Ci volevano tre parlamentari donne per accendere i riflettori sui braccianti agricoli rimasti sena lavoro a causa del maltempo. intervento necessario perché nel 2007 Cgil, Cisl, Uil, Cia, Coldiretti e Confagricoltura, in base a un accordo, racconta il segretario generale del Sifus, Maurizio Grosso, hanno escluso i braccianti agricoli da possibili aiuti in caso di particolari crisi. Una di queste particolari crisi riguardava proprio il clima, che quest’anno ha fatto i capricci, creando enormi difficoltà a tante aziende agricole della nostra Isola e lasciando senza lavoro tanti braccianti agricoli. Non sappiamo se il Governo nazionale e il Governo regionale aiuteranno le aziende agricole siciliane colpite dal maltempo di Ottobre e Novembre scorsi, ma sappiamo che i braccianti agricoli, come scrive sempre in un comunicato il Sifus, oggi sono “invisibili”. A provare a renderli ‘visibili’ sono tre parlamentari nazionali: Simoma Suriano, Doriana Sarli e Nadia Aprile che, leggiamo in un comunicato del Sifus, “hanno presentato un’interrogazione parlamentare rivolta al Ministro alle Politiche Agricole e al Ministro al Lavoro con la quale chiedono interventi compensativi oltre che per le aziende agricole danneggiate anche per i braccianti agricoli che in esse prestano attività lavorativa in una delle fasi della produzione e che hanno involontariamente perduto e perderanno, circa il 30% delle giornate di lavoro”.
“La battaglia per l’ottenimento di misure compensative anche per i braccianti agricoli – dice Maurizio Grosso, Segretario Generale Sifus Confali – rappresenta un fatto di giustizia sociale avanzato visto che questa tipologia di lavoratori sono, a causa dell’assenza di una norma specifica, invisibili ai danni derivanti da calamità. In verità, fino al 2007, c’era una norma che interveniva tempestivamente a favore dei braccianti, consentendogli il trascinamento delle giornate dell’anno precedente sia dal punto di vista assistenziale che previdenziale. Ma un accordo sottoscritto da Cia, Coldiretti e Confagricoltura da un lato e CGIL, CISL e UIL dall’altro, l’ha cancellata. A questo punto Grosso si rivolge al Governo nazionale presieduto da Mario Draghi: “Qualora il Governo Draghi – conclude il segretario generale del Sifus – dovesse rimanere sordo anche davanti a questa sensata ed importante presa di posizione parlamentare, il Sifus sarà costretto, nelle prossime settimane, ad attivare azioni di protesta sotto il Ministero alle Politiche agricole”.