Abbiamo cominciato a scriverlo la scorsa Estate, quando il capo del Governo italiano, Mario Draghi, ha inviato Bruxelles la bozza del Pnrr, ovvero il documento che illustra come l’Italia intende impiegare i 193 miliardi di euro che l’Unione europea ha erogato al nostro Paese per fronteggiare la crisi economica provocata dalla pandemia di Covid. Nella bozza c’è scritto che il 60% di questi fondi verranno spesi nel Nord Italia e il 40% nel Sud e in Sicilia. Già nel Luglio scorso l’economista Gianfanco Viesti, spulciando tra i documenti che Palazzo Chigi ha inviato agli uffici dell’Unione europea ha scoperto che, in realtà, i fondi Pnrr destinati a Sud e Sicilia erano di gran lunga inferiori al 40% di 193 miliardi. Viesti ha parlato addirittura del 10% al posto del 40%. E, in effetti, alla fine, potrebbe avere ragione. Perché nella ripartizione di questi fondi non si aiutano le Regioni italiane in difficoltà a causa della pandemia, ma si utilizza la formula dei bandi che vanno a privilegiare – ma giarda un po’ che combinazione! – chi ha già i progetti pronti e chi ha una pubblica amministrazione in grado di approntare velocemente i progetti: e ovviamente, in entrambi i casi, il Nord parta avvantaggiato rispetto a Sud e Sicilia. Non a caso, in queste ore, come segnalano su Facebook Enzo Lionetti, Franco Calderone e altri 96 cittadini del Sud e della Sicilia impegnati in un progetto culturale e politico di rilancio del Mezzogiorno, il sindaco di Milano, Beppe Sala, e altri sindaci di Comuni del Nord – quasi tutti del PD – non contenti di aver preso il 60% dei fondi del Pnrr, chiedono che al Nord vengano assegnati i fondi di Sud e Sicilia là dove i progetti non dovessero essere ancora pronti. Il ragionamento di questi signori del PD del Nord è il seguente: noi del Nord abbiamo i progetti pronti, al Sud e in Sicilia sono in ritardo, quindi i loro soldi ce li prendiamo noi.
“Il PD ormai non rappresenta più ideali di solidarietà – scrivono Enzo Lionetti, Franco Calderone e altri 96 -. Questo signore, il Sindaco di Milano Beppe Sala, con la falsa giustificazione di essere efficienti, offre uno squallido esempio di arroganza ed opportunismo, fregandosene degli ideali di progresso solidale e di collaborazione tra ceti sociali e aree territoriali, in un impeto di opportunismo capitalistico ed individualistico mascherato da un ruolo istituzionale. Cosa dicono i quartieri o le zone più disagiate di Milano? Cosa fa per loro il Sindaco di Milano? La Milano vera non è la Scala, non è i salotti buoni della Finanza, la Milano vera è fatta di milioni di lavoratori che prendono la metro o il tram, che si sbattono dalla mattina alla sera per guadagnarsi onestamente un po’ di dignità. Dignità calpestata da questo signore che pensa ai progetti milionari che fanno bene a Confindustria ed ai gruppi imprenditoriali vicini a quello che che fu il ‘Partito dei Lavoratori’. Non basta che questo signore se ne freghi delle periferie e del disagio, ora vuole arraffare pure i soldi che spettano al Sud, perché la brama di denaro e potere non è mai soddisfatta quando è funzionale alla conquista di posizioni politiche. Dando uno schiaffo senza mani a tanti colleghi Sindaci del PD e Presidenti di Regione del PD del Mezzogiorno”. A questo punto il post prova a interrogarsi sul comportamento degli amministratori del Sud e della Sicilia del PD: “Ma se si scrivono in chat di whatsapp, cosa si dicono Antonio De Caro, Presidente ANCI e Sindaco di Bari o Michele Emiliano e Vincenzo De Luca, Presidenti di Regione Puglia e Campania?
Che paroline di lealtà e di rispetto si dicono tra di loro, componenti autorevoli di uno stesso PD? Dov’è Enrico Letta, segretario del PD, rispetto ai falchi nordici Sala, Gori e Bonaccini? È l’erede degno di Enrico Berlinguer o Peppino Di Vittorio? Ma manco per scherzo! Questo PD è solo un coagulo di interessi e poteri forti. Che al Nord strizza l’occhio alla Lega Nord ed a Forza Italia, dopo che sono insieme nel Governo Draghi. Miserabili, il SUD saprà spendere i suoi soldi. Anzi il 40% del Recovery Fund è già una cifra ridicola rispetto a quello che doveva essere e non è stato, ovvero il 70% di 210 miliardi di euro. Anzi occorre evitare gli sprechi ed i doppioni tutti presenti al Nord! Forza Sindaci del SUD, unitevi e coalizzatevi. Affrontate con forza le Conferenze di Servizio e se c’è bisogno di sostegno popolare, non si mancherà di fornirlo. Perché i Sindaci del SUD, in maniera trasversale, già si sono uniti nella Rete Recovery SUD e tanto altro si può fare!
👎👎 il PD e FORZA SUD!2.
Nel post di Enzo Lionetti, Franco Calderone e altri 96 si racconta una verità che la televisione, il PD, il Movimento 5 Stelle, la Lega, Forza Italia, Italia Viva e la ‘Sinistra’ di Articolo 1 non hanno mai detto: e cioè che i 193 miliardi di euro che la Ue ha assegnato alla Sicilia, in buona parte, dovrebbero servire a colmare il divario economico e infrastrutturale tra Nord e Sud e Sicilia. La somma consistente ottenuta dall’Italia – in assoluto la cifra maggiore ottenuta da un Paese dell’Unione europea, i 193 miliardi di euro per l’appunto – non è il frutto della ‘bravura’ dell’ex capo del Governo, Giuseppe Conte, ma la semplice applicazione di un criterio economico adottato dall’Unione europea: aiutare di più i Paesi dove esistono disparità economiche all’interno dello stesso Paese. E siccome in Italia esiste una disparità economica e infrastrutturale enorme tra Nord Italia da una parte e Sud e Sicilia dall’altra parte, ecco che la Ue ha stanziato 193 miliardi di euro, ‘raccomandando’ di assegnare il 67% di queste risorse a Sud e Sicilia e il 33% al Nord Italia. Invece il Governo Draghi di PD, Movimento 5 Stelle, Lega, Forza Italia, Italia Viva e ‘Sinistra’ di Articolo 1, lo scorso Luglio, ha invertito le parti, destinando al Nord Italia il 60% dei 193 miliardi di euro e a Sud e Sicilia il 40% dei 193 miliardi. Questo sulla carta, perché poi, come già accennato, il professore Viesti ha scoperto che il Governo Draghi ha sistemato le ‘carte’ in modo tale da penalizzare Sud e Sicilia. l’inganno sta nel ricorso ai bandi, ben sapendo che Sud e Sicilia messi in concorrenza con il Nord, in materia di pubblica amministrazione, sono perdenti. Il primo esempio lo abbiamo avuto con i 400 milioni di euro destinati, sulla carta, alla sistemazione delle reti irrigue della Sicilia. i Consorzi di Bonifica siciliani hanno presentato una documentazione errata e il Ministero delle Politiche agricole – Ministero gestito dal grillino nordista di Trieste, Stefano Patuanelli – invece di chiamarsi i progettisti siciliani e dirgli: “Signori, aggiustate questi progetti”, ha requisito i 400 milioni di euro. Sono in corso trattative. Dicono che il Ministero delle Politiche agricole restituirà i 400 milioni di euro all’agricoltura siciliana (gli impianti irrigui, infatti, servono agli agricoltori). Noi non ci crediamo affatto. Al massimo, se andrà bene, alla Sicilia restituiranno, sì e no, una cinquantina di milioni di euro. Alla fine ha visto bene il professore Viesti: al Sud e alla Sicilia, dei fondi del Pnrr, andrà il 10%, circa 20 miliardi di euro su 193 miliardi; il resto li incamererà Nord Italia.
Il vero problema, anzi il dramma del Sud e della Sicilia è che ci sono cittadini – per lo più disinformati – che vanno ancora dietro al PD, al Movimento 5 Stelle, alla Lega, a Forza Italia, a Italia Viva e alla ‘Sinistra’ di Articolo 1. La mancanza di informazione impedisce a tanti cittadini meridionali e siciliani di verificare sul campo – cioè concretamente, con i fatti – che questi partiti, di fatto, lavorano contro di loro. Davanti a una porcata così grande i parlamentari nazionali eletti nel Sud e in Sicilia di PD, Movimento 5 Stelle, Lega, Forza Italia, Italia Viva e ‘Sinistra’ di Articolo 1 dovrebbero ribellarsi. Invece, tranne poche eccezioni che costituiscono una minoranza, rimangono zitti. Perché? Intanto perché sono quello che sono e poi perché pensano – rimanendo legati a questi partiti nazionali pronti sempre a fregare Sud e Sicilia – di farsi un altro ‘giro’ da parlamentari. La responsabilità, sia chiaro, è anche dei meridionali e dei siciliani che non riescono ad organizzarsi: il ‘naufragio’ del Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale è la testimonianza palmare dell’inadeguatezza di chi, nel Sud, si presenta come il salvatore della patria. Tante speranze, tante aspettative e poi nemmeno la capacità di combinare qualcosa alle elezioni regionali calabresi. Vuoto politico assoluto e chiacchiere. Fino a quando Sud e Sicilia non si uniranno – possibilmente in una federazione di movimenti nel rispetto delle diversità – on avranno dove andare e rimarranno schiavi dei partiti politici nazionali e degli ascari locali al servizio degli stessi partiti politici nazionali.
Foto tratta da Il Giorno