Confusione. Sì, Sicilia in preda alla confusione. Confusione nel mondo politico, con il presidente della Regione, Nello Musumeci, tradito in Aula da una quindicina di ‘franchi tiratori’ dopo giorni di tensione con Forza Italia, partito che, nella nostra Isola, sembra giocare allo sfascio, forse con la ‘sponda’ del PD. Così il presidente Musumeci, tra rabbia e ripicca, prima lascia intendere che potrebbe dimettersi e poi, forse con la consapevolezza che, da qui alla fine della legislatura – due mesi invernali, tre primaverili e tre mesi estivi – non avrà una maggioranza in Aula (in realtà, non ha mai avuto una maggioranza stabile), annuncia l’azzeramento della Giunta per cambiare gli assessori (con molta probabilità, si sbarazzerà di Forza Italia targata Gianfranco Miccichè). Confusione nel mondo della scuola: il Governo Musumeci non avrebbe mai mandato nelle aule gli studenti mentre infuria il ritorno della pandemia, ma il Governo nazionale di Mario Draghi – che ormai fa acqua da tutte le parti – insiste per riaprire le scuole: e la Sicilia deve adeguarsi per convenienza politica del momento (la ‘grande lezione’ umana di Don Abbondio…). In realtà, ad adeguarsi sono il presidente Musumeci e l’assessore alla Pubblica Istruzione, Roberto Lagalla, perché molti sindaci siciliani non ne vogliono sapere di riaprire le scuole. In pratica un ‘ammutinamento’ di tanti sindaci della nostra Isola contro il Governo nazionale. Cosa farà il Governo Draghi che pensa di comandare in Italia su tutto e su tutti? Li commissarierà? Così, oggi, nella nostra Isola, ci saranno Comuni che riapriranno le scuole e Comuni dove le scuole resteranno chiuse, con buona pace del presidente del Consiglio, Draghi, e del Ministro della Pubblica Istruzione, Patrizio Bianchi. Confusione negli ospedali siciliani dove dilagano i contagi. Confusione anche nel mondo delle attività commerciali della Sicilia, con particolare riferimento alla ristorazione: tra Green pass, Super Green pass, obbligo vaccinale per chi ha più di 50 anni di età, bar ristoranti e alberghi sono di nuovo in difficoltà: problema nazionale che coinvolge anche la Sicilia.
Nel marasma generale il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che è anche presidente dell’ANCI Sicilia (Associazione Nazionale Comun Italiani della nostra Isola) – che ha deciso di tenere le scuole chiuse per tutta questa settimana – si lascia scappare un’ammissione: “Ad oggi, secondo i dati diffusi – leggiamo in una nota del Comune di Palermo diffusa ieri – si è registrato un allarmante e quotidiano incremento dei cittadini risultati positivi al Covid-19, con una preoccupante saturazione dei posti disponibili presso le strutture sanitarie; anche con riferimento al numero dei vaccinati. A questo, inoltre, non corrisponde la concreta possibilità di effettuare gratuitamente i test antigenici rapidi per la popolazione scolastica, anche alla prima comparsa dei sintomi”. Se la lingua italiana ha ancora un senso, il passaggio “si è registrato un allarmante e quotidiano incremento dei cittadini risultati positivi al Covid-19, con una preoccupante saturazione dei posti disponibili presso le strutture sanitarie; anche con riferimento al numero dei vaccinati”, significa che in ospedale finiscono anche i vaccinati. Pe noi non è una novità, perché notiamo una differenza tra quello che dicono Governo nazionali e Regioni – “la stragrande maggioranza di chi finisce in ospedale e soprattutto in terapia intensiva non è vaccinato” e quello che si legge sulla rete, da dove viene fuori che anche i vaccinati finiscono in ospedale e in terapia intensiva. Ma allora – se è così – a cosa serve la terza dose di vaccino anti-Covid?
Insomma, confusione, su confusione, su confusione. Soprattutto nella politica siciliana che dovrebbe governare se stessa, la pandemia e il caos che si sta scatenando nell’economia della nostra Isola sempre più claudicante. Sul fronte politico gli esponenti di Forza Italia cominciano a realizzare di aver combinato un gran casino, perché se Musumeci effettuerà il rimpasto della Giunta i berlusconiani targati Gianfranco Miccichè – o forse tutti i berlusconiani, compresi i ‘camaleonti’ – resteranno senza assessorati sino alla fine delle elezioni. Un problema che tocca anche certe ‘opposizioni’ che dividevano il potere in ‘enfiteusi’ con Forza Italia. Insomma, c’è il rischio che il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, si recherà il 24 Gennaio a Roma per eleggere il presidente della Repubblica senza assessori a lui fedeli nel Governo. Il ‘rischio’ – ad esempio – è che l’assessorato all’Agricoltura cominci ad occuparsi degli agricoltori siciliani e non di Forza Italia e delle opposizioni ‘consociative’. Preoccupato (di perdere le poltrone nel Governo?) il commento dello stesso Miccichè che all’ANSA dice: “Il Parlamento questo pomeriggio (ieri per chi legge ndr) ha ratificato il malessere che esiste da tempo nella maggioranza, spero che il presidente Musumeci rifletta e si renda conto che deve interloquire con i partiti e non prendere per buono quello che gli riferiscono quattro sciacalletti, falsando la realtà. Mi spiace per quanto accaduto, sapevo che qualcuno nella maggioranza non avrebbe votato per Musumeci ma non avevo la percezione che avrebbero persino votato per il candidato delle opposizioni: Musumeci rifletta su questo e ripristino il rapporto necessario con i partiti. Dalle opposizioni mi chiedevano di riaprire la seduta, ma ho spiegato che in questo clima non potevo farlo”. La seduta di ieri è stata sospesa e rinviata a Martedì prossimo. Che dire? Che la mossa di Musumeci (concordata con gli esponenti del centrodestra siciliano?) potrebbe essere quella di lasciare Forza Italia senza assessorati, spingendo Miccichè e il suo gruppo verso il PD, proprio mentre, a Roma, Berlusconi e il centrodestra debbono serrare le fila per l’elezione del nuovo capo dello Stato.
Mette le mani avanti il parlamentare regionale berlusconiano Michele Mancuso: “Sono sconcertato dalle parole del presidente Musumeci, durante e dopo i lavori d’aula. Chi parla è un deputato che è sempre stato leale, con il voto di oggi compreso, verso i siciliani e con la coalizione di maggioranza, Per tale motivo, nonostante il circoscritto momento di rabbia, non posso e non voglio accettare quanto affermato dal Presidente della Regione. Gli aggettivi come “pavido e vile” non sono consone all’istituzione che si rappresenta. Se i mesi che ci aspettano, da qui alla fine della Legislatura saranno quelli prospettati da Musumeci, forse è meglio che si dimetta per andare subito al voto. Lo dico con cognizione di causa, perché non risolve nulla azzerando – in parte – la Giunta. L’unico modo per scongiurare l’inevitabile è un azzeramento degli atteggiamenti di sfida, di chiusura e di supponenza. Serve il dialogo, quello costruttivo, che porta risultati. Nessuno ha paura di nessuno. Sono mesi che auspico un maggiore coinvolgimento di tutti. Dunque perché da parte di Musumeci c’è questa continua esigenza di mostrare i muscoli? Meglio le elezioni anticipate che uno scorcio di legislatura che di fatto imbriglia i siciliani in un gioco al massacro”.
Il presidente Musumeci, nell’annunciare l’azzeramento della Giunta, ha rilasciato una dichiarazione durissima, con riferimento a quanto accaduto ieri a Sala d’Ercole, dove una quindicina di deputati del centrodestra, nell’elezione dei tre Grandi elettori siciliani che il 24 Gennaio si recheranno a Roma per partecipare all’elezione del nuovo presidente della Repubblica, lo hanno praticamente ‘impiombato’: “E’ accaduto che al presidente della Regione sono mancati 7-8 voti circa, sono stato eletto lo stesso ma il dato è politico. Perché mancano nella maggioranza questi voti col voto segreto? Perché alcuni deputati hanno pensato di compiere nei miei confronti, come si dice nel linguaggio giudiziario, un atto d’intimidazione, si tratta di una sorta di resa dei conti dal loro punto di vista. Sono deputati che mi hanno fatto richieste irricevibili e ho dovuto dire di no a deputati” con i quali, “per una questione di igiene non ho voluto avere rapporti in questi anni. Possono pensare che questi 7 scappati di casa che un presidente che non è stato condizionato dalla mafia può essere condizionato da loro? Possono mai pensare di esercitare su questo governo qualunque tipo di richiesta trasversale mandando messaggi che appartengono al peggiore dei linguaggi della comunicazione? Sciagurati. Ho provato tanta amarezza. Sono convinto che bisogna abbandonarli per strada questi disertori, ricattatori che operano con la complicità del voto segreto. Io ho le mani libere. Restiamo a lavorare e restiamo a lavorare proprio perché non voglio sopravvivere nel palazzo ma perché ho un rapporto con la gente”. Come spesso gli capita, il presidente denuncia fatti gravi, ma non fa nomi e cognomi. Lo ha fatto con i dipendenti regionali. “Ci sono dei funzionari regionali che si comportano da veri criminali. Io li manderei in galera…“, e adesso replica con i deputati regionali che gli “hanno fatto richieste irricevibili”. Non sarebbe il caso di fare i nomi? Che è quello che chiede Danilo Lo Giudice, deputato regionale di Sicilia Vera, il movimento politico creato dal sindaco di Messina, Cateno De Luca (anche lui candidato alla presidenza della Regione): “Le parole del presidente Musumeci, successive all’elezione dei grandi elettori della Sicilia, sono oltremodo offensive per tutto il Parlamento e per i suoi componenti che, piaccia o no, sono stati democraticamente eletti e rappresentano il popolo siciliano. Se vuole proprio essere concreto nel dare una mano alla Sicilia, il Presidente prenda atto di non essere più gradito non solo all’interno del Parlamento, ma anche alla stragrande maggioranza dei siciliani e rassegni le dimissioni. Dispiace che in un momento così delicato di pandemia e con i contagi alle stelle, il Presidente della Regione invece di offrire soluzioni ci costringa a discutere di tematiche che sono ben lontane dagli interessi della Sicilia e dei Siciliani. Poiché non faccio parte della maggioranza, non credo che il Presidente Musumeci annoverasse il sottoscritto tra coloro che potevano designarlo quale grande elettore per la Sicilia; tale scelta non è determinata né da ‘questione di igiene’ come lo stesso Presidente perché il sottoscritto non ha mai chiesto nulla di quei sottoboschi governativi, dove di certo risiedono figure ben vicine allo stesso Presidente che oggi si scopre novello della politica. Musumeci abbia il coraggio di fare nomi e cognomi, di dire quali sono state queste richieste irricevibili e, se è il caso, si rivolga agli organi competenti”. Impossibile dargli torto.
Dalle parti di Forza Italia le parole del presidente Musumeci hanno avuto effetto immediato. Abbiamo già riportato la reazione del parlamentare reginale azzurro Mancuso. ma c’è anche la reazione di Daniela Tertullo, anche lei parlamentare di Sala d’Ercole di Forza Italia: “Non mi sento una disertrice o peggio vile perché non ho espresso la preferenza per Musumeci durante l’elezione in Aula dei Grandi elettori. Non è notizia celata da mistero il mio esclusivo voto per il Presidente Miccichè. Ho votato con coscienza, in modo secco. Per tale motivo ritengo le parole di Musumeci profondamente offensive. Per quanto mi riguarda invito la Procura ad indagare sulle proposte irricevibili o intimidatorie che la sottoscritta avrebbe formulato al Presidente della Regione. Non penso che ai siciliani interessi chi vada in Parlamento a Roma per l’elezione del Presidente della Repubblica. Invito pertanto Musumeci a lavorare con responsabilità. Per quanto mi compete, finora ho sempre lavorato con impegno, dignità e coscienza. Dunque, che il governatore di una Regione possa solo pensare certe assurdità sui deputati è oltremodo grave”. Questa dichiarazione certifica quello che si sa già, e cioè che deputati di Forza Italia non hanno votato per il presidente Musumeci (e, in parte, hanno votato d’accordo con PD e Movimento 5 Stelle per creare difficoltà al presidente della Regione). Subito dopo la votazione, quando ancora non era di dominio pubblico la decisione del presidente della Regione di azzerare la Giunta, il presidente della Commissione Antimafia, Claudio Fava – che dovrebbe essere uno dei candidati alla presidenza della Regione alle elezioni siciliane del prossimo Novembre – ha rilasciato la seguente dichiarazione: “A prescindere dalle decisioni che il Presidente prenderà nelle prossime ore, il voto di stasera certifica che Musumeci non ha più alcuna maggioranza. Ne prenda atto, quantomeno per salvaguardare la dignità della funzione che rappresenta. Nei prossimi mesi, per le scelte che la attendono, la Sicilia avrà bisogno di un governo autorevole, legittimato da una solida maggioranza. È chiaro che quel governo non potrà essere guidato da Musumeci. Le sue dimissioni rappresenterebbero oggi un atto di decenza e di rispetto per le sorti della Sicilia”. Positivo il commento del gruppo parlamentare Attiva Sicilia: “La decisione del presidente Musumeci di azzerare la Giunta la interpretiamo come un atto teso a fare il punto con la coalizione, un tentativo necessario per trovare gli equilibri più opportuni per chiudere al meglio questa legislatura. Da questo momento il Parlamento siciliano dovrà a sua volta ragionare nell’ottica di privilegiare gli interessi dei siciliani più che quelli dei partiti. Dovremo tutti ricordare che in presenza di una così profonda crisi socioeconomica l’unico obiettivo da perseguire è quello di rispettare il mandato elettorale, creando le condizioni affinché questo ultimo scorcio di legislatura sia qualificante e portando a termine quel necessario percorso di riforme indispensabili per la Sicilia. E con queste premesse, già da oggi, garantiamo l’impegno di Attiva Sicilia”.
Foto tratta da Sicilia Report