Palermo, otto di mattina, ufficio delle Poste. Dobbiamo prendere i moduli per una raccomandata con ricevuta di ritorno. Eh già, perché ci sono ancora uffici ai quali la Pec non basta: vogliono ancora la raccomandata. Davanti a noi contiamo una cinquantina di persone. E’ evidente che c’è gente arrivate alle sette di mattina. La scena non è invitante. Sembra che la pandemia abbia rialzato la testa e vedere tutte queste persone ammassate – alcune con la mascherina, altre con la mascherina abbassata, qualcuno senza mascherina – non è il massimo. “Dovrei solo ritirare i moduli per una raccomandata”, chiediamo. “E niente vuole – ci risponde un tizio che ha tra le mani un pezzo di carta con i nomi delle persone che debbono entrare -. Signore mio, anche per prendere i moduli bisogna fare la fila”. Replichiamo: “Non devo spedire adesso la raccomandata: devo prendere solo i moduli e lavorarci a casa”. Nuova risposta: “Deve fare la fila lo stesso”. Nostra controreplica: “E poi quando la devo spedire devo rifare la fila?”. Risposta: “Certamente”. In questo dialogo ci siamo mantenuti a una distanza di almeno due metri dalla calca. Nel frattempo la ‘marea’ è cresciuta. Andiamo via pensando alla ‘perfetta’ organizzazione degli Uffici delle Poste: non ci sarebbe un modo per evitare la fila – e soprattutto la calca, in tempo di pandemia – a chi deve solo prendere un modulo?
Ritorniamo alla carica alle due del pomeriggio: stessa folla. Ci proviamo per la terza volta alle sedici e trenta: idem. Osservando i capannelli di persone che chiacchierano, fumano e stanno tutto sommato vicini, anche se all’aperto, non possiamo non pensare al Super-Green pass, ai divieti, alle restrizioni. Sentire che i contagi aumentano e poi osservare tante persone che aspettano di entrare all’Ufficio Postale, persone che, piaccia o no, stanno l’una accanto all’altra, in tanti casi a una distanza inferiore al metro, persone che parlano tra di loro a distanza ravvicinata, anche se con le mascherine dà la misura dell’inadeguatezza di chi ci governa. Doppio Green pass di qua, restrizioni di là e poi otto-dieci ore di caos davanti a un Ufficio Postale (tra l’altro, abbiamo il dubbio che sia così anche in altri Uffici Postali. Ci chiediamo: se dalle otto di mattina alle 16 e 30 si è presentato una mezza variante Omicron, magari una sola – che dicono essere più lesta nell’infettare – che cosa potrebbe essere successo? Il bello è che poi, se aumentano i contagi, le ‘autorità’ gettano la croce addosso alle persone “indisciplinate” che non indossano la mascherina e non rispettano il “distanziamento”. Noi pensiamo – ma non sappiamo quando – che prima o poi dovremo trovare il modo di prendere questi benedetti moduli per la raccomandata. Aspettando che la folla si riduca. Siamo veramente nelle mani di nessuno.