Abbiamo appena finito di scrivere e pubblicare l’articolo sul processo celebrato nel Tribunale di Trapani sulla Tangentopoli del mare e, zact!, ci arriva la notizia che i passeggeri della nave Filippo Lippi – che sarebbe dovuta partire stamattina da Palermo, destinazione Ustica – stanno scendendo dalla nave per imbarcarsi su un’altra nave. Sapevamo, da stamattina, che c’era qualche problema: ora sappiamo che la nave Filippo Lippi – nave che effettua il collegamento tra Palermo e Ustica – è in avaria. Da quello che abbiamo capito, passeggeri e mezzi che avevano già trovato posto sulla Filippo Lippi dovrebbero trovare posto sulla nave Helga, che è la nave che effettua i trasporti ‘speciali’ (non persone ma merci ed altro). Inutile chiedersi perché i mezzi di trasporto navale utilizzati nei collegamenti tra la Sicilia e le Isole Minori presentino spesso problemi: è, questo, un problema che dovrebbe essere affrontato dalla Regione siciliana e, segnatamente, dall’assessorato regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità. Il 2022 è il quinto anno consecutivo della gestione da parte dell’assessore regionale, Marco Falcone, esponente di Forza Italia. L’assessore ha contezza di quanti mezzi di trasporto via mare dei passeggeri in servizio nei mari della Sicilia abbiano accusato problemi in quattro anni?
Proprio ieri abbiamo raccontato che due navi per anni in servizio in Sicilia – l’Antonello da Messina e la Vesta – sono finite in noleggio in Toscana. E una di queste due navi – la Vesta – ha già problemi. E sempre ieri – sembra incredibile! – abbiamo pubblicato il commento pubblicato da Ustica Sape. Dove l’autore autore si chiede: “Perché in altre regioni Italiane si riescono a trovare i fondi economici necessari per garantire e, addirittura migliorare, i servizi di collegamento con le isole impropriamente definite minori”? E ancora: “Ustica cosa ci guadagna? Ustica guadagna la precarietà dei collegamenti. Ustica guadagna l’inefficienza dei servizi di collegamento, necessari al fine di garantire una continuità territoriale. Ustica guadagna la perdita di 2 collegamenti settimanali con nave ‘veloce’. Ustica guadagna il malessere collettivo. Ustica guadagna incertezza e dubbi. Finché non ci sarà una seria presa di posizione da parte della cittadinanza e degli amministratori locali, nulla si risolverà. Uniamoci, adoperiamoci e CHIEDIAMO. Chiedere equivale a tentare: ora, più che mai, l’isola ha bisogno di continuità territoriale e trasporti efficienti 7 giorni su 7, 12 mesi su 12”. E giusto stamattina si è fermata la nave Palermo-Ustica!