Sono cominciate ad arrivare le bollette? Da quello che leggiamo qua e là sulla rete ci sono già le prime lamentele. Sarà un effetto psicosi, perché gli aumenti dovrebbero arrivare a Febbraio. Ricordiamo che le super-bollette saranno quelle della luce e del gas. A proposito del gas vogliamo segnalare ai nostri lettori un articolo di scenarieconomici.it che, con disarmante chiarezza, spiega quello che sta succedendo nel mondo del gas e, soprattutto, perché pagheremo super-bollette del gas (e costo delle bombole di gas maggiorato). Fino ad oggi, per seguire le multinazionali che controllano gli Stati Uniti d’America, l’Unione europea, l’Australia e qualche altro disgraziato Paese dell’Occidente industrializzato ci siamo divertiti a fare i ‘dispetti’ alla Russia di Putin. Oggi – forte anche dell’alleanza con la Cina – la Russia sta cominciando (ricordiamo che siamo appena all’inizio) a restituire all’Unione europea dell’euro pan per focaccia. apprendiamo così, leggendo l’articolo di scenarieconomici.it che “gli USA hanno contattato le grandi società energetiche occidentali per valutare l’impatto del taglio completo delle forniture di gas russo all’Europa occidentale. Le risposte non sono state positive: nessuno può sostituire di colpo un terzo del gas europeo importato ora dalla Russia”. A questo punto a Sciacca si esclamerebbe: “Minchia!”. Parola con punto esclamativo e stupore misto a preoccupazione per ‘significare’ che sono in arrivo ‘casini’…
In effetti, la situazione non è allegra. Leggiamo ancora su scenarieconmici.it: “La Russia non ha neppure bisogno di fare particolari dichiarazioni per mettere in difficoltà Germania e alleati occidentali. Putin, come Giulio Cesare, potrebbe dire ‘Tanto mi è difficile fare delle minacce, tanto mi è facile metterle in pratica’, anzi, non ha neppure bisogno di parlare”. Il giornale cita “due fatti conclusivi in atto”. Primo fatto conclusivo: “Il gasdotto Yamal, che dovrebbe condurre il gas russo in Germania attraverso la Polonia, sta prelevando invece gas dai depositi tedeschi per portarlo in Polonia. Non arriva un soffio di gas da Mosca da ben 26 giorni…”. Secondo fatto conclusivo: “Il gasdotto che conduce il gas a Riga, in Lettonia, dal Valdai, casualmente chiuderà la prossima settimana per Lavori di manutenzione”. Insomma, l’Europa può cominciare a mettere nel conto che il gas russo potrebbe diventare una rarità? Il giornale scenarieconomici.it precisa che la Russia on deve dare molte spiegazioni. Se deve effettuare manutenzioni cosa deve spiegare? Praticamente nulla… “Dopo una forte riduzione dei prezzi – leggiamo sempre nell’articolo – collegata alla notizia prima, e all’arrivo poi, del gas naturale tramite navi cisterna, dagli USA in Europa, ora siamo tornati a vedere i prezzi in crescita. Gli USA, o i Paesi del Medio Oriente non possono sostituire il gas russo al 100%, se non altro perché mancano i rigassificatori sufficienti. Nessuno ha mai pensato che l’Europa occidentale dovesse dipendere la gas liquidito. Si può pensare di aumentare la produzione di gas europeo, soprattutto in Italia e Est Europa, anche da Scisto (Polonia), ma non sono operazioni che si mettono in atto in una settimana e neppure in un mese”.
Fatti quattro conti, i Paesi dell’Unione europea dovranno fare a meno del gas russo. A meno che non cambino linea politica on la Russia. Ma è impossibile, perché l’Unione europea non ha una linea politica su nulla, visto che dipende dagli interessi delle multinazionali, che hanno interessi opposti a quelli della stessa unione europea. può sembrare un gioco di parole ma non lo è: è solo la verità oggettiva. La Ue non può cambiare linea politica. E dovrà accontentarsi del gas che, sotto forma di Gpl – cioè gas liquido – potrà arrivare dagli Stati Uniti (già il primo carico è arrivato). a parte che non ne potrebbe arrivare tanto, ma ammesso di mettere su un sistema di navi gasiere per far arrivare il gas in Europa, come sottolineascenarieconomici.it, non basterebbero i rigassificatori presenti oggi in Europa. Ed è anche logico: i rigassificatori sono luoghi dove si accumula il gas che arriva dal mare per distribuirlo nei territori. Il problema è che i rigassificatori sono pericolosissimi: se dovesse esplodere un rigassificatore i danni si conterebbero per chilometri quadrati. Basta rifletterci un attimo: se una bombola di gas è in grado di danneggiare una palazzina cosa succederebbe se dovesse esplodere un rigassificatore che contiene un quantitativo di gas pari a quello contenuto in svariati miliardi di bombole di gas? Ricordiamoci che, prima del 2010, ci dicevano che gli incidenti nelle piattaforme petrolifere erano “impossibili” perché i criteri di sicurezza messi in atto bloccavano automaticamente tutti i possibili errori. Poi, nell’Aprile del 2010 è andato in scena il disastro ambientale della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, nel golfo del Messico, con danni incalcolabili all’ambiente. Così abbiamo scoperto che le piattaforme petrolifere non sono sicure: come non sono sicuri i rigassificatori. Per questo – così la pensiamo noi – il rigassificatore che vorrebbero realizzare a Porto Empedocle (che sarebbe il più grande d’Europa. se c’è da fare correre dei rischi per sostenere l’Italia è bene che questi rischi li corrano i ‘cafoni’ e ‘terroni’ della Sicilia, che è notoriamente l’ultima delle colonie italiane) se lo possono pure tenere. E allora? Senza gas russo – grazie alle multinazionali che non riescono a ‘colonizzare’ la Russia per trasformare in cittadini-schiavi anche i russi – l’Europa, che gli piaccia o no, pagherà un prezzo ‘salato’. Che le multinazionali faranno pagare ai cittadini con bollette ‘salatissime’. In Italia, se non si troverà una soluzione – che non è quella demenziale delle navi gasiera – chiuderanno migliaia di imprese. Mentre i cittadini pagheranno bollette stratosferiche. “Senza gas, o con gas a prezzi esorbitanti, – conclude scenarieconomici.it – l’industria pesante e media si fermano. Per ridurre i consumi non ci sarà altro mezzo che aumentare i prezzi alle stelle. Vogliono farci entrare in guerra con i fucili contro i carri armati economici, e la colpa risiede a Berlino, Bruxelles e Washington. Purtroppo noi siamo su un treno che non possiamo comandare”.
Foto nave gasiera tratta da La Nazione