Non è che con tutto il gas che circola nel sottosuolo della Sicilia viviamo su una santabarbara?

14 dicembre 2021
  • Lo sappiamo: noi poniamo sempre domande. Ma siccome le reti del gas in Sicilia hanno ormai decenni di vita una domanda sul loro stato e sulla manutenzione, alla luce di quanto accaduto a Ravanusa, a noi sembra a noi sembra quanto mai opportuna 
  • I due gasdotti che passano sotto la nostra Isola
  • La follia del rigassificatore di Porto Empedocle

Lo sappiamo: noi poniamo sempre domande. Ma siccome le reti del gas in Sicilia hanno ormai decenni di vita una domanda sul loro stato e sulla manutenzione, alla luce di quanto accaduto a Ravanusa, a noi sembra a noi sembra quanto mai opportuna 

Non è che, con tutto il gas che circola sotto il suolo della Sicilia, ci ritroviamo su una santabarbara? Dopo l’esplosione avvenuta a Ravanusa la domanda sulla gestione delle reti del gas in Sicilia è quasi automatica. Siamo certi che gli impianti sono stati realizzati nel rigoroso rispetto delle norme di sicurezza? Saranno gli inquirenti a stabilire cos’è avvenuto a Ravanusa. Si parla di una fuga di gas, di una possibile cavità sotterranea dove si sarebbe accumulato il gas che poi sarebbe esploso. E si parla anche di instabilità idrogeologica. Quest’ultimo è un grande tema che noi abbiamo accennato sottolineando la natura geologica di questo territorio. Ci permettiamo di segnalare un’altra ipotesi: l‘eventuale presenza di abitazioni abbandonate collegate con la rete del gas che, per motivi eventualmente da accertare, si sarebbero potute riempire di gas. In Sicilia sono tante le abitazioni che, per vari motivi – non ultimo il ritorno impetuoso dell’emigrazione di questi anni – non sono abitate. E sono, in tanti casi, abitazioni collegate con le reti del gas. In questa fase – in attesa di notizie precise da parte dei tecnici – ci sono tante ipotesi. Quello che noi oggi vogliamo sottolineare è la presenza, in Sicilia, di tante reti che esistono da decenni. Ricordiamo che in tanti centri della Sicilia la metanizzazione è iniziata nei primi anni ’80 del secolo passato con la Siciliana Gas (società per azioni 50% Ente Minerario Siciliano e 50% Snam, società del gruppo Eni) e con i privati della Gas spa (società che si articolava in tante altre società).

I due gasdotti che passano sotto la nostra Isola

Domanda: chi è che oggi si occupa della manutenzione di questi impianti? Nella stagione del liberismo economico imperante lo Stato è scomparso: al massimo ci sono società per azioni controllate dallo Stato, dalle Regioni e dai Comuni (ci sarebbero anche le Province che in realtà sono state definanziate). E allora chi si occupa della manutenzione di questi impianti? Società bene o male riconducibili a un soggetto pubblico o i privati? Lo studio di quanto avvenuto a Ravanusa, unitamente a un’analisi degli impianti, ci dirà di più. Però il tema delle manutenzioni è fondamentale: sappiamo tutti che, in Sicilia, tante reti idriche sono colabrodo, e non ci sarebbe da stupirsi se impianti per la distribuzione del gas realizzati da 30 a 40 anni fa presentino oggi problemi. Insomma, quello che ci sembra importane capire è se l’esplosione di Ravanusa è stata un caso frutto di casualità che difficilmente potrebbero ripetersi, o se questo incidente potrebbe ripetersi in un altro luogo della nostra Isola. La Sicilia, peraltro, ha un rapporto molto particolare con il gas metano; basti pensare che dal sottosuolo della nostra Isola passano due gasdotti: uno dall’Algeria e il secondo che parte dalla Libia, passa dalla Tunisia e poi attraversa il Mediterraneo per arrivare dalle parti di Mazara del Vallo. Va comunque detto che, storicamente, i gasdotti sono più sicuri delle reti del gas cittadine (almeno fino ad oggi è stato così).

La follia del rigassificatore di Porto Empedocle

Ultima notazione: la mancata realizzazione (fino ad ora) del rigassificatore di Porto Empedocle, provincia di Agrigento. I fautori di questa follia – perché un rigassificatore a terra (un impianto industriale che permette di riportare il prodotto dallo stato liquido (GNL) utilizzato nel trasporto marittimo a quello gassoso utile per il trasporto terrestre ed il consumo finale), a un paio di Km dalla Valle dei Templi di Agrigento è una follia allo stato puro – hanno sempre detto che i rigassificatori sono sicurissimi. Noi ci permettiamo di ricordare che la sicurezza, in questi impianti, si misura on l’esperienza: e l’esperienza è fatta anche di incidenti. L’esplosione di Ravanusa, con i danni e i lutti che ha prodotto, ci ricorda che il gas può esplodere. La regione siciliana, nel 2009 – Governo di Raffaele Lombardo – ha fatto malissimo ad autorizzare la realizzazione del rigassificatore a Porto Empedocle che per ora è bloccata e che noi ci auguriamo tale rimanga nei secolo dei secoli.

Foto tratta da La Sicilia

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