di Ciro Lomonte
Torniamo dunque sulla nostra analisi della scorsa settimana. Ineludibili, i fatti ne confermano la validità. Il bilancio della Banca centrale cosiddetta “europea” (Bce) cresce di altri 14,7 miliardi di euro e raggiunge l’ennesimo nuovo record di 8.457 miliardi. Con un tasso di inflazione ormai oltre il 6% in Germania, la Banca lascia il tasso di sconto a zero e continua a trasferire a costo nullo alle banche gli euro con cui queste acquistano i buoni del Tesoro decennali di Paesi come l’Italia, la Spagna, il Portogallo, la Grecia e persino l’Irlanda. Tutti altrimenti “falliti”, cioè incapaci di pagare gli interessi sul debito pubblico, già dal 2011. Con il denaro ricevuto vendendo i buoni del Tesoro pluriennali, questi Paesi ormai pagano stipendi pubblici e pensioni. I bilanci dei vari “istituti” previdenziali sono ormai fuori controllo da tempo. Da solo, quello dei giornalisti salvato dallo Stato facendolo transitare all’INPS fra pochi giorni, costerà allo Stato 2,5 miliardi di euro nei prossimi 9 anni. Stima appena calcolata dall’ufficio parlamentare del bilancio. O così, oppure decine di migliaia di giornalisti sarebbero senza pensione dal primo Gennaio.
Il denaro in questione, tuttavia, è appena sufficiente a pagare pensioni, stipendi pubblici e vari redditi di cittadinanza. L’ex Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, divenuto sindaco di Roma, dopo 45 giorni dall’insediamento verifica come non ci siano risorse in cassa nemmeno per pagare una pulizia straordinaria delle strade della Capitale: ormai sommerse dai rifiuti persino nei quartieri “bene” come Prati fotografati in questi giorni. Idem per il neosindaco di Napoli, pure lui Ministro uscente. Il sindaco vorrebbe 5 miliardi per coprire l’enorme debito trovato, ma lo Stato, di cui la Regione non è che un’inutile appendice senza risorse, trasferirà solo le risorse per pagare gli stipendi. Impotente, a meno di due mesi dal voto, il sindaco pensa alle dimissioni.
Il tentativo di frenare l’inflazione attraverso la stretta sui consumi cercata con i nuovi lockdown mascherati da ”Super-Greenpass”, “zone gialle” e “zone rosse” non funziona. Il prezzo dell’energia è ormai fuori controllo in tutti i Paesi “comunitari”. La Cina, dove ormai si producono tutti i semilavorati di cui necessita l’industria tedesca e ciò che resta di quelle francesi e italiane, continua ad inviarne in quantità limitate e a prezzi sempre più elevati. I costi per quelle che le PMI italiane e la stampa economica italiana chiamano erroneamente “materie prime” (in realtà semilavorati come i polimeri) sono ormai fuori controllo. I listini dei prezzi al via dal primo Gennaio includono aumenti minimi del 50 per cento. In breve, il nuovo governo tedesco dovrà scegliere entro poche settimane. Se deciderà di continuare a dare supporto alla stampa illimitata di euro e tassi ero che porteranno il tasso di inflazione al 20%, oppure se imporre alla Bce ospitata a Francoforte il rialzo dei tassi, che porterebbe all’immediato default di Italia, Grecia, Spagna, Portogallo e Irlanda. In entrambi i casi, l’euro è finito. L’unica alternativa al caos finanziario e sociale è quindi quella di prenderne atto e definirne la fine in modo condiviso. La parola passa al nuovo cancelliere tedesco, Scholz. Che farà quest’ultimo? Non è che, scherzando scherzando con il fuoco entro la fine dell’anno le truppe francesi – cui il nuovo Trattato dell’Eliseo (detto del Quirinale in Italia) dà il permesso di stazionare liberamente in Italia – si faranno una ‘passeggiata’ nelle città del Nord Italia?
Foto tratta da Investire.biz