- Non c’è mai stato un veto su Mario Draghi presidente della Repubblica. Il fatto è che Draghi, lasciando Palazzo Chigi, deve garantire un Governo. Il centrodestra chiede il Ministero degli Interni, il PD si oppone. Risultato. Draghi potrebbe restare a Palazzo Chigi
- Intanto incalzano i problemi, a cominciare dalle bollette stratosferiche di luce e gas che stanno sollevando le prime proteste
- Noi non cambiamo idea: alla fine il nuovo presidente della Repubblica potrebbe essere la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati
Non c’è mai stato un veto su Mario Draghi presidente della Repubblica. Il fatto è che Draghi, lasciando Palazzo Chigi, deve garantire un Governo. Il centrodestra chiede il Ministero degli Interni, il PD si oppone. Risultato: Draghi potrebbe restare a Palazzo Chigi
Con molta probabilità, lo stesso Mario Draghi – dato per netto favorito nella corsa per il Quirinale e sponsorizzato dall’Unione europea e dalla stampa (economica soprattutto) di mezzo mondo (finanziario e bancario) – è il primo che si sta rendendo conto che la sua candidatura alla presidenza della Repubblica è tutta in salita. Tanti lettori ci chiedono perché I Nuovi Vespri non solo non crede nella candidatura di Draghi, ma ha già da tempo un nome come possibile nuovo capo dello Stato: l’attuale presidente del senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. Noi partiamo da un punto: non sarebbe facile sostituire Draghi da Palazzo Chigi. Infatti l’elezione di Draghi presuppone, contestualmente, la nascita di un nuovo Governo. Ed è su questo secondo punto che tutto rischia di saltare. Quando i leader del centrodestra dicono e ribadiscono la formula “il centrodestra è unito”, ebbene, non si riferiscono soltanto alla trattativa sul nuovo presidente della Repubblica, ma fanno riferimento – soprattutto – alla trattativa per la nascita di un nuovo Governo nel caso in cui Draghi dovesse essere eletto al Quirinale. Ed è su questo tema – che diventa un problema – che si romperebbero i telefoni, anzi, forse è proprio su questo punto che si sono già rotti i telefoni tra centrodestra e centrosinistra. Perché se due forze politiche – Forza Italia e Lega, magari con l’appoggio esterno di Fratelli d’Italia – dovessero chiedere, per esempio, la fine del dominio pieno e incontrastato del PD sul ‘Ministero del grande business dei migranti’, detto anche Ministero degli Interni, è chiaro che ogni trattativa finirà in un binario morto, perché il PD, dopo che ha ripristinato il grande flusso di migranti con annessi & connessi, mai e poi mai cederebbe il Ministero degli Interni, magari alla Lega, con il segretario Matteo Salvini che torna ad essere il Ministero degli Interni o, in alternativa, con Fratelli d’Italia che entra nel Governo proprio con Giorgia Meloni Ministro degli Interni.
Intanto incalzano i problemi, a cominciare dalle bollette stratosferiche di luce e gas che stanno sollevando le prime proteste
Stiamo illustrando – sempre dal nostro punto di vista – perché Draghi è ‘condannato’ a restare a Palazzo Chigi. Non c’è nemmeno bisogno di dire – lo abbiamo già scritto più volte – che il primo a volere andare via da Palazzo Chigi è proprio l’attuale presidente del Consiglio. E non è difficile capire il perché: domani cominciano le proteste per il caro-bollette con la manifestazione dei ristoratori che è partita da Catania ed è diventata nazionale. E’ la prima delle tante manifestazioni, perché l’economia italiana non è in grado di reggere l’aumento delle bollette di luce e gas che la CGA di Mestre ha stimato in 90 miliardi di euro nel solo 2022. Ci saranno problemi enormi con migliaia di imprese che chiuderanno e con tantissime famiglie che non potranno pagare. Un grandissimo ‘casino’ sociale che Draghi non ha alcun interesse ad affrontare da capo del Governo. Ma Draghi, come già accennato, non può lasciare Palazzo Chigi senza avere – contestualmente – non solo un suo sostituto alla presidenza del Consiglio, ma tutto il Governo già bell’e fatto. E qui, come già ricordato, casca l’asino, perché, nella composizione del nuovo Governo, a un anno dalle elezioni politiche, i partiti non potranno che giocare la partita in chiave elettorale. In questo scenario, togliere il Ministero degli Interni al PD è un obiettivo obbligato per il centrodestra, così come, per il PD, è improponibile cedere il Ministero degli Interni. Su questo punto la trattativa non può che bloccarsi: e infatti per ora è bloccata.
Noi non cambiamo idea: alla fine il nuovo presidente della Repubblica potrebbe essere la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati
Che succederà? Il PD, ovviamente, cercherà di portare Draghi a Palazzo Chigi, come chiedono Unione europea, mondo bancario e mondo finanziario, che considerano l’attuale capo del Governo l’unica figura in grado di garantire il truffaldino debito pubblico italiano che oggi sfiora i 2 mila e 800 miliardi di euro. Ma il PD dovrebbe pagare un prezzo che non può pagare, ovvero mollare il Ministero dell’Interno. Lo stallo che si è determinato – sulla trattativa per il nuovo Governo e solo in minima parte sul nome del nuovo capo dello Stato – potrebbe protrarsi fino a domani, consumando con le ‘fumate nere’ le tre convocazioni – quella di ieri, quella di oggi e quella di domani – che prevedono che il presidente della Repubblica debba essere eletto con una maggioranza qualificata, cioè con il voto due terzi degli elettori. Da Giovedì, è noto, il nuovo capo dello Stato potrà essere eletto con maggioranza semplice, cioè con il 50% più uno degli elettori. A questo punto i giochi cambieranno. In politica, si sa, tutto è possibile: ma noi riteniamo improbabile che Draghi riesca a farsi eleggere presidente della Repubblica con l’accordo di un nuovo Governo tra le forze politiche. A noi sembra più probabile che Draghi resti a Palazzo Chigi. A questo punto, con la possibilità di eleggere un presidente della Repubblica con il 50% dei voti più uno, a noi sembra che il centrosinistra non abbia molte possibilità, se non altro per tutto il veleno che, in questi anni, PD e grillini hanno gettato addosso a Matteo Renzi. Mentre scriviamo il centrodestra ha comunicato tre nomi: Letizia Moratti, Carlo Nordio e Marcello Pera. Sono tre nomi di alto profilo. Noi riteniamo che, in questa fase, la favorita sia Letizia Moratti. Perché – sempre a nostro modesto avviso – ci potrebbe essere una quarta fase: la fase finale in cui il centrodestra comunicherà il nome della candidata alla presidenza della Repubblica che potrebbe essere eletta tra Giovedì e Venerdì. Le candidate, a questo punto, sono due: Letizia Moratti e la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. Per noi alla fine verrà eletta proprio la presidente del Senato: l’abbiamo scritto nei mesi scorsi, siamo tornati a scriverlo in questi giorni e lo ribadiamo anche stasera.
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