica, apre però a tutta pagina con la notizia “Lombardo indagato”. La Repubblica poteva saperlo solo perché qualcuno le aveva illecitamente passato la notizia. L’operazione di delegittimazione. Da quel momento si aprì un’operazione di delegittimazione che sembrò non avere mai fine. Un inferno terminato con l’ultima assoluzione del 7 febbraio scorso. 12 anni di processo con accuse infondate. 12 anni di un processo del quale non si è mai compreso a fondo quali fossero le accuse e su quali prove fossero basate. Quelle accuse erano totalmente infondate e si sono concluse con le formule “perché il fatto non sussiste” e “per non aver commesso il fatto”. Ma al di là della magistratura, quali forze potenti hanno voluto fermare Raffaele Lombardo e perché? E soprattutto come sarebbe stata oggi la Sicilia senza il processo e la persecuzione politica, giornalistica e giudiziaria contro Raffaele Lombardo? Chi decise di fermare Raffaele Lombardo? Quale è stata la vera imputazione, al di là di quella intentata dalla magistratura? Raffaele Lombardo, con molti degli uomini e delle donne che gli sono stati vicino, ha riscoperto e rilanciato il valore dell’autonomia siciliana. E soprattutto ha aperto una vera e propria vertenza Sicilia con il governo nazionale, allora presieduto da Berlusconi. Non ha fatto sconti a nessuno Raffaele Lombardo in difesa dei diritti della Sicilia, nemmeno ai suoi alleati politici. E il suo governo ha rappresentato fino a quel momento un’eccezione assoluta nel panorama politico siciliano. Per un lungo periodo fu inviso sia al centrosinistra che al centrodestra. Lombardo diventò un’anomalia da eliminare. E quando si oppose ad alcune enormi operazioni economiche come i termovalorizzatori proposti all’epoca o le pale eoliche, la fine si fece più vicina. Nella vicenda dei termovalorizzatori erano coinvolti grandi gruppi di affari italiani, alcuni dei quali pure con grosse partecipazioni editoriali e forti interessi politici. E nelle pale eoliche, a volte addirittura staccate dalla rete elettrica, vi erano persino interessi mafiosi. A tutto questo forse qualcuno aggiunse che l’isola al centro del Mediterraneo non potesse essere governata da un movimento autonomista, inaffidabile per definizione. E perché? Fu un concerto di forze e di interessi che si strinse attorno al collo di Lombardo per soffocarlo politicamente e maciullarne l’immagine. Una volta accerchiato e indebolito, l’allora Presidente della Regione fu esposto ad accuse pesantissime e divenne bersaglio di un pentitismo “a la carte”. Raffaele Lombardo subì un attacco concentrico dal quale non poteva essere in grado di difendersi. Lo subì perché era autonomista, perché difendeva le prerogative costituzionali dell’Isola, perché dopo tanti anni qualcuno ricordava che lo Statuto aveva natura pattizia. Per i poteri forti che risiedono principalmente, ma non solo, nel Nord del Paese, Raffaele Lombardo andava fermato e fu fermato, ma quell’autonomismo mai estremista e però sempre determinato ha lasciato il suo segno e non è andato sprecato. Che Sicilia avremmo avuto senza la persecuzione nei confronti di Lombardo? Come sarebbe la Sicilia se non avessero fermato il governo Lombardo? Prima di tutto, l’Isola avrebbe avuto un forte movimento politico autonomista che ne avrebbe rappresentato gli interessi. L’esperimento autonomista sarebbe andato avanti e con grande probabilità molti articoli dello Statuto sarebbero stati in buona parte attuati. Non vi sarebbe stato il tragico governo Crocetta e con lui la perdita di credibilità e i dannosissimi accordi economici imposti dal Governo Renzi. E molti risultati ottenuti adesso dal Governo Musumeci e dall’assessore Armao, non a caso già assessore del governo Lombardo, sarebbero arrivati con anni d’anticipo. Nuova stagione autonomista. Nella stagione di Raffaele Lombardo si mise alla prova un nuovo gruppo di assessori. Che rivolsero la loro attenzione ai problemi concreti più che alle esigenze di partito. Per tutti basta citare Gaetano Armao e Massimo Russo, esempi riconosciuti di impegno e rigore. E poi una classe dirigente autonomista diffusa che in gran parte conserva memoria di quel periodo ed è pronta a riprendere un percorso. Abbiamo dovuto attendere la Presidenza di Nello Musumeci con il suo movimento politico nato in Sicilia per vedere l’avvio di una nuova stagione autonomista. E non a caso anche Musumeci subisce oggi attacchi pesantissimi. Niente torna allo stesso modo e vi è stato un danno irreparabile. Il Presidente Lombardo ha dichiarato di non volere più svolgere un ruolo politico. Lo comprendiamo anche se riteniamo che la Sicilia abbia ancora bisogno di lui. Certamente ha bisogno che la stagione autonomista inaugurata da Lombardo e oggi proseguita da Musumeci e Armao non venga nuovamente fermata”.

Quello che Mario Di Mauro e Rino Piscitello non dicono

Molte di queste considerazioni le condividiamo. Nessuno mette in dubbio che Raffaele Lombardo abbia rilanciato l’Autonomia siciliana. Non sapevamo che aveva contatti con l’Istituto TerraeLiberAzione: e questo va ad onore dell’ex presidente della Regione. E’ assolutamente vero il secco “No” di Lombardo ai termovalorizzatori. E siamo anche testimoni della battaglia di Lombardo non contro le pale eoliche, ma contro la proliferazione delle pale eoliche in aree della Sicilia di pregio. Siamo anche testimoni di un convegno organizzato a Palermo dall’ex presidente della Regione siciliana, nei saloni di Villa Malfitano, proprio sulla proliferazione delle pale eoliche con la partecipazione dell’ex presidente della Repubblica francese, Valéry Giscard d’Estaing. Però in entrambi gli interventi si dimenticano alcune cose. La più importante è che Lombardo è stato eletto presidente della Regione siciliana nel 2008 con i voti dell’elettorato di centrodestra e che, un anno dopo, nel 2009, ha dato vita a un Governo di centrosinistra con chi aveva perso le elezioni. Di Mauro e Piscitello non possono sorvolare sul ribaltone. Anche per il rispetto della Democrazia. C’è anche un problema di ‘qualità’ politica che Di Mauro e Piscitello eludono: pensano veramente che Lombardo abbia rilanciato l’Autonomia siciliana con il PD di Giuseppe Lumia, Antonello Cracolici, con Gianfranco Miccichè e con Confindustria Sicilia di Antonello Montante? Perché, alla fine, è con questi che Lombardo ha governato per quattro anni la Sicilia. Forse Di Mauro e Piscitello pensano che il PD di Giuseppe Lumia e Antonello Cracolici e che Gianfranco Miccichè e Confindustria Sicilia di Antonello Montante siano difensori dell’Autonomia siciliana? E che dire del rigassificatore di Porto Empedocle? Prima del 2008 il Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo era contrario a questa follia, ne fa testo politico e parlamentare un’interpellanza firmata dai parlamentari regionali di questo Movimento. Appena arrivato al Governo Lombardo ha cambiato opinione e, con accanto l’allora assessore Armao, ha dato il via libera al progetto. Di Mauro e Pisciello sono anche loro favorevoli al rigassificatore di Porto Empedocle, progetto per ora bloccato ma non ancora eliminato? Ancora: pensano veramente che sia stato giusto smantellare la sanità siciliana per fare quadrare i conti romani, non certo quelli siicliani? Anche questa è ‘Autonomia’, Di Mauro e Piscitello? Il cinismo politico (e non soltanto politico) di Lombardo fa anche parte del suo ‘spirito autonomista’? In conclusione, siamo i primi a riconoscere che nell’avventura di Lombardo Autonomista ci sono state tante luci, ma ci sembra un po’ esagerato dimenticare le ombre. O no?

 

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