- Forse questa volta dalle parti di Forza Italia hanno esagerato. Un’asse tra una parte dei berlusconiani, del PD e dei grillini ha prodotto uno ‘sgambetto’ politico e istituzionale insieme ai danni del presidente della Regione. Le dimissioni di Musumeci non sono impossibili, anzi
- Cosa succederebbe con le eventuali dimissioni del capo della Giunta regionale
- In favore delle possibili dimissioni gioca anche la difficile situazione del Bilancio regionale, con un esercizio provvisorio problematico, se non impossibile. Che mette la sopravvivenza del Governo Musumeci nelle mani di Roma
Forse questa volta dalle parti di Forza Italia hanno esagerato. Un’asse tra una parte dei berlusconiani, del PD e dei grillini ha prodotto uno ‘sgambetto’ politico e istituzionale insieme. Le dimissioni di Musumeci non sono impossibili, anzi
Dimissioni del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci dopo lo ‘scivolone’ di oggi a Sala d’Ercole? Oggi il Parlamento siciliano ha designato, con il voto, i tre grandi elettori per il nuovo presidente della Repubblica. Di solito a Roma vanno il capo della Giunta, il presidente dell’Assemblea regionale siciliana (Ars) e un parlamentare dell’opposizione (lo schieramento che vince le elezioni si pende anche la presidenza del Parlamento dell’Isola). Il problema è che Musumeci, con 67 deputati presenti in Aula, ha preso appena 29 voti, addirittura tre voti in meno del candidato dell’opposizione, il grillino Nunzio Di Paola che ha preso 32 voti. Mentre il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè – con molta probabilità ‘giocando di sponda’ con il PD e con i grillini, ha preso 44 voti. Da quello che si intuisce, il ‘siluro’ tirato al capo del Governo siciliano potrebbe essere il frutto di una manovra orchestrata da Forza Italia, formazione politica che in Sicilia oscilla tra centrodestra e centrosinistra in vista delle prossime elezioni regionali previste a Novembre. Non c’è da meravigliarsi, sia perché il trasformismo politico in Sicilia è una cosa normale, sia perché il presidente del Parlamento, il già citato Miccichè, che è anche coordinatore dei berlusconiani nell’Isola, è già stato alleato del centrosinistra nel Governo regionale di Raffaele Lombardo (legislatura 2008-2012), ed ha contribuito, nel Novembre del 2012, all’elezione del candidato di centrosinistra, Rosario Crocetta, alle elezioni regionali siciliane del Novembre 2012, avendo spaccato lo schieramento di centrodestra.
Cosa succederebbe con le eventuali dimissioni del capo della Giunta regionale
Sembra che Musumeci abbia manifestato l’intenzione di dimettersi. Un’esagerazione? Non esattamente. Certo, perderebbe il potere, che passerebbe nelle mani di tre commissari, secondo quanto previsto dallo Statuto siciliano. Ma metterebbe in difficoltà il suo vero avversario dentro la coalizione di centrodestra, ovvero Gianfranco Miccichè, che sarebbe costretto ad uscire allo scoperto. E siccome Miccichè fino ad oggi non sarebbe riuscito a convincere i deputati di Forza Italia – regionali e nazionali – a tentare il ribaltone passando, armi e bagagli, nel centrosinistra, con le dimissioni Musumeci andrebbe sì a casa, ma manderebbe a casa anche Miccichè e tutta l’Assemblea regionale siciliana. Miccichè perderebbe il grande potere che oggi esercita da presente dell’Ars e perderebbe anche il peso, già ridotto, dentro la coalizione di centrodestra. Per non parlare dei parlamentari grillini, che andrebbero a casa con nove mesi di anticipo con davanti un futuro incerto un termini personali, se è vero che i grillini, in Sicilia, hanno fatto ben poco: qualche ‘fiondata’ di opposizione nel Parlamento siciliano e ‘tradimenti’ politici a ripetizione da parte del Governo nazionale (basti pensare alle tante penalizzazioni che prima il Governo Conte bis e poi l’attuale Governo di Mario Draghi hanno inflitto alla Sicilia). A parlamentari regionali uscenti del Movimento 5 Stelle resterebbe solo l’alleanza con il PD siciliano, che è ben poca cosa, soprattutto in termini di possibili rielezioni. Non che sarebbe diverso se la legislatura dovesse continuare qualora Musumeci deciderà di restare. Ma andare a casa adesso, peraltro subendo le dimissioni del presidente della Regione, per i grillini sarebbe uno scenario ancora peggio.
In favore delle possibili dimissioni gioca anche la difficile situazione del Bilancio regionale, con un esercizio provvisorio problematico, se non impossibile. Che mette la sopravvivenza del Governo Musumeci nelle mani di Roma
C’è un’ulteriore motivazione politica che potrebbe spingere il presidente Musumeci a dimettersi. Il Governo ha presentato il disegno di legge per l’esercizio provvisorio per i primi quattro mesi di quest’anno. Ma la legge che regola questa materia non prevede la possibilità di percorrere la via tecnica individuata dallo stesso esecutivo regionale. Il perché non si può approvare l’esercizio provvisorio lo abbiamo illustrato lo scorso 31 Dicembre (come potete leggere qui). Facendo approvare dall’Ars il disegno di legge sui quattro mesi di esercizio provvisorio, Musumeci finirebbe nelle mani del Governo nazionale, che avrebbe lo strumento giuridico per impugnare l’esercizio provvisorio e mandarlo a casa insieme con l’Assemblea regionale siciliana. Ora siccome il partito che ha un rapporto stretto con il presidente del Consiglio, Mario Draghi, è il PD, non è escluso che sia in corso un’operazione politica per mandare a casa l’attuale Governo siciliano e consentire al PD, attraverso il commissariamento, di intrufolarsi nella gestione della Regione. Dimettendosi, Musumeci anticiperebbe gli eventi e ne uscirebbe bene. E si scrollerebbe anche di dosso la gestione della pandemia, con un Governo nazionale che non è ha fatta una giusta e che condiziona la Sicilia imponendo un’avventurosa apertura delle scuole in pieno Inverno, mentre infuria il ritorno della pandemia. Un altro buon motivo per mollare. E la ricandidatura di Musumeci? Problematica è da presidente in carica e problematica resta da presidente dimissionario. Ma con le mani libere e con Miccichè costretto a scegliere dove stare.
AGGIORNAMENTO – Dichiarazione del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci:
“Non posso non prendere atto dell’esito del voto espresso dall’Aula e del suo significato politico. Se qualche deputato – vile e pavido – si fosse illuso, con la complicità del voto segreto, di aver fatto un dispetto alla mia persona, si dovrà ricredere. Perché il voto di questo pomeriggio – per la gravità del contesto generale – costituisce solo una offesa alle Istituzioni regionali, a prescindere da chi le rappresenta. Nella consapevolezza di avere ottenuto la fiducia del popolo siciliano, adotterò le decisioni che riterrò più giuste e le renderò note entro le prossime ventiquattr’ore”.
Foto tratta da Repubblica Palermo
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