Nei giorni scorsi con il professore Giovanni Tesoriere – preside della facoltà di Architettura e Ingegneria dell’università Kore di Enna, un docente universitario che conosce molto bene il mondo dei trasporti della Sicilia e di Palermo – abbiamo fatto il punto della situazione sul traballante ponte Corleone di Palermo. Il docente universitario ha sottolineato, in particolare, due aspetti. Primo aspetto: la parziale
Allora professore Tesoriere, cominciamo con l’Anello ferroviario.
“Credo che la prima cosa da dire sull’Anello ferroviario di Palermo si condensa in una domanda: una volta completata tale opera chi la gestirà? Treni e funzioni a chi faranno capo?”.
Possiamo entrare nel dettaglio di questa domanda?
“Cominciamo col dire che i binari che corrono da piazza Giachery in avanti sono di proprietà del Comune. Non è una cosa da poco”.
Cioè?
“La gestione e la manutenzione hanno un costo. Le Ferrovie, per la gestione di questo tratto, vorranno essere pagate. Per la precisione, si dovrà pagare Rfi (Rete ferroviaria italiana) per la gestione dei binari e Trenitalia per la gestione del treno. Il Comune di Palermo – che è titolare di tale opera – ha mai fatto i conti sui costi che dovrà sostenere? Esiste un piano economico? O finirà come per i 15 km di Tram attualmente in esercizio in città, ovvero cercando risorse inseguendo la ZTL e creando problemi di bilancio all’AMAT? La verità è che il sindaco della città Leoluca Orlando e l’assessore comunale Giusto Catania non hanno mai affrontato la questione economica del Tram”.
Questo vale anche con le sei future nuove linee di Tram?
“Certo. I conti vanno fatti prima. Bisogna sapere prima se un opera per il trasporto pubblico delle persone avrà un’utenza e sarà in attivo, oppure se non sarà in attivo e verrà pagata con la fiscalità, in questo caso comunale”.
Insomma, è giusto che i cittadini sappiano prima e non dopo se dovranno pagare, con tasse e imposte comunali aggiuntive il Tram, o se il Tram si manterrà da sé.
“Esattamente”.
Quanto è costato fino ad oggi l’Anello ferroviario di Palermo?
“Non lo so. So che per il completamento mancano poche opere. E so che c’è il problema dell’occlusione della falda”.
Possiamo illustrare questo aspetto?
“Ricordo che una volta abbiamo affrontato il problema. Circa quarant’anni fa, quando abbiamo progettato e realizzato lo svincolo di Piazza XII Vittime, che si trova a pochi metri dove oggi sono stati segnalati gli allagamenti, abbiamo dovuto affrontare enormi problemi dovuti alla presenza di una grossa falda acquifera. Così abbiamo sistemato dei tubi drenanti sotto la soletta dello svincolo per consentire all’acqua che arriva da monte di defluire verso il mare”.
Gli allagamenti che si registrano tra via Emerico Amari, in via Crispi e in Piazza o Piazzetta della Pace sono legati a una falda?
“Evidentemente sì. I problemi di via Emerico Amari e via Crispi potrebbero essere legati alla stessa falda che passa sotto Piazza XIII Vittime. Anche in Piazza della Pace c’è una falda. Anzi, per essere precisi, c’è un fiume sotterraneo. Ed è una cosa che si conosceva”.
Scusi, professore, l’appalto per l’Anello ferroviario di Palermo come si articola?
“L’appalto fa capo al Comune di Palermo, la gestione e la direzione dei lavori sono stati affidati a Rfi”.
Insomma, chi è che dovrebbe risolvere i problemi degli allagamenti? Sono problemi seri. I palazzi non possono certo andare avanti con le fondamenta piene d’acqua. Per non parlare di Piazza della Pace, dove da cinque anni viene in superficie acqua mista a fogna. Su Piazza della Pace, oltre alla battaglia condotta da cinque anni dall’Associazione Comitati Civici di Palermo, c’è anche un intervento estremamente preciso dell’ASP, l’Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo, che ha segnalato pericoli per la salute pubblica”.
“Mi rendo conto che è una vicenda complessa”.
Per ora che succede in Piazza della Pace?
“So che sono in azione le pompe per eliminare l’acqua”.
Da quanto tempo sono in azione le pompe?
“Non lo so”.
Le pompe in azione hanno un costo.
“Questo è chiaro”.
E chi sta sostenendo questo costo: il Comune di Palermo o chi sta effettuando i lavori?
“Non lo so”.
Riassumendo: in Piazza della Pace, durante i lavori per la realizzazione dell’Anello ferroviario, hanno trovato l’acqua che risale in superficie non prima di incontrare una fogna. E’ anche intervenuta l’ASP per segnalare pericoli per la salute pubblica. Quanto andrà avanti questa storia?
“Non lo so”.
Qualcuno dovrà intervenire o le pompe funzioneranno in eterno e l’acqua mista a fogna continuerà a risalire in strada in eterno?
“Questa è una bella domanda…”.
Basta, andiamo al Passante ferroviario. E’ vero che fino ad oggi tale opera è costata circa un miliardo e mezzo di euro?
“Grosso modo la cifra è questa”.
Oggi a che punto siamo?
“Ormai l’opera è quasi completata. Manca solo il tratto centrale”.
Quindi è questione di qualche mese?
“Non credo. Ci vorranno almeno altri tre-quattro anni. E altri soldi”.
Ancora soldi?
“Credo che occorrerà qualche altro centinaio di milioni, forse qualcosa in più. Va comunque detto che il Passante ferroviario sarà un’opera molto utile per la città e per i pendolari”.
Foto tratta da Mobilita Palermo
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