Prendiamo spunto da un intervento del segretario generale del Sifus, Maurizio Grosso, per tornare a porre la questione della tutela del territorio siciliano. Grosso affronta il tema della questione degli operai forestali e, in particolare, della riforma del settore che dovrebbe essere discussa e approvata dal Parlamento siciliano. La nOstra tesi i lettori de I Nuovi vespri la conoscono già da qualche mese: i cambiamenti climatici sono ancora in atto e non sappiamo cosa succederà la prossima Estate e il prossimo Autunno: da qui la necessità – questa la nostra proposta – che la regione siciliana assuma subito non meno di 30 mila operai forestali in tempi brevissimi per cominciare, sin da Marzo-primi 15 giorni di Aprile, il lavoro di prevenzione degli incendi nei boschi e di regimazione dei fiumi e dei corsi d’acqua. Leggiamo adesso insieme cosa scrive Grosso: “Per aumentare le giornate di legge ai lavoratori forestali, come prevede il disegno di legge dell’assessore all’Agricoltura, Toni Scilla, e la III Commissione dell’Assemblea regionale siciliana sono necessarie risorse economiche immediatamente spendibili che bisogna necessariamente attingere dal bilancio, quindi dalle casse regionali (vedi la cosiddetta ” bollinatura” delle risorse). Siccome le risorse disponibili sono scarse, sostengono l’assessore Scilla e la III Commissione, al massimo si potrà approvare una legge che prevede, entro 6/7 anni, il transito dei 78isti e 101isti in un contingente di 120 giorni e quello dei 151isti in un contingente di 180 giorni. Per superare le infrazioni rilevate dalla Commissione europea, che vorrebbe che i contratti dei forestali venissero trasformati a tempo indeterminato, il disegno di legge in questione, sciaguratamente, prevede la trasformazione dell’attuale contratto in contratto stagionale, la cancellazione dell’attuale contingente che consente ad oltre 1300 forestali di lavorare a tempo indeterminato e la cancellazione del meccanismo del turnover”.
L’assessore Scilla e tutto il Governo regionale siciliano continuano a sottovalutare i cambiamenti climatici in corso. Noi abbiamo deciso di tornare spesso sull’argomento proprio per non dare alibi al Governo: se la prossima Estate e il prossimo Autunno ci saranno danni da fuoco ai boschi e nuove inondazioni non prevenute né mitigate ognuno si assumerà le proprie responsabilità, nella speranza che, come avvenuto lo scorso anno, non vegano eventualmente archiviate come dannazioni del destino. Esiste un’alternativa all’inutile e dannoso disegno di legge di riforma del settore forestale del Governo regionale? “L’alternativa a questo disegno mortale per i forestali c’è – dice il segretario generale del Sifus – ma ovviamente, ci vuole sufficiente volontà politica per realizzarla: è la stabilizzazione promossa dal Sifus attraverso il disegno di legge n. 1009. Infatti, anziché votare un disegno di legge che aumenta giornate secondo le disponibilità degli spiccioli di cui dispongono le scarse casse della Regione siciliana, bisogna votare una legge che abbia la capacità di fare sistema tra patrimonio boschivo, ambiente, turismi, territorio e lavoro. Una legge di questa portata allargherebbe le competenze di cui godono oggi i forestali che non si dovrebbero occupare solo di manutenzione dei boschi e difesa dagli incendi, ma in maniera programmata anche di diversi altri ambiti: messa in sicurezza del territorio attraverso il suo assestamento e consolidamento idrogeologico, pulizia dei letti e regimentazione degli argini dei fiumi, dei torrenti; gestione di tutti i Parchi e le Riserve in un ottica ambientale e turistica; trasformazione del cippato in energia alternativa; distruzione delle piante alloctone dannose all’ecosistema, allargamento e ripiantumazione boschiva, ecc, ecc.”. Noi siamo perfettamente in linea con il Sifus e aggiungiamo che la gestione delle Riserve naturali debbono essere tolte alle associazioni ambientaliste per farle gestire al Corpo Forestale dando lavoro agli operai della Forestale. Le associazioni debbono controllare la gestione della Regione, non gestire le Riserve con i soldi della regione siciliana! Questa forma di consociativismo in salsa ambientalista fino ad oggi ha prodotto solo enormi danni! Ci auguriamo che anche il Sifus inizi una battaglia per riportare gli ambientalisti al loro naturale ruolo di controllo del potere e non di gestione del potere!
Gli operai della forestale, dice Grosso, debbono occuparsi dell’ambiente in generale, non soltanto della tutela dei boschi. “Questa strategia – precisa il segretario generale del Sifus – consentirebbe di attingere sia dalle risorse di bilancio (i fondi bollinati disponibili), sia da diversi canali di finanziamento extraregionali (fondi strutturali ) che possono essere tranquillamente utilizzati a condizione che si disponga di una seria capacità di progettazione e programmazione degli interventi che in ogni caso, seppur strutturali, devono essere ripetuti. In sintesi, tra i fondi di bilancio e quelli extraregionali, approvando il disegno di legge n. 1009, avremo a disposizione le risorse finanziarie per consentire che i lavoratori forestali lavorino tutti i giorni dell’anno e per la loro stabilizzazione bisogna attivare il transito di tutti i contingenti nel contingente LTI. Certo, per raggiungere questo storico obiettivo la Regione siciliana dovrebbe dotarsi progettisti capaci e non certamente degli ‘asini’ che nei mesi scorsi sono stati in grado di farsi bocciare 31 progetti su 31 dal PNRR per l’ammodernamento delle reti irrigue. Per i forestali l’unica soluzione che consente di fare il legittimo salto di qualità è rappresentata dalla proposta concreta avanzata dal Sifus, attraverso nove parlamentari regionali di maggioranza ed opposizione, poiché anche l’aumento delle giornate rivendicato dai confederali è fine a se stesso. I sindacati confederali (CGIL-CISL-UIL), infatti, che sui forestali in 10 anni hanno cambiato tre volte posizione relativamente il numero giornate (in ultimo sostenevano la proposta dell’ex assessore PD antonello Cracolici che intendeva cancellare financo le garanzie occupazionali), oggi, rivendicano 2 contingenti (180 giorni e OTI). Ebbene, visto che non hanno mai presentato una proposta di legge in Parlamento ( il Sifus ne ha presentate 2 in 11 anni di vita) non ci è dato sapere se i soldi necessari intendano prenderli dal bilancio regionale, oppure, una quota dal bilancio regionale e l’altra dai fondi extra regionali. Se puntano a prenderli dal bilancio, i fondi sono insufficienti per finanziare la loro proposta come ci rappresentavano oltre che l’assessore Scilla e la III Commissione anche il loro ex assessore Cracolici nella legislatura precedente. Se puntano a prenderli da entrambe le fonti di finanziamento ( bilancio e extraregionali) non possono chiedere i 2 contingenti ma ne devono chiedere solo uno e a tempo indeterminato, poiché non è possibile presentare progetti extraregionali di questa portata prevedendo giornate spezzettate. Bisogna prevedere la realizzazione intera dell’opera e poi ripeterla. Sulla stabilizzazione non faremo un passo indietro”.