Anche il Sifus si è accorto che i bandi per la ripartizione dei fondi Pnrr sono una truffa ai danni di Sud e Sicilia

7 dicembre 2021
  • Mettere a bando i fondi del Pnrr che dovrebbero aiutare tutte le Regioni italiane messe in difficoltà dal Covid è la più grande ingiustizia degli ultimi venti anni contro Sud e Sicilia
  • La Sicilia non recupererà i fondi Pnrr per i progetti irrigui 
  • Fino a quando Sud e Sicilia resteranno in Italia non vedranno luce
  • Alla fine anche il Sifus arriva alle nostre conclusioni: nemmeno con i più bravi progettisti del mondo Sud e Sicilia, in Italia, riuscirebbero a intercettare i fondi del Pnrr

Mettere a bando i fondi del Pnrr che dovrebbero aiutare tutte le Regioni italiane messe in difficoltà dal Covid è la più grande ingiustizia degli ultimi venti anni pensata e attuata contro Sud e Sicilia

Meno male che non siamo i soli a pensare che i criteri per la ripartizione dei fondi del Pnrr – ovvero i bandi – sono stati pensati per fregare il Sud e la Sicilia. Anche il Sifus – l’unico sindacato in Sicilia che si batte per la stabilizzazione degli operai della Forestale – non la pensa in odo molto diverso da noi. Solo un cretino o chi è in malafede, infatti, non sa che le pubbliche amministrazioni del Nord Italia sono molto più efficienti delle pubbliche amministrazioni del Sud Italia e della Sicilia. Non c’è un dato di diversità antropologica: c’è che, ormai da decenni, le risorse finanziarie vengono ripartite privilegiando le Regioni del Nord a scapito del mezzogiorno. In più, siccome al Sud e in Sicilia l’intervento dello Stato in termini di investimenti è quasi assente, le pubbliche amministrazioni di Sud e Sicilia sono state in parte trasformate in Stato sociale anomalo, con presenza massiccia di personale precario – in parte stabilizzato, in parte ancora preario – che ha appesantito la stessa pubblica amministrazione peggiorando in modo sensibile le prestazioni. Spiace scriverlo, ma la maggior parte dei precari non ha alle spalle alcuna formazione che viene acquisita in modo approssimativo – e non certo scientifico – durante il periodo si precariato. E’ chiaro che, con l’attuale Pubblica amministrazione, il Sud e la Sicilia, se vanno a concorrere con le Pubbliche amministrazioni del Nord per l’assegnazione dei fondi del Pnrr sono perdenti. L’abbiamo già visto in Sicilia con i 31 progetti – per un ammontare di circa 400 milioni di euro a valere sul Pnrr – di fondi per sistemare le reti irrigue: progetti che sono stati ‘bocciati’ dal Ministero delle Politiche agricole. Mettere a bando i fondi per aiutare le Regioni, sapendo che Sud e Sicilia sono perdenti rispetto alle Regioni del Nord, è un atto di grande scorrettezza morale e istituzionale da parte del Governo nazionale. Per carità, la Sicilia ha messo del suo per miserabili interessi clientelar-elettorali, come denunciato dallo stesso Sifus. Ma i bandi per distribuire tra le Regioni gli aiuti europei sono solo un grande imbroglio nordista.

La Sicilia non recupererà i fondi Pnrr per i progetti irrigui 

Anche il sindacato Sifus riconosce che le cose stanno così. “L’Assessore Scilla (Tony Scilla, assessore regionale all’Agricoltura ndr) e la Flai CGIL – leggiamo in una nota del Sifus – possono raccontare le favole che vogliono circa la possibilità di ripescaggio di 6 dei 31 progetti bocciati dal Pnrr per l’ammodernamento delle reti irrigue, ma, purtroppo non è assolutamente vero come dimostrano i criteri del bando in questione. Infatti, posto che i 6 progetti vadano a punteggio, per classificarsi tra quelli finanziabili dovrebbero ottenere dalla sommatoria tra criterio di ‘ammissibilità’ e quello di ‘selezione’, oltre 24 punti. I 6 progetti in argomento in seguito ai dovuti aggiustamenti potranno raggiungere un punteggio nettamente inferiore a quello utile per accedervi La nostra organizzazione sindacale,  tenendo conto dei punti acquisiti da ogni progetto presentato dalle Regioni d’Italia e, soprattutto, delle risorse economiche disponibili (880 milioni di euro), ha già predisposto la loro classificazione. Vanno a finanziamento ben 79 progetti così distribuiti: il 33% a Sud e il 67% al Nord (siamo ben lontani del criterio 40% al Sud e 60% al Nord che il Governo Draghi si è dato in spregio delle indicazioni europee)”. In realtà, i nostri amici del Sifus sono ottimisti. Secondo i nostri calcoli, infatti, Sud e Sicilia non intercetteranno più del 20% dei fondi Pnrr disponibili.

Fino a quando Sud e Sicilia resteranno in Italia non vedranno luce. Il resto sono chiacchiere 

“Grazie al Governo Musumeci da un lato e al Governo Draghi dall’altro, per la Sicilia, ossia per la Regione più desertificata d’Europa – leggiamo ancora nella nota del Sifus – con le reti più colabrodo e le tariffe pro aziende più alte d’Italia, nessun progetto di ammodernamento delle reti irrigue verrà realizzato. La Sicilia può concorrere ad un altro bando di 440 milioni di euro finanziato con fondi di bilancio nazionale che ha la stessa finalità, gli stessi criteri d’accesso del bando precedente e, soprattutto, la stessa ripartizione delle risorse: 60% al Nord e 40% al Sud. Lo stesso film rischia di essere rivisto con il bando del Pnrr che riguarda l’ammodernamento delle reti idriche dei Comuni, poiché il criterio relativo all’esistenza di ‘gestori unici provinciali’ concordato nella Conferenza Stato-Regioni ed inserito nell’apposito bando, in Sicilia è presente solo in 2 province su 9. Perché l’assessore competente non ha fatto saltare questo criterio restrittivo per le condizioni attuali della Sicilia? Ora solo 2 province potranno concorrere nella speranza che i progetti vengano istruiti e soprattutto vengano redatti come si deve”.

Alla fine anche il Sifus arriva alle nostre conclusioni: nemmeno con i più bravi progettisti del mondo Sud e Sicilia, in Italia, riuscirebbero a intercettare i fondi del Pnrr

“In conclusione – prosegue il Sifus – è evidente che anche nell’ipotesi in cui la Sicilia e il Meridione disponessero dei progettisti più bravi del mondo per accedere ai finanziamenti di questi ‘bandi’ bisogna concorrere tra di essi e non tra bisogni reali dei territori. Significa che un progettista più bravo può essere nelle condizioni di fare ottenere un finanziamento ad un territorio che non ne ha di bisogno a discapito di un altro che è oggettivamente carente”. Insomma, in Sicilia il Pnrr “non finanzia alcun progetto per l’ammodernamento del sistema irriguo pur essendo un territorio siccitoso e col 70% di desertificazione mentre al Friuli Venezia Giulia che è invece un territorio piovoso e senza desertificazione se ne finanziano tanti. A nostro giudizio il Governo Draghi, se non vuole perdere di vista l’obiettivo del riequilibrio territoriale come previsto dai Recovery fund, deve rivedere: 1) il mezzo (bandi) utilizzato per l’assegnazione dei finanziamenti sostituendolo con il criterio legato alle necessità oggettive dei territori; 2) il criterio generale di assegnazione delle risorse che, per ovvie ragioni, non può essere il 60% al Nord e il 40% al Sud, ma deve essere il 70% al Sud ed il 30% al Nord come ha previsto la stessa Europa assegnando all’Italia maggiori risorse economiche di tutti i 27 Stati membri perché vi insiste un area fragile dal punto di vista infrastrutturale, occupazionale, economica, ecc, chiamata Meridione”. E qui a nostro avviso i nostri amici del Sifus sbagliano: il Governo Draghi, infatti, non ha mai avuto, tra i propri obiettivi, il riequilibrio territoriale tra Nord e Sud; al contrario, il Governo Draghi persegue l’obiettivo inverso: ovvero accentuare il divario economico tra Nord da una parte e Sud e Sicilia dall’altra parte. Lo ha già fatto scippando una parte importante di fondi agricoli FEARS alla Sicilia; lo sta facendo con la ripartizione dei fondi Pnrr, ricorrendo all’imbroglio dei bandi che favoriscono oggettivamente il Nord e penalizzano scientificamente Sud e Sicilia; e proseguirà su questa strada con la truffa dell’Autonomia differenziata che verrà attuata dal Governo Draghi, drenando alle Regioni del Sud e alla Sicilia altri 70 miliardi di euro all’anno per dirottarli al Nord. Il tutto con l’avallo dell’informazione che, tranne casi rari, tace su queste porcate.

Foto tratta Il Bo Live – Unipd 

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