- Che ci guadagnano enti e società che operano nel settore da questa operazione?
- Di fatto, enti e società del settore si caricano un onere che è legato ai ritardi nei pagamento della Regione: ma che senso ha?
Che ci guadagnano enti e società che operano nel settore da questa operazione?
Seguendo da anni le disavventure della Formazione professionale siciliana siamo rimasti un po’ perplessi nel legge un comunicato dell’assessore regionale che si occupa di questo settore, Roberto Lagalla. “L’assessorato regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale – leggiamo nel comunicato – ha istituito lo strumento della ‘cessione del credito’, per garantire agli enti di Formazione professionale la tempestiva erogazione delle somme dovute, a titolo di anticipazione e saldo, per il finanziamento delle attività formative. Agli enti che lo richiederanno, sarà quindi possibile rilasciare un’apposita certificazione del credito spettante e questa potrà essere utilizzata ai fini dell’eventuale cessione del credito, concesso da istituti bancari o soggetti economici”. Poi arriva la precisazione dello stesso assessore Lagalla: “Grazie a questo strumento disposto in favore degli enti della formazione questi potranno tutelare il personale e garantire una stabile continuità delle attività formative erogate, anche nel caso in cui non riuscissero a incassare tempestivamente le anticipazioni delle risorse finanziate dalla Regione. Si tratta di una ulteriore azione in favore della del sistema della Formazione siciliano che, grazie a quanto operato dal governo Musumeci durante gli ultimi anni, è riuscito a volgere in positivo una situazione pesantemente in stallo, che aveva messo a dura prova i lavoratori dell’intero comparto”. Ancora qualche precisazione nel comunicato: “Potranno essere ammessi all’istituto della cessione del credito gli enti regolarmente accreditati all’assessorato regionale dell’Istruzione e della Formazione professionale, ai sensi del Dpr n. 25 del primo ottobre 2015, che operano, in particolare, nel settore della formazione professionale. La procedura si applica a tutte le fasi relative alle procedure di finanziamento regionale ed extraregionale e costituisce un importante strumento per la semplificazione del rapporto tra amministrazione regionale e partenariato della Formazione, assicurando a quest’ultimo correntezza finanziaria e stabilità economica”.
Di fatto, enti e società del settore si caricano un onere che è legato ai ritardi nei pagamento della Regione: ma che senso ha?
In realtà, il Governo regionale di Nello Musumeci e l’assessore Lagalla hanno sì fatto ripartire i corsi di Formazione, ma lo hanno fatto senza aver controllato i contratti che vengono applicati e, soprattutto, non si sono occupati dei disoccupati, abbandonati dalle organizzazioni sindacali tradizionali, ovvero Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Ma questa è un’altra storia. In questa sede noi vogliamo porre qualche domanda al Governo regionale. Noi non abbiamo le conoscenze di economia politica dei nostri governanti, ma da qual poco che ricordiamo la cessione dei crediti a “istituti bancari o soggetti economici” non è gratuita: in genere, chi cede il proprio credito si accontenta di ricevere dagli ” “istituti bancari” o dai “soggetti economici” una parte dei soldi. La parte di soldi che gli “istituti bancari” o i “soggetti economici” riconoscono a chi cede il proprio credito è inversamente proporzionale alla rischiosità di tale credito: se il creditore è un soggetto che paga senza problemi chi cede il credito può ricevere l’80% della somma; se il creditore è, per dirla in lingua siciliana, un malupaaturi, ovvero un soggetto che potrebbe non onorare tutto il debito, o anche l’intero debito, chi vende il proprio credito incassa cifre irrisorie. Sicuramente si parte dal presupposto che la Regione siciliana sia solvibile e quindi gli enti o le società che cedono il credito dovrebbero prendere un’alta percentuale dello stesso credito. Ammettendo che sia così ci chiediamo e chiediamo: che ci guadagnano gli enti e le società che operano nella Formazione? Di fatto, si caricano un onere che è legato ai ritardi nei pagamento della Regione: ma che senso ha? Che cosa ci stiamo perdendo? E’ legittimo manifestare qualche perplessità su tale operazione?
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