E con sommo stupore che apprendiamo che il senatore della Basilicata, Saverio De Bonis, ha aderito a Forza Italia. Protagonista dell’associazione GranoSalus – in prima fila in difesa del grano duro della Sicilia – De Bonis è stato eletto nel Marzo del 2018 nelle file del Movimento 5 Stelle. Una presenza breve, tra i grillini, che appena giunti al Governo hanno cominciato a rimangiarsi gli impegni assunti con gli elettori. De Bonis, in particolare, si è scontrato con i grillini sul Decreto su Genova, un provvedimento assurdo che ha consentito di spargere i fanghi di depurazione nei terreni agrari! Da allora De Bonis ha svolto il ruolo di senatore della Repubblica con l’occhio rivolto al Sud. E’ per questo che non comprendiamo la sua adesione al partito di Berlusconi, che non ci sembra proprio meridionalista! Non la pensa come noi o stesso De Bonis che su Facebook illustra il perché della sua scelta: ”
“Il Paese sta attraversando una fase estremamente delicata. L’elezione del Presidente della Repubblica avverrà in un contesto in cui assistiamo al perdurare della crisi pandemica con ripercussioni pesantissime su economia e società civile. Questi fattori impongono, a chi ha l’onore di rappresentare i cittadini, un’assunzione ulteriore di responsabilità. È il momento delle scelte alla luce del sole come ho sempre fatto. La mia storia umana e politica dimostra, infatti, che mi sono sempre assunto pubblicamente le mie responsabilità con la consapevolezza di rappresentare i miei concittadini e con l’orgoglio di agire per il bene comune, unica mia bussola. La mia storia di imprenditore, le battaglie per la mia terra, per la salute dei consumatori, per l’ambiente e per il nostro Mezzogiorno mi hanno portato ad aderire a Forza Italia che, ad oggi, è l’unico movimento che crede nel Sud e nelle sue potenzialità. #sudchiamaitalia per me non è solo uno slogan ma il perno della mia azione politica. Continuerò ad impegnarmi non solo per ridurre la distanza tra eletti ed elettori, ma soprattutto i divari territoriali e infrastrutturali, nella piena convinzione che l’Italia riparte se riparte il Mezzogiorno, dove i nostri giovani attendono risposte per uno sviluppo vero, sostenibile che dia loro un futuro e una famiglia. Oggi è il tempo di questo cambiamento se vogliamo che quel progetto ambizioso del Green Deal trasformi l’Unione Europea ed il nostro Paese in una società più giusta e con nuove prospettive. Aderisco quindi con entusiasmo a questo movimento in cui sono certo che la mia sensibilità su Mezzogiorno, sulle tematiche ambientali e agro-alimentari sapranno trovare spazio e sostegno. Da soli non si va da nessuna parte, in politica occorre un gruppo coeso per vincere la sfiducia e il malcontento prodotti dal fossato che separa le promesse elettorali dalle realizzazioni effettive. Sul punto, la storia ha dimostrato i limiti di altri movimenti. Credo che Forza Italia possa offrirmi questa possibilità oltre ad incarnare una comunità di donne e uomini moderati in cui si cercano soluzioni ai problemi e in cui i valori liberali, cristiani, popolari ed europei sono ancora importanti. Voglio ringraziare, in particolare, la Capogruppo al Senato Anna Maria Bernini e il gruppo dei Senatori Forza Italia Infine, ringrazio tutti quelli che credono e continuano a credere nella mia azione politica. #sudchiamaitalia”.
Non condividiamo la scelta del senatore De Bonis, ma su un punto non possiamo che dargli ragione, là dove scrive: “Da soli non si va da nessuna parte, in politica occorre un gruppo coeso per vincere la sfiducia e il malcontento prodotti dal fossato che separa le promesse elettorali dalle realizzazioni effettive. Sul punto, la storia ha dimostrato i limiti di altri movimenti”. In effetti, i movimenti nati nel Sud, fino ad oggi, non hanno dato grandi risultati. Abbiamo visto com’è finita con l’ultimo movimento politico germogliato nel Mezzogiorno, il Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale: tanto entusiasmo, tante speranze e poi la grande delusione e, soprattutto, la grande occasione persa alle ultime elezioni regionali calabresi. Ribadiamo: non condividiamo la scelta di De Bonis, ma se ci poniamo laicamente la domanda: cos’altro avrebbe dovuto fare restando da solo, oltre a ritirarsi, avendo comunque voglia di continuare a fare politica? A questa domanda, in tutta onestà, non sappiamo cosa rispondere.