di Nota Diplomatica
L’architettura dei paesaggi – il landscaping – perlopiù riguarda giardini formali, parchi, campi da golf e altre superfici simili. Andando oltre al semplice giardinaggio, si tratta forse dell’espressione del nostro desiderio di dimostrare il controllo umano sulla natura che ci circonda, o almeno di farla diventare un’opera d’arte. È però possibile applicare gli stessi concetti ad ambienti che non ci circondano – per esempio quelli all’interno di un acquario… Ecco cos’è l’aquascaping. È molto comune elaborare l’ambiente all’interno della boccia di vetro dove vivono i nostri pesciolini rossi mettendoci un fondo di sabbia colorata e, volendo strafare, anche una roccia o due – perfino con l’aggiunta di un piccolo galeone dei pirati affondato – in modo da dare ai pesci un posto dove giocare a nascondino. C’è però chi va oltre, creando quelli che in Italia sono perlopiù noti come “acquari naturali”, anche se di “naturale” c’è ovviamente poco, caratterizzati come sono da un lavoro minuzioso, per non dire maniacale.
La composizione raffigurata qui sopra, chiamata “Whisper of the Pines” – il Sussurro dei pini – è del celebre “aquascapista” turco Serkan Çentinkol, un “dio” della disciplina molto noto al livello internazionale – perché c’è un livello internazionale, con concorsi organizzati e competizioni attentamente regolate. L’ammirata opera di Çentinkol, per esempio, è stata premiata nella categoria “150-200 litri” – le dimensioni dell’acquario… Le “Olimpiadi” dell’aquascaping sono gli International Aquatic Plants Layout Contests. Siccome è difficile viaggiare con gli acquari pieni, la competizione, che ha sede in Giappone, si svolge “fotograficamente”. Le prime edizioni sono state organizzate dall’inventore del genere, il fotografo giapponese Takashi Amano, (1954-2015). Per celebrare i suoi importanti contributi all’aquariofilia, una specie di gamberetti d’acqua dolce (Caridina multidentata) è stata chiamata in suo onore “gambero di Amano”.