- Su questa vicenda si è già pronunciato il Tribunale di Roma. Per limitare la libertà delle persone non ci vuole una legge?
- Il nostro articolo del Dicembre 2020
Su questa vicenda si è già pronunciato il Tribunale di Roma. Per limitare la libertà delle persone non ci vuole una legge?
La notizia che il Governo di Mario Draghi sta limitando le libertà delle persone con un DPCM, sigla che sta per Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri ci lascia molto perplessi. Di questo DPCM si parla da giorni. Noi abbiamo aspettato la pubblicazione per commentarlo. E siccome di DPCM parla un lancio dell’ANSA, niente è più ufficiale – almeno dal nostro punto di vista di giornalisti – di una notizia pubblicata dall’ANSA. titola l’articolo dell’ANSA: “Covid: Dpcm, ecco le attività esentate dal green pass. Niente ritiro pensione senza pass”. Andiamo all’articolo: “Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha firmato il Dpcm che indica le attività commerciali in cui dal primo febbraio sarà possibile continuare ad accedere senza green pass. Il Dpcm elenca una serie di ‘servizi e attività che si svolgono al chiuso’ fondamentali per garantire le ‘esigenze essenziali e primarie della persona’ in quattro ambiti: esigenze alimentari e di prima necessità, esigenze di salute, esigenze di sicurezza ed esigenze di giustizia. Il rispetto delle misure, si legge nel provvedimento, “è assicurato dai titolari degli esercizi e dai responsabili dei servizi” (qui per esteso l’articolo dell’ANSA). Sono tante le limitazioni imposte ai cittadini non vaccinati: ci sono limitazioni sul diritto alla salute, sulla giustizia, sulla sicurezza, addirittura pure per il ritiro delle pensione negli Uffici postali e per il passaporto. Senza volee entrare nel merito di questi provvedimenti, poniamo una domanda: si possono limitare le libertà personali senza ricorrere a una legge, ma con un semplice provvedimento amministrativo? Il DPDM, lo ricordiamo, non ha forza di legge, ma è un provvedimento amministrativo. Il tema non è nuovo. E’ stato posto ai tempi del Governo di Giuseppe Conte. Vicenda finta sui tavoli della Magistratura, per la precisione, Tribunale di Roma. I giudici hanno stabilito che con i DPCM non si possono limitare le libertà delle persone. Questo avveniva alla fine del 2020. E, in effetti, per un po’ di tempo i DPCM sono spariti, sostituiti dai Decreti legge che hanno forza di legge e, entro sessanta giorni, debbono essere approvati dal Parlamento.
Il nostro articolo del Dicembre 2020
Rileggiamo, per grandi linee, cosa hanno detto i giudici del Tribunale di Roma alla fine del 2020. riprendiamo un nostro articolo del Dicembre 2020: “I DPCM firmati dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, da quando è iniziata la pandemia ad oggi sono illegittimi e incostituzionali. Questa volta ad affermarlo non sono gli esponenti politici di opposizione, ma il Tribunale di Roma. I Giudici della Capitale sono intervenuti con una sentenza in una vicenda che riguarda un contenzioso sollevato dal titolare di un esercizio commerciale che è stato sfrattato per morosità. Questo imprenditore non ha potuto pagare gli affitti a causa della chiusura imposta dai divieti legati all’emergenza Covid-19. Nel mirino sono finiti i DPCM (Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri). Il Giudice è arrivato alla conclusione che i DPCM ‘siano viziati da violazioni per difetto di motivazione’ e ‘da molteplici profili di illegittimità’. Di conseguenza risultano essere ‘caducabili’. In parole più semplici, non producono effetti reali e concreti dal punto di vista giurisprudenziale e sono da annullare. I DPCM con i quali l’attuale Governo ha gestito la pandemia, limitando le libertà personali, non sono ‘di natura normativa’ ma hanno ‘natura amministrativa’. Che significa questo? Che dovrebbero fare riferimento a una legge già esistente”. Ancora: i DPCM “hanno imposto una rinnovazione della limitazione dei diritti di libertà. Invece avrebbero richiesto ‘un ulteriore passaggio in Parlamento diverso’ rispetto a quello che si è avuto per la conversione del decreto ‘Io resto a casa’ e del ‘Cura Italia’. ‘Si tratta pertanto di provvedimenti contrastanti con gli articoli che vanno dal 13 al 22 della Costituzione e con la disciplina dell’art 77 Cost., come rilevato da autorevole dottrina costituzionale’” (qui il nostro articolo del 27 Dicembre 2020 per esteso). Ci chiediamo e chiediamo: cos’è cambiato, nei DPCM, nel passaggio dal Governo conte al Governo Draghi? Se i DPCM del Governo Conte – là dove limitavano le libertà personali – non andavano bene perché vanno bene oggi?
foto tratta da The wam
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