- I crediti della Bce nei confronti di Stati e banche ammontano a 8.442 miliardi di euro, l’81% del Prodotto interno lordo della cosiddetta Eurozona
- A Novembre la Bundesbank ha già annunciato inflazione generale al 6%. La chiusura del turismo invernale
- I francesi potranno entrare e stazionare liberamente nel territorio italiano
- Per i Siciliani stanno per arrivare tempi difficili
I crediti della Bce nei confronti di Stati e banche ammontano a 8.442 miliardi di euro, l’81% del Prodotto interno lordo della cosiddetta Eurozona
di Ciro Lomonte
Le analisi economiche da noi pubblicate qui nei giorni scorsi si sono rivelate corrette. L’enorme massa monetaria creata dalla Banca Centrale Europea a partire dal 2011, con l’Italia in default senza gli acquisti massivi di Btp operati direttamente dalla Bce, e poi ancora di più con i lockdown di inizio 2020, si traduce nell’inflazione fuori controllo che anticipa la fine del marco-euro e nuovi assetti geopolitici in pieno dispiegamento. Vediamole più da vicino, con un occhio anche alla Sicilia. Durante la settimana appena conclusa la Bce ha stampato altri 27,9 miliardi di euro usati al solito per comprare debito “sovrano” degli Stati, specie quelli più in crisi come l’Italia. Il bilancio della Bce raggiunge così il record di 8.442 miliardi. Tutti crediti nei confronti di Stati e banche. È una cifra pari all’81% del Prodotto interno lordo della cosiddetta Eurozona.
A Novembre la Bundesbank ha già annunciato inflazione generale al 6%. La chiusura del turismo invernale
Fra Reddito di cittadinanza in Italia e aiuti diretti a famiglie e imprese, però, tutto questo denaro è finito nei conti correnti di imprese e famiglie andandosi in larga parte ad accumulare. I conti correnti italiani, tedeschi e francesi registrano infatti depositi record. Se questo denaro viene speso anche solo in parte, l’inflazione non può non esplodere. E infatti in Germania ad Ottobre si registra un aumento dei prezzi alla produzione, cioè quelli pagati dai rivenditori, superiore al 18%. Il maggiore dal 1951, quando la Germania occidentale distrutta dalla guerra ricostruiva il suo enorme apparato industriale. A Novembre la Bundesbank ha già annunciato inflazione generale al 6%. Per capire cosa significhi e perché la Germania si accinge a lasciare l’euro, basta questo dato. A Ottobre i depositi bancari liquidi dei tedeschi sono aumentati di altri 7 miliardi di euro, raggiungendo il record di 2.632 miliardi. Ad un tasso di inflazione del 4%, il potere di acquisto diminuisce di 105 miliardi ogni anno. Siamo ormai al 6% a Novembre. Di qui l’ordine di richiudere tutto. Partendo ovviamente dal turismo invernale italiano. Improvvisamente, tutte le località di pregio turistico invernale delle Alpi italiane vanno in “zona rossa”. Tutto chiuso alle 18:00. Coprifuoco e disdette a tappeto.
I francesi potranno entrare e stazionare liberamente nel territorio italiano
Chiaramente, è ormai soltanto il tentativo disperato di rinviare la resa dei conti: l’euro e la finta “Unione” europea sono finiti. Le élites che controllano Francia, Germania e Italia lo sanno bene. Di qui il Trattato Italo-francese firmato in questi giorni che dà alle Forze armate francesi il diritto di entrare e stazionare liberamente in territorio italiano. È l’anticipo di ciò che sta per arrivare. La Germania deve essere nuovamente contenuta per la terza volta dal 1914. La Francia si annette sostanzialmente l’Italia e alla Francia viene dato il compito di condurre il contenimento tedesco. Alla Germania non resta che prenderne atto e riarmarsi. Di qui i 3 mesi dalle elezioni tedesche senza ancora un governo. Di qui l’acquisto dell’azienda di armi italiana Oto Melara da parte dei tedeschi di Wass, dietro cui c’è l’industria di Stato tedesca delle armi.
Per i Siciliani stanno per arrivare tempi difficili
In questa evoluzione geopolitica europea ormai ben delineata, la Sicilia e il Sud Italia, ormai totalmente deindustrializzati, vivono esclusivamente di Reddito di cittadinanza e stipendi pubblici. Ovvero del bilancio Bce cresciuto a 8.440 miliardi da cui stanno per fuoriuscire i tedeschi. Quando accadrà, la Sicilia si ritroverà in una situazione nettamente diversa dal Nord Italia, annesso de facto ieri dalla Francia con il Trattato che è corretto chiamare dell’Eliseo (e non del Quirinale). Senza banche, con la Regione e tutti i Comuni ad un passo dal default, la nostra Isola affronterà il momento più difficile della sua storia dal lontano 1860, al tempo dell’annessione forzata al Piemonte e al suo Regno. Ci torneremo presto. A Siciliani Liberi il compito di pensare e realizzare una via di uscita da questo triste epilogo.
Foto tratta da Investire Oggi
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