La nuova associazione ambientalista della nostra Isola si chiama Lega siciliana per la difesa della legalità e dell’ambiente. L’ha fondata Giuseppe ‘Peppe’ Arnone che negli anni ’80 del secolo passato è stato il protagonista di Lega Ambiente Sicilia (allora si scriveva così, oggi di scrive Legambiente). Dedicare il MATTINALE di oggi a un personaggio storico e importante dell’ambientalismo siciliano ci sembra quasi doveroso. Erano anni molto diversi da quelli di oggi, gli anni ’80. Anni più seri. Allora gli ambientalisti non gestivano le aree ambientali importanti con i soldi della Regione siciliana. Erano liberi e l’ambiente lo difendevano per davvero scontrandosi con la politica e, quindi, andando anche contro le amministrazioni regionali dell’epoca. Di quegli anni Giuseppe Arnone, agrigentino di Agrigento, era, tra gli ambientalisti siciliani, la figura di primo piano. Si diceva che Lega Ambiente fosse vicina al Pci: in parte qualche legame c’era, ma non per Arnone che, nella sua provincia, Agrigento (e non soltanto nella sua provincia, in verità), era quasi sempre in rotta di collisione con i vertici del Pci, soprattutto del Pci agrigentino. Una federazione, quella comunista di Agrigento, in assoluto la più ‘chiacchierata’ della Sicilia: più ‘chiacchierata’, perché la più indecifrabile e la più ‘ammanigliata’ con il vero potere della Sicilia che, dal 1943 in poi, non è mai stato rappresentato dalla politica. L’assassinio di Accursio Miraglia, sotto questo profilo, è paradigmatico.
Siamo tornati indietro nel tempo, agli anni dell’assassinio di Accursio Miraglia, grande personalità culturale e politica dell’epoca, uomo politico di matrice anarchica, sostenitore del Comitato di Liberazione di Sciacca assieme a un altro grande uomo politico di Sciacca esponente del popolarismo cattolico, il senatore della Repubblica, Pippo Molinari. Accursio Miraglia, fondatore della Camera del Lavoro della Sicilia, venne ucciso a Sciacca la sera del 4 gennaio del 1944. Non siamo tornati indietro nel tempo a caso, perché come ci ha comunicato lo stesso Peppe Arnone, la nuova associazione ambientalista che ha fondato verrà intestata a suo papà, cioè a Giosuè Arnone, grande figura del socialismo agrigentino, del socialismo vero, il socialismo che ha operato in difesa non soltanto degli umili, ma anche del lavoro, dell’ambiente e della cultura. Giosuè Arnone è stato professore di Storia e Filosofia nei licei agrigentini. Ed è stato per tanti anni direttore del gabinetto fotografico della Sovrintendenza di Agrigento. E’ stato molto vicino a Pietro Griffo, per anni sovrintendente della Valle dei Templi di Agrigento. E’ soprattutto grazie al lavoro di Pietro Griffo e di Giosuè Arnone che oggi esiste il Museo archeologico San Nicola di Agrigento. Alle attività culturali Giosuè Arnone ha affiancato l’attività politica tra i socialisti, dal movimento dei contadini della Cgil di Agrigento al Consiglio comunale della Città dei Templi.
Le battaglie ambientaliste sono sempre state nel ‘DNA’ di Peppe Arnone. Chi scrive negli anni ’80 lavorava presso il quotidiano L’Ora di Palermo. Ebbene, spesso “l’ultima di copertina” o “quarta di copertina” – in pratica l’ultima pagina del giornale – veniva dedicata agli approfondimenti. E quando Peppe Arnone lanciava una battaglia in difesa di un tratto di costa, di un monumento che rischiava di degradarsi e via continuando eravamo quasi sempre noi a raccontare i fatti. Gli articoli – tanti articoli – del giornale L’Ora di quegli anni raccontano tante battaglie sociali portate avanti da Arnone e anche da Angelo Dimarca (altro dirigente di Lega Ambiente di valore). Sarebbe interessante potere raccogliere quegli articoli non soltanto per la storia che raccontano, ma per illustrare agli ambientalisti-poltronisti di oggi come si difende l’ambiente (senza bisogno di gestire le Riserve naturali con i soldi della Regione). Negli ultimi anni Arnone ha intrapreso una serie di battaglie sulla Giustizia (nella vita fa l’avvocato) che lo hanno portato anche agli arresti. Noi l’abbiamo sempre difeso, perché conosciamo la sua storia e quella della sua famiglia. Non entriamo nel merito di questa vicenda, perché non ne abbiamo le competenze tecnico-giuridiche. Da giornalisti sappiamo che è stato rilasciato con un pronunciamento del Tribunale del Riesame e che adesso Arnone ha ripreso la sua battaglia. Conoscendolo da quarant’anni e forse più siamo sicuri che non mollerà. (qui potere leggere alcuni articoli che abbiamo scritto su Arnone in questi anni: Giuseppe Arnone fuori dal carcere. La storia di un uomo controcorrente. Che non tem i magistrati – Giuseppe Arnone ‘liberato’ dalla Cassazione: torna a scrivere libri e su Facebook – e soprattutto questo articolo: Agrigento, arrestato per la seconda volta Giuseppe Arnone: le nostre perplessità. Arnone ogni tanto va un po’ ‘sopra il rigo’, ma di una persona sarebbe bene guardare la storia prima di adottare provvedimenti draconani. Vanno valutati i meriti, soprattutto se sono meriti acquisiti in difesa della collettività.
Visto che parliamo di Peppe Arnone non possiamo non ricordare anche la sua storia politica. O meglio come la ‘presunta’ sinistra post comunista agrigentina ha sempre trattato Arnone. Nell’Autunno del 1993 – quando riuscì persino a prendere a male parole anche chi scrive, dopo anni di battaglie condotte insieme – era candidato sindaco di Agrigento. La notte delle elezioni era stato eletto, la mattina successiva, no. Certe elezioni comunali siciliane, come si usa dire a Sciacca, paese di origine di chi scrive, vannu comu voli Diu… E’ successo con le elezioni comunali di Palermo del 2018, con le ultime elezioni comunali di Siracusa: e successe anche ad Agrigento nel 1993. Arnone non doveva fare carriera nell’ex Pci: e non gliel’hanno fatta fare. Negli anni ’80 il Pci, nel collegio di Agrigento, esprimeva tre deputati regionali. Oggi se ne prende uno è già tanto. L’anti-arnonismo viscerale degli ex comunisti agrigentini li ha portati ad essere quello che sono: irrilevanti in un PD che ad Agrigento e provincia esiste perché le altre forze politiche sono fragili. Male affastellati con gli ex democristiani, il PD agrigentino oggi è ben poca cosa. E sicuramente non è un partito di grandi battaglie culturali e ambientali. Ultima notazione che ci piace ricordare: Autunno 2018, Peppe Arnone prende parte a un convegno nel Palazzo Reale di Palermo, sede del Parlamento siciliano. E’ presente anche Vittorio Sgarbi. Arnone comincia a parlare di Rosario Crocetta, di Giuseppe Lumia e anche di Confindustria Sicilia. Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, gli toglie la parola. Chi vuole capire capisca. Anche in riferimento ai fatti di bassa politica di oggi.
Abbiamo scritto questo articolo perché siamo molto contenti che Arnone tornerà ad occuparsi di ambiente. Noi non apprezziamo da anni Legambiente Sicilia. Come non apprezziamo il Wwf. Niente di personale. A nostro modesto avviso, le associazioni ambientaliste non possono lavorare con i soldi della Regione. Gli ambientalisti possono, anzi debbono – se ne hanno l’opportunità e le capacità – occupare posti di rilievo nei Parchi e nelle Riserve naturali. Ma che la Regione siciliana, come avviene ormai da anni, finanzi le Riserve naturali gestite dagli esponenti delle associazioni ambientalista è un’assurdità. Su questo Arnone la pensa come noi (lo dice chiaramente sulla propria pagina Facebook). E infatti, in Sicilia, l’ambientalismo è scomparso, non c’è più da almeno un trentennio, a parte qualcosa qua e là. Lo scempio ambientale dell’area industriale di Siracusa, i disastri ambientali di Melilli, Priolo, Augusta, l’inquinamento provocato della chimica a Gela, l’inquinamento provocato dalla raffineria di Milazzo, l’elettrosmog nella Valle del Mela a Messina – per citare i casi più eclatanti – sono figli dell’inesistente ambientalismo siciliano. Ben venga, insomma, la nuova associazione di Peppe Arnone.