Correva l’anno 2020 il calendario segnava 17 Marzo. Noi scrivevamo un MATTINALE dal titolo: “Il vaccino contro il Coronavirus? Per il Regno Unito è un’illusione. L’infezione durerà a lungo. E allora…“. Gli inglesi non credevano nel vaccino contro il Covid. In quel momento la Microbiologia prevaleva sugli interessi delle multinazionali farmaceutiche. E due scienziati inglesi molto noti, consulenti del premier Boris Johnson, Sir Patrick Vallance e il professor Chris Whitty, lasciavano capire che con il virus che si era da alcuni mesi affacciato al mondo i vaccini non sarebbero serviti a niente. A distanza di poco meno di due anni, dopo aver pagato l’obolo alle multinazionali farmaceutiche che producono vaccini (anche gli inglesi si sono ‘infilati’ nel grande business dei vaccini: e figuriamoci!), i figli di Albione tornano alle tesi del Marzo 2020: niente restrizioni, bisogna convivere con il virus. “Dobbiamo rassegnarci all’idea che dovremo convivere con il Covid e per questa ragione il governo britannico farà di tutto per evitare altre misure restrittive contro il dilagare della variante Omicron. Lo ha scritto il ministro della Salute Sajid Javid sul Daily Mail, ma i suoi concittadini già lo avevano anticipato festeggiando insieme il Capodanno sulle rive del Tamigi, in Piccadilly Circus e nei pub di Liverpool e di altre città”. Così scriveva ieri il quotidiano La Stampa. Ci sono voluti quasi due anni di vaccini e poco meno di un anno e mezzo di restrizioni (ricordiamo che lo scorso Luglio il Governo di Boris Johnson ha eliminato tutte le restrizioni) per tornare alle tesi del Marzo 2020.
Rileggiamo alcuni passi del nostro articolo di poco meno di due anni fa sul Regno Unito: “Qui hanno deciso di non precipitare gli eventi. Le scuole e le università sono aperte. E non sono cambiate le abitudini. Le partite di calcio non sono state bloccate. Ma ciò non significa che non arriveranno le restrizioni. Il Governo si fida di questi due scienziati. Sono loro che detteranno i tempi dei provvedimenti da assumere. L’obiettivo del Governo del Regno Unito è evitare di inseguire il Coronavirus, come sta facendo l’Italia, non senza la confusione che c’è oggi in Italia. L’obiettivo è anticipare l’infezione… I citati Vallance e Whitty sanno benissimo che in altri Paesi del mondo stanno adottando misure severe nella lotta al Coronavirus, tra chiusura delle scuole e delle università, stop agli assembramenti, stop alle partite di calcio e così via. Non è detto che anche nel Regno Unito non vengano adottati provvedimenti stringenti. E’ diversa, però, la ‘filosofia’: per i due studiosi britannici il modello delle restrizioni non è l’unico possibile. Anzi, a loro avviso, in particolari condizioni potrebbe rivelarsi controproducente. Il Regno Unito – stando sempre ai due esperti – in questo momento si trova nelle prime fasi dell’epidemia. L’aumento è previsto, grosso modo, fra tre settimane. Il picco dovrebbe arrivare fra poco più di tre mesi. Questi spiega il perché Sir Patrick e il Professor Whitty non hanno voluto anticipare le restrizioni. Che arriveranno anche nel Regno Unito. Soprattutto per gli anziani, che sono i più a rischio (e io, detto per inciso, sono tra questi). I due scienziati che lavorano per il Governo del Regno Unito, nella prima fase, hanno deciso di non sospendere le riunioni di massa: per esempio, le partite di calcio… Secondo i due scienziati, i contagi avvengono con maggiore probabilità da un componente della famiglia o da amici, piuttosto che nei grandi spazi. Vallance e Whitty pensano che la chiusura delle scuole non sarebbe efficace: lo è per le epidemie di influenza ordinaria, non lo è per il Coronavirus che sembra non colpire i bambini. Per gli inglesi, però, c’è un altro rischio: i bambini, a casa, potrebbero trasmettere il Coronavirus ai loro genitori e ai nonni… I due studiosi non sono molto ottimisti. Pensano che eliminare rapidamente questa infezione non eliminerebbe i rischi, nel senso che, nei mesi successivi, si potrebbe ripresentare: per esempio, il prossimo inverno”.
Il Regno Unito è stato il primo Paese al mondo a parlare di immunità di gregge o di comunità. Quando la notizia venne fuori in tanti ironizzarono sul concetto di immunità di gregge. “Con l’immunità di gregge – disse il presidente leghista delle Regione Veneto, Luca Zaia – rimangono vivi solo i pastori…”. La strategia che i due scienziati inglesi provavano a mettere in atto era quella di provare a “spalmare” l’andamento dell’infezione nel tempo, non di provare a eliminarla in breve tempo. Poiché, al tempo stesso, la grande maggioranza delle persone si sarebbe ammalata in forma non grave e sarebbe guarita, ritardando le misure restrittive i due scienziati pensavano che si sarebbe raggiunta una sorta di immunità di gregge o di comunità: più persone – ipotizzavano – sarebbero risultate immuni al virus e si sarebbe dovuta materializzare una riduzione dei contagi. Questa impostazione, a giudizio degli esperti britannici, sarebbe servita per proteggere le persone più vulnerabili. Tale strategia non durò molto. Perché il SARS-COV-2 – questo lo si è capto piano piano – non è un virus naturale, ma di laboratorio. All’inizio erano in pochi, pochissimi ad accettare la tesi del SARS-COV-2 virus di laboratorio. Uno di questi era il premio Nobel per la Medicina, Luc Montagner. Che venne preso per rimbambito. L’ironia all’indirizzo di Montagner e per certi versi anche il livore nei suoi confronti avrebbe dovuto fare riflettere. Siamo, grosso modo, nel Marzo del 2020 ed era già partita la ‘macchina’ per produrre vaccini anti-Covid a mRNA, forse il più grande business di tutti i tempi. Un anno dopo, però, davanti a fatti oggettivi, la scienza ufficiale è costretta a dare ragione a Montagner: il SARS-COV-2 è un virus di laboratorio. Ma questo succede nel Maggio del 2021, quando le multinazionali farmaceutiche hanno già incassato ‘barcate’ di soldi in Borsa e con la vendita di vaccini anti-Covid. E, soprattutto, quando Stati Uniti e Unione europea (ma in parte anche Canada e Australia) – Paesi dove le multinazionali farmaceutiche dettano legge eleggendo presidenti e Governi e imponendo l’acquisto dei propri prodotti – sono ormai pieni fin sopra i capelli di vaccini anti-Covid.
Insomma, anche gli scienziati inglesi, nel 2020, cominciano a intuire che nel SARS-COV-2 c’è qualcosa che non va: e non è solo il fatto che si tratti di un Coronavirus e, quindi, di un virus ad alta deriva antigenica: c’è ‘qualcos’altro’. Così, tra ‘qualcosa’ e ‘qualcos’altro’ gli inglesi intuiscono che con il virus responsabile della pandemia l’immunità di gregge non si potrà mai raggiungere. “Secondo Vallance, il Covid-19, molto probabilmente, potrebbe diventare una malattia annuale, insomma un’infezione che si presenta ad ogni stagione. A suo avviso, bloccare questo virus, almeno per un certo periodo di tempo non sarà facile… Il problema non va nascosto. Ma non si può vivere in eterna emergenza, bloccando l’economia e la vita sociale” (qui per esteso il nostro articolo del marzo 2020)”. A distanza di quasi due anni, l’Inghilterra di Boris Johnson arriva alle conclusioni alle quali erano giunti con anticipo gli scienziati inglesi nel Marzo 2020. E ci arriva dopo aver vaccinato la maggioranza della popolazione per ottenere, alla fine – e sono dati di queste ore – circa 160 mila contagi al giorno (dato Google). Le domande non mancano: qual è la reale situazione dei ricoveri da Covid in Inghilterra? Sono veri i dati ufficiali che parlano di situazione sotto controllo? Quanti sono i ricoveri in ospedale? E quanti sono i ricoveri in terapie intensiva? I ricoverati per Covid e i malati di Covid in terapie intensiva sono nella stragrande maggioranza non vaccinati? Qual è la reale situazione in Inghilterra? La verità non dovrebbe essere lontana. Di fatto due verità oggettive emergono con estrema chiarezza. Prima verità oggettiva: il vaccino anti-Covid non ha risolto il problema dei contagi, anzi sembra averlo accentuato. Non lo diciamo noi: parlano i fatti illustrati da Google: basta andare su Google e scrivere le parole “Covid mondo” e sulla destra compare una fotografia del mondo dove si vede che il numero dei contagiati dal Covid è cresciuto spaventosamente nelle aree del mondo dove sono stati inoculati i vaccini anti-Covid, Stati Uniti d’Ameica e Unione europea in testa (che poi gli algoritmi penalizzino chi scrive la verità raccontata da Google, ebbene, questo è un altro discorso…), mentre è poco presente o addirittura assente dove i vaccini anti-Covid sono poco presenti o assenti, come nel Sudamerica e in Africa. Da qui l’ipotesi che se il SARS-COV-2 avesse fatto il proprio ciclo naturale, senza il ricorso ai vaccini anti-Covid, lo scenario potrebbe essere diverso: ipotesi non scientifica, la nostra, che non può essere né dimostrata, né smentita, così come non è scientifico affermare che senza i vaccini anti-Covid ci sarebbero stati milioni e milioni di morti, tesi che non può essere né dimostrata, né smentita (anche se l’andamento della pandemia in Sudamerica e in Africa lascerebbero più spazio alla prima tesi).
La seconda verità oggettiva è che il vaccino anti-Covid non ha eliminato i problemi creati nell’economia mondiale. Sicuramente ha fatto guadagnare montagne di denaro alle multinazionali farmaceutiche, ma l’economia reale dell’Unione europea – dove va in scena la follia della moneta ‘rigida’ euro – è con il culo a terra. Certo, avendo in mano le leve del potere e dell’informazione, la Commissione europea e i vari lacchè dell’europeismo raccontano di crescita del PIL, di aumento dell’export e via continuando. Ma ci sono imprese e famiglie – milioni di imprese a famiglie dell’Unione europea – in grande difficoltà. Anche perché sulla pandemia si sono innestati i cambiamenti climatici che, unitamente alle speculazioni su idrocarburi ed energia, che stanno producendo un’inflazione che, come avvenuto nei primi anni ’70 del secolo passato, si va a mescolare con sacche di stagnazione. Già in Italia sono in arrivo le bollette di luce e gas stratosferiche. E siamo soltanto all’inizio di un’inflazione che comincia a somigliare a una stagflazione e a un Inverno che è solo alle prime battute… Bene, davanti al fallimento integrale del vaccino anti-Covid rispetto allo spaventoso aumento dei contagi in atto (e in crescita) e rispetto all’economia che sta andando a rotoli (il riferimento è all’economia reale di famiglie e imprese, non ai bilanci della multinazionali farmaceutiche), che farà l’Unione europea? E che farà l’Italia? Come faranno Unione europea e Italia a tornare indietro sui vaccini, ad ammettere che non stanno funzionando per i contagi e per l’economia? E che succederà se, nelle prossime settimane, i dati dovessero cominciare a smentire anche l’assioma che i vaccini anti-Covid riducono il ricorso a ospedalizzazioni e a terapie intensive? Come giustificheranno tutto quello che è accaduto i governanti italiani, dalle limitazioni alle libertà personali fino alle migliaia di reazioni avverse e ai decessi? “La storia – scriveva il grande Hegel – guida il proprio carro trionfale su montagne di cadaveri…”.