Sul Titanic

Formazione professionale siciliana: la vicenda che ha coinvolto l’avvocato Francesco Menallo. La parola al legale che ribatte punto per punto

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  • E smonta ad uno ad uno tutti i rilievi che gli sono stati mossi
  • Le accuse
  • “Non sono mai stato un pubblico ufficiale e dal 2011, con provvedimento pubblicato sulla GURS, non sono più incaricato di un pubblico servizio” 
  • “La vicenda era già stata oggetto di archiviazione più volte, sia da parte della Procura di Termini Imerese che da parte di quella di Palermo”
  • “Ringrazio comunque gli amici che mi hanno fatto sentire il loro affetto e la fiducia – rinnovata – dei miei assistiti”

E smonta ad uno ad uno tutti i rilievi che gli sono stati mossi

“Approfitto ancora una volta dell’unica voce libera e pubblica dell’Isola stavolta per dare qualche notizia ai tanti – amici e non – che si sono sentiti investiti da un comunicato stampa della GdF relativo a fatti di reato assai gravi contestati a chi scrive”. Così scrive l’avvocato Francesco Menallo sul giornale on line Ustica sape. Il legale è stato coinvolto in una storia poco chiara che riguarda la formazione professionale siciliana. Conoscendo l’avvocato Menallo da tanti anni – e conoscendo soprattutto la sua correttezza e le tante battaglie che ha condotto sin dagli anni ’80 del secolo passato in materia di tutela ambientale e dalle battaglie che ha condotto negli ultimi anni nel mondo della Formazione professionale siciliana – siamo rimasti molto perplessi sia dalla storia in sé, sia dalle modalità con le quali è stato tirato in ballo una persona che noi consideriamo corretta. Così abbiamo deciso di riprendere questa lettera, perché la riteniamo interessante. Altri giornali hanno dato la notizia, soprattutto riferendosi principalmente ai fatti contestati al legale; noi, invece, riteniamo importante riprendere quanto scritto dall’avvocato Menallo.

Le accuse

“Procederò per punti – scrive Menallo – perché ho già stancato con un video di oltre venti minuti pubblicato sia sul mio profilo facebook che sull’ospitale pagina di Ustica Democratica, Renato Mancuso Sindaco e persino su Ustica Forum che aveva ritenuto di pubblicare il predetto comunicato, ripreso pari pari, senza alcun contraddittorio con chi scrive che, pertanto, si è sentito in dovere di dare chiarimenti subito nonostante gli impegni gravosissimi della giornata del 14 gennaio, in cui ho discusso una importantissima causa che riguardava il comune di Bagheria. 1) Sono stato accusato di peculato (art. 314 c.p.) e di autoriciclaggio (art. 648ter 1 c.p.); 2) entrambi i reati sono PROPRI, sono, cioè imputabili ESCLUSIVAMENTE a soggetti qualificati; 3) il reato di autoriciclaggio presuppone che attraverso movimentazioni bancarie o d’altro genere, si trasferisca il provento di un altro reato al fine di occultarne la provenienza delittuosa; pertanto, nel mio caso, il presupposto dell’imputazione è esclusivamente che io abbia commesso il reato di peculato e che abbia trasferito o comunque occultato i proventi di tale reato. Se non avessi commesso il reato presupposto non esisterebbe neanche il reato di autoriciclaggio; 4) il reato di peculato consiste nell’aver sottratto denaro pubblico o privato di cui si aveva la disponibilità in qualità di pubblico ufficiale ( art. 657 cp) o di incaricato di pubblico servizio ( art. 658 cp)”.

“Non sono mai stato un pubblico ufficiale e dal 2011, con provvedimento pubblicato sulla GURS, non sono più incaricato di un pubblico servizio” 

Ebbene – prosegue l’avvocato Menallo – io non sono mai stato un pubblico ufficiale e dal 2011, con provvedimento pubblicato sulla GURS, non sono più incaricato di un pubblico servizio. In più dal 2010, come ben sa il consulente dell’attuale sindaco di Ustica nonché presidente dell’ARAN, avvocato Accursio Gallo, persona competente e corretta, già assessore regionale alla Istruzione e Formazione professionale, della cui correttezza, competenza ed onestà intellettuale sono assolutamente certo, l’ente da me presieduto non ha più svolto alcuna attività di formazione né ha ricevuto fondi pubblici. 5) Il paradosso è che è documentale che, anziché prelevare denaro dall’ente amministrato come contestato, io abbia viceversa amministrato l’ente e patrocinato CENTINAIA di cause per conto dell’ente rappresentato, anticipando (e non richiedendo) persino le- ingenti- spese legali per il contenzioso attivato in tutta la Sicilia, a Roma, Firenze e Bolzano e presso le giurisdizioni civili ed amministrative e che io abbia addirittura versato gli importi di ingentissimi crediti professionali personali nelle casse dell’ente amministrato perché potesse andare avanti nonostante la cessazione dei finanziamenti ( ben oltre € 370.000,00 trecentosettantamila/00); 6) il milione300.000,00 euro è accrocchiato dalla GdF considerando in gran parte come incassate da me delle somme già nella disponibilità dell’ente storico da me rappresentato che nel 2016, con delibere MAI IMPUGNATE E MAI ANNULLATE, si è trasformato per fusione con un altro ente che presiedo sempre io e che è il continuatore dell’ente precedente, esattamente come due società che si uniscono per migliorare le loro performance; 7) Entrambi gli enti ( il vecchio ed il nuovo ) sono sempre stati ASSOLUTAMENTE privati e la Regione non ha alcun potere di controllo su di essi, come risulta dai documenti in mio possesso e come è stato confermato da decine e decine di sentenze civili definitive esibite al GIP a cui era stata rappresentata una realtà completamente diversa”.

“La vicenda era già stata oggetto di archiviazione più volte, sia da parte della Procura di Termini Imerese che da parte di quella di Palermo”

A questo punto – e siamo al punto 8 – l’avvocato Menallo da una notizia precisa: “La vicenda era già stata oggetto di archiviazione più volte, sia da parte della Procura di Termini Imerese che da parte di quella di Palermo. Nonostante perquisizioni eseguite in contemporanea a Palermo (casa e studio) ad Ustica (villetta e proprietà dell’ente in paese) a Bagheria, Petralia e Roma sin dal luglio 2020 non è stato rinvenuto NULLA che potesse essere utile alle indagini lasciando intendere la natura meramente esplorativa dell’iniziativa”. 9) I beni sottoposti a sequestro sono un conto corrente con 6.000,00 ( seimila) euro al momento del sequestro, la villetta di Ustica ed il mio studio con annesso box a Palermo, per un valore totale di circa 380.000,00 euro. Lo studio lo avevo acquistato nel 1992 o nel 1991, scusate vado a memoria, e la villetta di Ustica nel 2013. 10) Nei cinque giorni previsti dal codice, ovvero il 20 Dicembre 2021, sono stato interrogato dal GIP per 4 ore; all’esito dell’interrogatorio, nel corso del quale, per tre volte, il Magistrato ha auspicato, rivolgendosi alle parti, tra cui il PM presente, dopo aver rimarcato la professionalità mostrata nel non aver lasciato trapelare alcuna notizia dell’indagine sino a quel momento, DI NON DOVER LEGGERE ALCUNA NOTIZIA DELLA VICENDA SUI GIORNALI. 11) Ciò detto il GIP ha immediatamente revocato la misura cautelare dell’interdizione dal poter svolgere l’attività professionale e di legale rappresentante dell’ente (ente che non è un’impresa ed a cui peraltro non poteva applicarsi alcuna sospensione). 12) Ciò posto, non avendo nulla da nascondere e non dovendo vendere i beni sequestrati di cui sono sempre stato e sono tuttora in possesso, essendo peraltro assolutamente sereno sia sull’esito di tale improvvida iniziativa giudiziaria che sull’inesistenza di alcuna responsabilità non solo penale ma neppure morale a mio carico, ho rinunciato al riesame – già richiesto – della misura cautelare del sequestro. 13) Dopo un mese dai fatti ed ignorando le indicazioni date dal GIP e certamente anche dal PM, la GDF ha inviato ai media il comunicato che è stato ripreso anche da Ustica Sape e dai numerosi profili locali che hanno potuto avere così i loro cinque minuti di notorietà e (taluni) di soddisfazione. 14) Sono stato l’unico presidente di ente di formazione che, grazie al contenzioso attivato prontamente contro la malfidata Regione dei precedenti governi Lombardo e Crocetta ad AVER CORRISPOSTO PER INTERO I DEBITI FISCALI E CONTRIBUTIVI ED AVENDO RETRIBUITO, PERSINO DURANTE L’ASSOLUTA INATTIVITA’ CAUSATA DALLA DISTRUZIONE DEL SETTORE ATTUATA DALLA POLITICA PER IMPADRONIRSENE, TUTTO IL PERSONALE CHE DAL 1/1/2011 AL 20/5/2012 NON HA SVOLTO NEMMENO UN’ORA SI LAVORO, RICEVENDO CONTRIBUTI E STIPENDI PER INTERO GRAZIE AI RISARCIMENTI OTTENUTI IN SEDE GIUDIZIARIA, CON SENTENZE DEFINITIVE, GRAVATI DI INTERESSI COMUNITARI E SPESE LEGALI”.

“Ringrazio comunque gli amici che mi hanno fatto sentire il loro affetto e la fiducia – rinnovata – dei miei assistiti”

A questo punto l’avvocato Menallo arriva alle conclusioni: “Qualsiasi giornalista appena avvertito avrebbe sentito un evidente puzzo di bruciato in un comunicato che interviene ad un mese dai fatti (e qui non aggiungo altri particolari sullo svolgimento delle indagini che riserverò al Tribunale) e che nella parte più pesante sono stati smentiti col primo – ed immediato – atto difensivo, svoltosi 5 giorni dopo l’esecuzione del provvedimento cautelare ed eludendo precise indicazioni date dal Magistrato. E’ stato un atto di evidente scorrettezza se si considera, peraltro, che i provvedimenti cautelari hanno un senso all’inizio dell’attività non alla fine (a termini massimi di indagini scaduti da un pezzo). Aggiungo che, a prescindere dai numeri, affidati, così come la ricostruzione normativa dei fatti, non ad giurista del settore ma ad un commercialista, che probabilmente aveva acquisito sul campo tale competenza, atteso che non ha neanche chiesto di visionare la contabilità né gli atti su cui ha costruito – ignorandoli- la sua valutazione, i reati contestati, per i motivi esposti più sopra, ovvero l’assoluta mancanza dei presupposti propri (qualifica di pubblico ufficiale o di gestore di un pubblico servizio, natura non pubblica del denaro acquisito dall’ente amministrato attraverso attività giudiziaria, assenza di alcun potere di controllo gestionale sull’ente da parte della Regione trattandosi di un ente assolutamente privato ed assoluta liceità, prevista per statuto di un compenso per l’amministratore peraltro neppure percepito per intero, assoluta continuità tra gli enti amministrati e pagamento di un servizio – regolarmente fatturato – ad un ente terzo) non sussiste neanche la possibilità meramente ipotetica di configurare le fattispecie di reato contestate”. Nella parte finale della lettera si coglie l’amarezza: “Siccome, in passato, ho corso il rischio che mi sparassero più di una volta, mi reputo fortunato sia di non aver subito un’aggressione di quel tipo ma soltanto un’infondata azione giudiziaria esternata mediaticamente nonostante l’evidente battuta d’arresto ed il chiarissimo (e reiterato) invito del Magistrato ad astenersene avendo preso contatto con la prospettazione della difesa. Ringrazio comunque gli amici che mi hanno fatto sentire il loro affetto e la fiducia – rinnovata – dei miei assistiti. Chi trova un amico trova un tesoro ed io sono, evidentemente, ricco. Spero che non avvertiate la GdF di questo mio enorme possedimento incompatibile col mio reddito dichiarato e con i miei (inesistenti) meriti umani…”.

Foto tratta da Palermo la Repubblica

P.s.

Noi invece ci auguriamo che l’avvocato Menallo inserisca I Nuovi Vespri tra le voci libere dell’Isola. Magari questo, va!

Qui l’articolo di Ustica sape

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