L’Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) ha revocato in autotutela un concorso per 57 posti per laureati e diplomati (in calce all’articolo il link al provvedimento). Una decisione che sta scatenando le proteste di centinaia di persone che hanno partecipato alla cosiddetta ‘Preselettiva’: una selezione che, una volta superata, consente di accedere alla prova scritta e poi alla prova orale. Alla ‘Preselettiva’ hanno preso parte anche alcuni dipendenti interni alla stessa Arpa (supponiamo che siano dipendenti a tempo determinato): e sono stati proprio questi ultimi a far bloccare tutto presentando un ricorso che ha determinato la revoca in autotutela del concorso da parte dei vertici dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. Il concorso all’Arpa è piuttosto ambìto e riguarda vari profili.
La cosa un po’ strana di questa vicenda è che anche i dipendenti interni hanno preso parte alla ‘Preselettiva’. Dopo che tale prova è stata effettuata a Catania e a Caltanissetta, gli stessi dipendenti interni all’Arpa hanno presentato ricorso sostenendo che loro non avrebbero dovuto partecipare alla ‘Preselettiva’, ma avrebbero dovuto accedere direttamente alla prova scritta e alla prova orale. Da qui il ricorso. In attesa che si pronuncino le autorità amministrative – che dovranno decidere sull’ammissibilità del ricorso ed, eventualmente, sul merito dello stesso ricorso – montano le polemiche, perché tutte le persone che si sono presentate a Catania e a Caltanissetta alla prova ‘Preselettiva’ sono comprensibilmente infuriate. Non è una cosa da niente, perché questo è avvenuto nei giorni scorsi, quando la Sicilia era colpita da continue piogge. Per non parlare dei soldi spesi per partecipare alla prova (c’è chi è arrivato a Catania e a Caltanissetta il giorno prima per sicurezza, sempre a causa delle condizioni del tempo, con aggravio di costi). Insomma una storia un po’ strana sulla quale, forse, sarebbe stato necessario fare chiarezza prima della prova ‘Preselettiva’ e non dopo.