da Costantino Guzzo
vice presidente Associazione Sindacale Lavoratori 99,9 %
riceviamo e pubblichiamo
Cosa si chiede ad un personaggio pubblico, ad un esponente politico che riveste incarichi istituzionali ? Penso si richieda innanzitutto l’onestà, quella morale e quella intellettuale: cosa ovvia, peraltro. Tutto questo non è però sufficiente: ad un uomo politico si chiede la capacità organizzativa, il pensiero sociale, economico, la capacità di lettura del territorio, la prudenza e soprattutto la capacità ed il controllo dei propri collaboratori. La vigilanza è una delle qualità principali, necessarie, doverosamente dovute e richieste all’uomo politico in questi anni. Costui non può ingenuamente lasciar fare, declinare la sua funzione di controllo e permettere che fidati collaboratori possano utilizzare il suo buon nome o la sua funzione pubblica per interessi di tipo personale o opportunità che esulano dal bene comune. Per questo, caro onorevole siciliano Peppino Lupo, esponente del PD, come ha fatto in passato, e come fa tuttora a sostenere di non conoscere le vergognose vicende dello IAL SICILIA se alle sue dipendenze aveva l’ex Direttore delle Risorse Umane di questo stesso Ente di Formazione professionale, dello stesso IAL SICILIA, il tale signor Francesco Nuccio?
Certamente lei, onorevole Lupo, non è uno stupido, bensì un navigato uomo politico di sinistra e certamente non è neanche ingenuo e peraltro non ritengo che possa lasciarsi andare a folli impeti adolescenziali di sentimento per gli amici. Purtroppo in Sicilia, e non solo, accade che la politica sindacale fiancheggi gli interessi privati in politica, che il sindacato sia il grimaldello, la chiave per aprire tante porte, per ottemperare ad impegni, a promesse che nulla hanno a che vedere con l’interesse collettivo e con quello pubblico. Certe coincidenze, meglio ancora, certe “contemporaneità” lavorative nel curriculum del signor Francesco Nuccio fanno riflettere (vedasi il periodo che intercorre tra gli anni 2013-2016)! Ho l’impressione che, se si aprisse davvero la copertura di certe alleanze tra politica e sindacato e impresa, a giovarne sarebbero la gente, i lavoratori e soprattutto la democrazia.