Da quando siamo in rete ci siamo più volte occupati della raffineria di Milazzo e dei problemi di inquinamento di questo territorio. Torniamo ad occuparci di questa bellissima cittadina del Messinese perché gli uffici del Ministero della Transizione Ecologica in questi giorni hanno rilasciato la nuova AIA, sigla che sta per autorizzazione Integrata Ambientale. Sulla vicenda registriamo una presa di posizione delle associazioni ambientaliste della Valle del Mela. Per la cronaca, la Valle del Mela, provincia di Messina, ha pagato un prezzo altissimo a causa dell’inquinamento, prima per la presenza di una centrale elettrica e poi per l’elettrosmog. Un elettrosmog che in Sicilia è frutto dell’ascarismo delle ‘presunte’ classi dirigenti siciliane che hanno realizzato e fatto realizzare impianti per portare nel Nord Italia l’energia siciliana. Ma andiamo al comunicato delle associazioni ambientaliste della Valle del Mela:
“Trascorsi alcuni giorni dall’irruzione nel dibattito locale della questione intorno alla nuova AIA rilasciata alla Raffineria di Milazzo, è giunto il momento che anche noi, associazioni della Valle del Mela, prendiamo posizione. La RAM è al di sopra della legge e del diritto a respirare di lavoratori e cittadini. Su questo sembrano essere tutti d’accordo: i sindaci di Milazzo e San Filippo del Mela, le segreterie dei sindacati confederali e probabilmente gli stessi dirigenti dell’azienda. Già, probabilmente. Perché dall’azienda non sono arrivati comunicati ufficiali. Evidentemente, reputa più efficace seminare qua e là un po’ di paura sulla possibile chiusura degli impianti e lasciare che siano altri a parlare. Ma restiamo sui fatti, per distinguerli dalle menzogne. In data 11 Gennaio 2022 il Ministero della Transizione Ecologica ha rilasciato la nuova AIA alla RAM. In essa viene fissato un limite al camino E10 del cosiddetto ‘impianto zolfo’ di 20 mg/m3 per alcuni inquinanti chiamati COV. La RAM sostiene, sempre per bocca dei due sindaci e segreterie sindacali, che tale limite sia impossibile da raggiungere con le tecnologhe esistenti. E qui la prima menzogna. Tale limite è infatti applicato anche alla raffineria di Augusta, che lo rispetta. Perché la RAM, l’autodefinita più moderna d’Europa, non dovrebbe farcela? Sarà mica un semplice, vile, tentativo di risparmiare necessari investimenti, ovviamente sulla pelle di cittadini e lavoratori?”.
“Andiamo ora alla seconda menzogna – leggiamo sempre nel comunicato delle associazioni ambientalista della Valle del Mela -. Essa racconta di un Ministero della Transizione Ecologica sporco e cattivo che inspiegabilmente imporrebbe alla povera RAM (mezzo miliardo l’anno di fatturato) limiti emissivi oltremodo restrittivi. Ma il Ministero se li è forse inventati quei limiti? Anche in questo caso carta canta e dice che tali limiti discendono da legislazione europea nazionale. Dal loro mancato inserimento nel decreto AIA risulterebbe, inoltre, una chiara violazione di legge anche alla luce della verificazione disposta dal Tribunale Amministrativo Regionale in seno al ricorso presentato da alcuni comuni della Valle del Mela e dalle associazioni del territorio. Ci chiediamo e chiediamo ai difensori sperticati delle emissioni a costo zero: cos’ha fatto la RAM in questi anni per adeguarsi ai tempi e alle legislazioni che giustamente chiedono di inquinare meno? È rimasta a guardare? Ha preferito intascare il più possibile cercando di addossare di volta in volta al Ministero o agli ‘ambientalisti’? Purtroppo, noi associazioni da anni impegnate a parare gli assalti alla Valle del Mela di speculatori e inquinatori conosciamo bene le risposte e non sono rassicuranti. Ma le segreterie sindacali e i sindaci di Milazzo e San Filippo del Mela, che ne pensano? Le segreterie sindacali sembrano ormai le cheerleader dell’azienda, la quale tace e manda avanti loro. In maniera un po’ imbarazzante, però, le stesse segreterie si comportano da nemiche non solo del territorio, ma dei lavoratori stessi. Non l’avranno capito che l’unico segno della volontà di un’azienda di mantenere la produzione in un territorio sono gli investimenti? Solo se la RAM spende per modernizzare e ambientalizzare gli impianti -adempiendo alle normative- si può essere certi che intenda rimanere nella Valle del Mela”.
“D’altro canto – leggiamo ancora nella lettera – i sindaci di Milazzo e San Filippo del Mela non scoprono le loro carte. Da che parte stanno? È vero: hanno inviato le prescrizioni sanitarie al Ministero da includere nella nuova AIA, che però lo stesso Ministero non le ha recepite. Perché? Al momento, quel che è certo, dal verbale della conferenza dei servizi che abbiamo letto, è che i due sindaci hanno condizionato le prescrizioni a uno studio di fattibilità. Un po’ come dire: ‘il limite di velocità è 130Km/h, lo imponiamo ma non siamo certi che sia davvero pericoloso infrangerlo’. Orbene: se l’autorità non è sicura che superare i 130 Km/h, o infrangere i limiti di anidride solforosa nel nostro caso, possa nuocere con quale giustificazione impone, dunque, i limiti stessi? Non sarebbero essi determinati arbitrariamente? In sostanza, se così stanno le cose, le prescrizioni che i due sindaci hanno invitato erano viziate da una grave mancanza procedurale da principio. Colpa o dolo? Ci sono o ci fanno? Lo scopriremo presto. Infine, notiamo con rammarico, ma senza stupore, che i grandi assenti da tavoli e riunioni convocati per le prossime settimane per salvare il salvabile sono i cittadini, i portatori d’interessi diffusi e gli altri Comuni del comprensorio. Non solo non vengono invitati, ma neppure lontanamente menzionati. Secondo i politici locali, le segreterie sindacali e i dirigenti aziendali, si presume per questi ultimi dato che non parlano, è ancora una volta sulla loro testa che bisogna decidere. Mutando il necessario, chiediamo: Quousque tandem abutere, RAM, patientia nostra?”
Sulla vicenda interviene anche la consigliera comunale di Pace del Mela, Angela Bianchetti, da anni impegnata a tutela della Salute dei Cittadini e per la difesa dell’Ambiente nella Valle del Mela. Che ha deciso di scrivere al Ministero della Transizione Ecologica per avere chiarimenti in merito all’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata alla Raffineria di Milazzo. “La barzelletta della paventata chiusura dell’industria petrolifera, ormai è vecchia e sa di naftalina – dice Angela Bianchetti -. Ogni volta che viene emanato un provvedimento per normare i limiti emissivi, leggiamo le solite dichiarazioni rilasciate da chi dovrebbe tutelare i lavoratori ed invece sembra che tutela gli interessi del colosso industriale. Minacce di chiusure e pressioni che vanno a discapito dei cittadini che sono stufi e stanchi di continuare a subire emissioni inquinanti che hanno prodotto sofferenze e dolore. Chi pretende deroghe o proroghe, ancora una volta chiede la condanna di un territorio martoriato, massacrato, vittima di una scelta scellerata del passato. La Raffineria, così come le altre industrie presenti sul territorio, devono prevedere importanti investimenti per adeguare i loro impianti, per produrre meno emissioni ed adeguarsi alle direttive europee. Un’industria attenta ai propri lavoratori ed al territorio che la ospita doveva avere l’obbligo morale di prepararsi, prevedendo i giusti investimenti, alla decanta Transizione Ecologica e per raggiungere tutti gli obiettivi previsti dalle direttive europee e dalle normative nazionali. Guai se si continua a pensare, così come avvenuto in diversi casi, di barattare la salute dei cittadini ed il rispetto delle norme con la continuità dell’attività e con il lavoro”.
“Alcuni limiti imposti dalla nuova AIA – prosegue la consigliera comunale di Pace del Mela – sono il frutto di un ricorso presentato da alcuni Comuni e dalle
Associazioni Ambientaliste del territorio contro la precedente AIA; infatti la verificazione disposta dal Tribunale Amministrativo Regionale ha accertato che nell’AIA rilasciata nel 2018 erano assenti diversi limiti fra cui quello per i COV del camino E10, oggi contestato dall’azienda, dai Sindaci di Milazzo e San Filippo
del Mela e dai sindacati; l’inserimento del limite è un naturale adempimento di Legge. Da evidenziare altresì che tale limite è applicato anche ad altre Raffineria italiane e siciliane, quindi nulla di eccezionale. Non è condivisibile la richiesta proposta dai Sindaci di predisporre uno specifico monitoraggio effettuato dalla
Raffineria e sulla base dei risultati, individuare il limite da applicare. Non è più accettabile controllore e controllato. La nota inviata al Ministero della Transizione Ecologica, si concentra principalmente sulle prescrizioni sanitarie rilasciate dai Comuni di Milazzo e San Filippo del Mela, e come appreso anche dagli organi di
stampa, non sono state recepite nel Decreto AIA firmato dal Ministro. Ho chiesto chiarimenti alla Direzione Generale del Ministero, perché è necessario avere un chiaro esaustivo. Dall’analisi del verbale della Conferenza dei Servizi però ho potuto appurare alcuni elementi poco chiari, che meritano un giusto approfondimento. Non comprendo le dichiarazioni dei Sindaci dei Comuni di Milazzo e San Filippo del Mela con le quali hanno chiesto al Ministero chiarimenti in merito agli eventuali risvolti che potrebbero verificarsi a seguito dell’accoglimento delle prescrizioni sanitarie rilasciare. I Comuni dovevano, prima della redazione finale delle prescrizioni, verificare i presupposti, analizzare attentamente quanto richiesto; la carenza o difetto di istruttoria, accertata nelle sedi competenti, porterebbe ad un potenziale annullamento del Decreto. Sarebbe utile un chiarimento da parte dei Sindaci e la pubblicazioni delle prescrizioni trasmesse”.
Angela Banchetti solleva poi un punto sul quale non ci aspettiamo nulla dall’attuale Governo della Regione siciliana – che consideriamo inutile e dannoso – ma ci aspettiamo invece qualche spiegazione dal sindaco della città di Messina, Cateno De Luca, che è anche sindaco della Città Metropolitana di Messina. “E’ altresì incomprensibile – conclude la consigliera comunale di Pace del Mela – oltre all’assenza della Regione siciliana, la dichiarazione del Rappresentante della Città Metropolitana di Messina, che ha chiesto di predisporre una analisi costi/benefici e uno studio di fattibilità concedendo anche una deroga. E’ terminato il tempo delle deroghe, proroghe, monitoraggi effettuati dalle industrie, studi di fattibilità, analisi costi/benefici. La Valle del Mela pretende di cambiare passo, di iniziare quel percorso tanto decantato del risanamento ambientale e delle bonifiche. L’industria, presenti il piano di investimento per il raggiungimento dei limiti prefissati in modo tale da poter mantenere i livelli occupazionali ed imboccare la strada della Transizione Ecologica anche a beneficio del territorio”.
Foto tratta da Oggi Milazzo