- Stanno accumulando scorte? E perché? Stanno cambiando abitudini alimentari o temono che si verifichi qualcosa a breve?
- Non è particolare che mentre la Cina acquisti grano in grandi quantità la Russia, contemporaneamente, aumenti le tasse sull’esportazione di grano? Cosa c’è sotto?
Stanno accumulando scorte? E perché? Stanno cambiando abitudini alimentari o temono che si verifichi qualcosa a breve?
La Cina continua a fare man bassa di cereali nel mercato internazionale. Qualche giorno fa abbiamo raccontato che, temendo effetti negativi di pandemia e cambiamenti, i cinesi si sono già accaparrati il 69% del mais, il 60% del riso e il 51% di grano prodotti nel mondo. A conferma che il “Regno di Mezzo” (nome usato per indicare il Celeste impero in Cina) è oggi molto attivo nell’acquisto di cereali è il rapporto di Sandro Puglisi, protagonista della pagina Facebook Amici del ‘Grano Duro di Sicilia’. “Le importazioni cinesi di mais nel 2021 sono quasi triplicate in volume rispetto all’anno precedente, raggiungendo un nuovo record, come hanno mostrato Martedì i dati doganali, poiché gli acquirenti si sono rivolti ad alternative più economiche all’estero a causa dell’aumento dei prezzi e della crisi dell’offerta interna. La Cina, il principale mercato mondiale dei cereali, ha importato 28,35 milioni di tonnellate di mais in tutto il 2021, in aumento del 152% da una cifra record annuale di 11,3 milioni nel 2020, secondo i dati dell’Amministrazione generale delle dogane. Anche le importazioni di grano nei primi 12 mesi dell’anno hanno raggiunto il record di 9,77 milioni di tonnellate e sono aumentate del 16,6% rispetto agli 8,38 milioni del 2020. I prezzi del mais in Cina hanno raggiunto livelli record nel 2021 dopo che Pechino ha ridotto le sue enormi scorte temporanee di grano e il maltempo ha colpito la produzione nella principale regione di produzione l’anno precedente”.
Non è particolare che mentre la Cina acquisti grano in grandi quantità la Russia, contemporaneamente, aumenti le tasse sull’esportazione di grano? Cosa c’è sotto?
Pensare che il grano – soprattutto se acquistato in grandi quantità – sia solo un fatto alimentare potrebbe rivelarsi una semplificazione, se non un errore. Il grano, sin dai tempi dell’Antima Roma, ha un valore strategico. Oggi si chiama geopolitica. La frenesia di acquisti di cereali, da parte cinese, deve fare riflettere. Vero è che potrebbe essere il frutto di una scelta economica e alimentare che, in quanto tale, raggiunge queste cifre record perché si tratta di un Paese con un miliardo e 300 milioni di abitanti. ci potrebbe stare anche questa tesi. Però ci potrebbe essere anche dell’altro. Magari ci prenderanno per ‘complottisti’, ma noi alcune domande non possiamo non porle. Per esempio: è un caso che la Cina abbia deciso di aumentare gli acquisti di cereali nel mercato mondiale in concomitanza con il ritorno della pandemia? Ancora: è un caso che abbia deciso questa svolta alimentare dopo gli effetti nefasti che i cambiamenti climatici hanno sortito lo scorso anno – soprattutto sul fronte del grano duro e tenero – in Paesi grandi produttori di grano quali Canada, Stati Uniti d’America e Russia? E sempre un caso che mentre la Cina si sia lanciata nell’acquisto di cereali nel mercato internazionale, contemporaneamente, la Russia abbia iniziato ad aumentare le tasse sull’esportazione di grano? Cina e Russia sanno qualcosa che noi non sappiamo?
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