- Non che sia un male in tempo di terrorismo mediatico targato Covid. Però un conto è una scelta personale consapevole, altra e ben diversa cosa se ti staccano la televisione. A rischio di Comuni del Nord. In Sicilia non sappiamo
- La soluzione? Acquistare la parabola e il decoder per vedere la televisione con il TVSat
Non che sia un male in tempo di terrorismo mediatico targato Covid. Però un conto è una scelta consapevole, altra e ben diversa cosa se ti staccano la televisione. A rischio i Comuni del Nord. In Sicilia non sappiamo
“Pronto lo switch off delle frequenze del nuovo digitale terrestre. Decine di migliaia di italiani a rischio oscuramento”. Così leggiamo su Infosannio notizie online dove si racconta che tanti Comuni montani resteranno senza la possibilità di vedere la televisione. Non che sia una notizia negativa, soprattutto in tempi di terrorismo mediatico Covid. Però un conto è scegliere di non sedersi davanti lo schermo televisivo dedicandosi ad altro, mentre tutto diventa un po’ fastidioso se la nostra televisione viene spenta da altri. Non sappiamo se quanto leggiamo vale anche per i Comuni montani della Sicilia, ma da quello che si capisce i Comuni montani del Nord Italia sarebbero i più colpiti. E, paradossalmente, tutto dipende dal MISE, sigla che sta per Ministero dello Sviluppo Economico retto dal leghista Giancarlo Giorgetti. “Il Ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti – leggiamo nell’articolo di Infosannio notizie online – non ha ascoltato gli appelli arrivati negli ultimi mesi per evitare che si arrivasse vicini alla scadenza. E dire che molte della aree interessate sono roccaforti leghiste, sparse tra Lombardia, Veneto e Piemonte. Non è una questione esclusivamente settentrionale, ma una fetta consistente è localizzata nel Nord. Come programmato, quindi, i tecnici del MISE provvederanno a disattivare i ripetitori, che pure non sono di proprietà ministeriale”.
La soluzione? Acquistare la parabola e il decoder per vedere la televisione con il TVSat
“A Roma sembrano dimenticare un fatto: gli impianti di trasmissione sono di proprietà di Comuni o delle comunità montane”, dice a lanotiziagiornale.it Marco Bussone, presidente dell’Unione nazionale Comuni comunità enti montani (Uncem). ‘Siccome Raiway non copre dappertutto – sottolinea il numero uno dell’organizzazione – negli ultimi trent’anni le amministrazioni locali hanno acquistato le antenne, facendo manutenzione, ogni anno, a proprie spese’. Si tratta di un investimento di decine di migliaia di euro, fatto per garantire un importante servizio ai residenti”. I sindaci hanno tenuto accese le le televisioni a spese dei cittadini che amministrano. Ma adesso c’è il rischio che il lavoro che hanno fatto e le risorse finanziarie che hanno messo in campo servano a poco. Perché? Lo spiega il giornale: “Con il primo passaggio al digitale, c’è stato un investimento per la sostituzione degli impianti. Adesso, con il passaggio delle frequenze, nessuno ha pensato che il mancato adeguamento degli impianti preclude il proseguimento delle trasmissioni”. Le possibili soluzioni? Un intervento del Governo, magai del Ministro leghista Giorgetti. O un intervento economico per consentire ai cittadini dei Comuni montani, coperti da segnali di ripetitori non Rai o RaiWay, di acquistare la parabola e il decoder per vedere la televisione con il TVSat. Un bel papocchio…
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