di Ciro Lomonte
È il segnale. Stamane Londra delibera l’aumento del tasso di sconto dallo 0,10 allo 0,25%. L’inflazione è ormai fuori controllo anche nel piccolo Regno Unito. Se la moneta dovesse perdere ancora valore, il Paese ormai deindustrializzato vedrebbe crescere il costo delle importazioni con cui si approvvigiona praticamente di tutto ad un livello insopportabile. Nel panico, poiché certamente preavvertiti, le cancellerie francese e tedesca riunite in Belgio faranno prima saltare i vertici dell’inutile quanto pericolosa “Unione europea”. Poi daranno ordine all’ex ministro francese oggi presidente della BCE di annunciare la conferma degli acquisti diretti dei Buoni del Tesoro Pluriennali dei Paesi da oltre dieci anni in default tecnico (Italia, Spagna, Grecia, Portogallo e Irlanda). Il programma “Pepp”, ridicolo anche nel nome, andrà avanti fino al 2024.
Il cancelliere tedesco ha bisogno di almeno due anni per evitare che il collasso dell’euro si traduca in quello della Germania. I francesi hanno ricevuto in pegno l’Italia: compenseranno i danni del collasso ormai imminente dell’euro incamerando beni italiani, come e più che ai tempi di Napoleone. Non c’è più tempo. Il prezzo dell’elettricità in Europa è ormai fuori controllo. In Francia, nonostante le decine di reattori nucleari, a Gennaio si annuncia a oltre 400 euro a MWh, con punte orarie superiori ai 1000 euro. In Italia il rincaro della bolletta che farà collassare ciò che resta dell’industria italiana sarà del 40% già fra 15 giorni. Con questi prezzi, nessuna azienda italiana sarà più in grado di produrre nulla in modo profittevole. Il terrore riversato dai mass media ad ogni ora del giorno, apparentemente per “tutelare la salute” ma in realtà per frenare l’inflazione, ha causato la disdetta di viaggi, soggiorni e ogni tipo di attività ricreativa. L’intero comparto turistico italiano è in miseria. A Gennaio le imprese inizieranno non a licenziare in massa: procederanno semplicemente a chiudere. Già sconvolti da preventivi per le forniture carissime che duravano 24 ore, prima di un nuovo rincaro, imprenditori ed azionisti daranno l’ordine di chiusura. Non fermo impianti: chiusura. L’Italia nata nel 1860 vive i suoi ultimi giorni. L’elezione del nuovo Presidente della ormai conclusa Repubblica saranno quelli decisivi. Dopo, bisognerà ricostruire pressoché tutto.
Foto tratta da quoted business