Nelle prime ore della mattina è apparso su un fianco del ponte Corleone, a Palermo, uno striscione di circa 30 metri con su scritto «Non aspettate che crolli per dire che è stato un incidente. Non giocate con la vita della nostra gente!». Questa la scritta che è apparsa stamattina su un fianco del ponte Corleone, a Palermo. Lo striscione è firmato dai militanti di Antudo Palermo. Finalmente una presa di posizione politica forte, a differenza delle chiacchiere che si sentono in questi giorni dopo che sono stati resi noti i risultati di una perizia tecnica effettuata dalla società Icaro progetti. “La perizia . leggiamo nel giornale di Antudo – riporta ciò che è ovvio: il ponte si
“Ma nonostante questo e nonostante il fatto che questa perizia ci fa scoprire l’acqua calda – scrivono in una nota i militanti di Antudo – quel ponte continua ad essere lasciato a se stesso. Cosa si aspetta, cosa aspettano l’amministrazione comunale, il Governo regionale e quello nazionale a fare ciò che serve per mettere in sicurezza l’infrastruttura e quindi la vita di chi ci passa ogni giorno? Sono anni che si conoscono le condizioni di questo ponte, come si conoscevano le condizioni del ponte San Bartolomeo di Alcamo Marina, crollato solo pochi giorni fa. Lì per fortuna nessuno si è fatto male. Ma cosa succederebbe se all’improvviso crollasse il ponte Corleone? Ce li immaginiamo i rappresentanti locali e nazionali pronti come sempre a rimpallarsi le responsabilità. Mentre noi dovremmo piangere i morti! Non siamo territori sacrificabili! Oggi, più che in altre fasi storiche, i signori che prendono decisioni per noi dovrebbero avere la premura di mettere in sicurezza i nostri territori e invece si voltano dall’altra parte. Anche adesso che c’è l’occasione del Pnrr che ricordiamo essere finanziato con soldi nostri, i finanziamenti vanno altrove, nella digitalizzazione, nella farlocca transizione ecologica. E quindi alle multinazionali di Stato come Eni per continuare a inquinare e devastare territori; ma di metterli in sicurezza neanche a parlarne. Nonostante le chiacchiere sul cambiamento, viviamo ancora in una società in cui coloro che vivono in territori marginali e impoveriti come il nostro, evidentemente vengono considerati sacrificabili. E questo non lo possiamo più accettare”.
Già lo striscione è qualcosa in più delle parole pronunciate ieri dagli esponenti della Lega di Palermo che parlano, scrivono, parlano, scrivono, parlano, scrivono, ma di concreto non fanno nulla. Un conto è fare un comunicato per poter dire, se il ponte Corleone dovesse crollare, “Noi l’avevamo detto”, mentre altra e ben diversa cosa è fare qualcosa di concreto per tutelare i tanti cittadini che ogni giorno attraversano questo ponte. Ci auguriamo che Antudo percorra questa strada con altre iniziative.