di Enzo Guarnera
La vera partita non è quella mediatica degli ultimi tempi, non si gioca nel chiacchiericcio o nelle dichiarazioni più o meno ufficiali.
Mai come adesso vi sono le condizioni affinché entrino in campo gli incontri riservati, sovente trasversali, gli accordi, gli scambi di incarichi e favori in prospettiva. Solo gli ingenui o chi non conosce la logica della vecchia politica, sempre attuale, possono non pensarlo.
E poi, la Massoneria. Non vi faccio parte, ma ho qualche fondato sospetto. Nella mia lunga esperienza professionale ho avuto due clienti che mi hanno confidato di essere massoni. Uno di essi con il grado di Gran Maestro. Forse non avrebbero potuto, ma mi fecero alcuni nomi di italiani famosi che aderivano a logge transnazionali. Eccone alcuni: Giorgio Napolitano, Mario Draghi, Mario Monti, Massimo D’Alema. E poi altri nomi di banchieri ed imprenditori. Mi dissero che i più importanti incarichi sono spesso il frutto di consultazione ad alto livello massonico, sia nazionale che internazionale. Mi portarono ad esempio le nomine nelle grandi banche e nei più importanti enti di Stato: ruotano a turno le stesse persone. Il “sistema” si auto-conserva. Non ho alcuna prova di ciò, ma neppure ragione per dubitarne. Sulla scorta di tali considerazioni mi chiedo: il ritorno in campo di Massimo D’Alema rientra, forse, in tale scenario? “Ai posteri l’ardua sentenza”!
Foto tratta da Antimafia 2000
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