- Via Giuseppe Majelli, il paradigma dei lavori stradali a Palermo all’insegna dello sfascio e dell’abbandono
- L’invasione dei mezzi gommati pesanti con il ponte Corleone traballante
- La munnizza e il mistero del sottosuolo della città
- Le bancarelle natalizie ammassate in via Amari via Ruggero Settimo per creare problemi ai commercianti concentrando le persone in spazi diventati ristretti con il Covid che ha ripreso fiato
Via Giuseppe Majelli, il paradigma dei lavori stradali a Palermo all’insegna dello sfascio e dell’abbandono
Palermo. Martedì 7 Dicembre, dopo un po’ di tempo, abbiamo percorso in automobile via Giuseppe Majelli. E’ una via parallela a via Serradifalco (detta ormai la via della munnizza, perché in strada, ormai da anni, si contano blocchi di munnizza che crescono di giorno in giorno per essere ripuliti con i trattori: sembra incredibile ma è così). Via Serradifalco, nel tratto che collega via Cataldo Parisio con Piazza Principe di Camporeale, è a senso unico; via Majelli – una via molto stretta – è pure a senso unico e si percorre in senso inverso a via Serradifalco. Nelle scorse settimane in via Majelli sono stati effettuati dei lavori stradali. Ebbene, invitiamo i cittadini a farsi un giro per questa strada per capire dove può arrivare il degrado di Palermo. Chi ha effettuato i lavori nel centro della strada, a lavori ultimati ha gettato a casaccio uno strato minimo di catrame e pietrisco ed è andato via. Il risultato di questo “ripristino del manto stradale” è vergognoso: lo strato che catrame e pietrisco che va su e giù, buche di qua, buche di là (forse le piogge di questi giorni hanno approfondito queste buche). Una strada stretta che obbliga che la percorre in auto a ‘godersi’ queste buche per quasi tutto il tragitto. Ribadiamo: une vergogna totale. Impossibile passare con biciclette e monopattini, se non a rischio di rompersi l’osso del collo. Due le cose che colpiscono: la strafottenza delle ‘autorità’ verso una porcata stradale simile e l’arrendevolezza della gente: “Vabbé ‘u Cumuni ‘i paliieimuu, mancu pi’ fallu. Su fatti accussì…“. Questa piccola strada di una città che non è esagerato definire a perdere è paradigmatica. Ormai le strade con il manto distrutto, a Palermo, non si contano più. Il tratto di strada che collega il mercato storico del Capo con “l’orchestra del Titanic” – detto anche Teatro Massimo – , per citare un esempio eclatante, è così da anni. Via Volturno conduce al centro della città e non c’è verso che qualcuno faccia qualcosa. Non gliene frega niente a nessuno.
L’invasione dei mezzi gommati pesanti con il ponte Corleone traballante
Ormai da mesi, con la chiusura del ponte Corleone ai mezzi pesanti, gli stessi mezzi pesanti invadono le strade cittadine. Il risultato è un amento dell’inquinamento dell’aria – del quale non si occupa nessuno – e un peggioramento del manto stradale, sottoposto ogni giorno a pesanti sollecitazioni. Inutile chiedere conto e ragione dell’aumento dell’inquinamento dell’aria e delle strade sempre più sfasciate: non gliene frega niente a nessuno. Così come non gliene frega niente a nessuno di interi quartieri lasciati al buio. Ci sono zone della città nelle quali, se non ci fossero le attività commerciali, il buio sarebbe totale. Anche in questo caso non sono mancate le proteste, in testa l’Associazione dei Comitati Civici. Ma anche in questo caso, non gliene frega niente a nessuno. Così come non gliene frega niente a nessuno delle piogge. Ormai in buona parte della Sicilia piove ininterrottamente da oltre due mesi. Forse più di due mesi, perché dai nostri appunti risultano piogge anche nella seconda metà di Settembre. A parte qualche pioggia di media intensità, a Palermo, per fortuna, non ci sono state piogge violente e insistenti. Però gli allagamenti in alcune aree della città si susseguono lo stesso. Abbiamo più volte lanciato l’allarme su Mondello e Partanna Mondello. Mondello per la ‘cementificazione’ che ha subito negli ultimi venti anni; Partanna Mondello perché è una zona fragile sotto il profilo idrogeologico. Cerchiamo soltanto di far presente alle autorità che in queste aree della città – soprattutto a Partanna Mondello – servono interventi di prevenzione, perché se dovesse arrivare un nubifragio come quello che nelle settimane scorse ha colpito Catania, ebbene, da quelle parti sarebbero guai. Parole a vuoto. Gli stessi soggetti che oggi ignorano i pericoli in queste zone fragili della città, in un momento storico caratterizzato da cambiamenti climatici dagli effetti imprevedibili, saranno quelli che, là dove si dovessero verificare problemi, si dichiareranno affranti e stupiti…
La munnizza e il mistero del sottosuolo della città
Le strade a pezzi, i marciapiedi a pezzi, l’illuminazione carente, se non assente e la munnizza nelle strade che aumenta. In un modo o nell’altro a Palermo – tornata ad essere una città con tanti emigrati, destino che tocca tutta la Sicilia e tutto il Sud – durante le vacanze di Natale, si assiste al ritorno di una parte dei palermitani che lavorano fuori dalla Sicilia. E ogni anno, appena si avvicina il Natale aumentano – contemporaneamente – la munnizza abbandonata nelle strade e i problemi della RAP, la società controllata dal Comune che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. Sarà così anche quest’anno? Ormai abbiamo trovato un metodo per ‘misurare’ il livello di munnizza non raccolta a Palermo. Se nella nostra pagina Facebook le fotografie, con relativi commenti di cittadini incazzati per i cumuli di immondizia che si ritrovano sotto casa aumentano, allora significa che la situazione va peggiorando. E la situazione va peggiorando, perché da qualche giorno notiamo un aumento di nostri amici di Facebook che postano foto con montagne di immondizia non raccolta. Insomma, dai segnali che cogliamo, anche sul fronte munnizza la situazione di Palermo non è bella. E che dire degli abitanti di Piazza della Pace? Ieri l’Associazione Comitati Civici di Palermo ha postato su Facebook una foto con le proteste di cittadini che, non si sa più da quanto tempo, vivono con acqua e fogna sotto casa. Tutto avviene sotto gli occhi di tutti. In una piazza che si trova a pochi metri da via Crispi. Si farà qualcosa per queste persone? E che dire degli abitanti della zona bassa di via Amari, area porto, con le fondamenta dei palazzi allagati non si sa più da quanto tempo? Sono gli effetti degli appalti ferroviari sotterranei. Qualche giorno fa ci siamo chiesti se, per caso, ci sono problemi di acqua sotto Piazza Politeama, dove sono in corso i lavori – eterni – dell’Anello ferroviario di Palermo. Ce lo siamo chiesti perché dopo oltre due mesi di piogge il dubbio ci sembra legittimo, anche alla luce delle dichiarazioni del geologo Pietro Todaro, un professionista che conosce molto bene il sottosuolo di Palermo: “Occorrono studi specifici e dettagliati. Il sottosuolo palermitano non è solo caratterizzato dai fiumi Kemonia, Papireto e Flumen Galli, ci sono tanti rivoli secondari mai abbastanza studiati. E se si scende in profondità, i rischi aumentano affrontando gli strati geologici più remoti”. Fino ad ora non ci sono novità. A parte una Piazza semidistrutta, privata degli alberi che in estate diventa ormai un forno, tutto a posto.
Le bancarelle natalizie ammassate in via Amari via Ruggero Settimo per creare problemi ai commercianti concentrando le persone in spazi diventati ristretti con il Covid che ha ripreso fiato
Non sappiamo come sarà questo Natale a Palermo. Anche se i primi segnali sono brutti. Un Comune senza soldi non ha trovato nemmeno le risorse per il tradizionale albero di Natale. Se ne stanno occupando i commercianti. I quali sono stati subito ‘ricompensati’ dall’ultima trovata del Comune: le bancarelle natalizie piazzate nel bel mezzo di via Emerico Amari e via Ruggero Settimo, ‘tombando’ le attività commerciali. Con tanto spazio disponibile il Comune ha deciso di creare problemi ai commercianti. La soluzione, a nostro modesto avviso, non è solo sbagliata: è incomprensibile alla luce dell’attuale momento storico caratterizzato dal Covid che sta rialzando la testa. Questa scelta riduce lo spazio a disposizione per le persone creando i presupposti per gli assembramenti. Certo, siamo all’aperto: ma se le persone si ammasseranno l’una addosso all’altra, piaccia o no, aumenterà il rischio di contagi. Siccome la gente non è stupida, non è da escludere – specie se la situazione Covid dovesse peggiorare nei prossimi giorni – che tante persone eviteranno di avventurarsi in queste strettoie. Alla fine questa trovata potrebbe danneggiare sia i commercianti ‘tombati’, sia i titolari delle stesse bancarelle. Ma è inutile discutere con i protagonisti dell’attuale amministrazione comunale: loro hanno sempre ragione e non sbagliano mai.
Torniamo a chiederlo: qualcuno sta monitorando l’inquinamento dell’aria e da elettrosmog nel tratto di strada – occupata dal Tram – che collega Borgo Nuovo con la stazione Notarbartolo?
In questo scenario continuiamo a leggere appelli di associazioni scognite che chiedono che il Consiglio comunale di Palermo approvi il Tram in via Roma e in via Libertà. Come possano certe persone, davanti a una città che cade a pezzi sollecitare altri appalti ferroviari non è facile comprenderlo (affari a parte, ovviamente). Tra l’altro, oggi via Roma, economicamente parlando, è quasi del tutto ‘desertificata’ e la sera diventa pure spettrale. Il Tram rilancerebbe le attività economiche di via Roma? E come? Al Comune di Palermo immaginano che con il Tram che parte della stazione ferroviaria chi arriverà a Palermo con il treno dovrebbe catapultarsi sul Tram pagando il biglietto. Noi siamo meno ottimisti e, al di là dei pendolari, non notiamo tutto questo passìo di gente dalla Stazione ferroviaria verso il centro della città. Un’analisi dei flussi è stata effettuata? E da chi? E’ la stessa analisi dei flussi di persone che è stata effettuata nel tratto che collega, con il Tram, la Stazione Notarbartolo con Borgo Nuovo? Esiste un bilancio economico del Tram di Palermo in funzione da alcuni anni? Quanti sono i passeggeri paganti nel orso dell’anno? Lo abbiamo già scritto nei giorni scorsi: qualcuno si sta occupando dell’inquinamento che si è creato nel tratto che collega Borgo Nuovo con la rotonda di via Leonardo da Vinci dove, proprio a causa del Tram che ha ristretto le carreggiate per le automobili, è aumentata a dismisura la presenza di monossido di Carbonio (CO), idrocarburi non combusti (HC), ossidi di azoto (Nox) e di Zolfo (Sox) e particolato carbonioso (PMx)? All’inquinamento degli scarichi automobilistici si somma l’elettrosmog prodotto dalla selva di fili elettrici che alimentano il Tram. Gli abitanti di questa via sono stati avvertiti? E questa sarebbe la “mobilità sostenibile”?
Foto tratta dalla pagina Facebook di Antonio Di Giovanni
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