Le strade siciliane (e italiane) che cadono a pezzi. E se fosse una strategia per distruggere l’economia?

7 dicembre 2021
  • Le strade, ha insegnato Roma al mondo, sono lo strumento necessario allo sviluppo della civiltà. Nessuno sviluppo è possibile senza un buon sistema viario. E nessuna difesa, in caso di conflitto

di Ciro Lomonte

Chi è che potrebbe essere interessato alla distruzione della viabilità siciliana?

Far parlare i fatti, interpretandoli, rivela molte cose sia in politica che nello studio delle società. Prendiamo le Madonie. Feudo elettorale della Democrazia Cristiana, con una buona presenza di PCI e PSI, le cittadine delle Madonie hanno conosciuto un sostenuto sviluppo economico e sociale fino al 1992, anno del crollo della I Repubblica, quella dei Partiti di massa. Da allora, distrutti PSI e DC per via “giudiziaria”, il PCI divenuto 3 o 4 diversi Partiti, controlla ogni aspetto della vita politica e amministrativa madonita. Incluse le tante società pubbliche fondate proprio dal 1993 ad oggi. Perché allora le strade delle Madonie sono oggi letteralmente distrutte, rendendo impossibile qualsiasi sviluppo economico anche solo basato su turismo e gastronomia come gli ex PCI pensano debba limitarsi lo sviluppo italiano e siciliano? Possiamo davvero credere che “ci siano i soldi ma manchino i progetti”? Suvvia. Basterebbe indire la gara inserendo la progettazione fra le voci di spesa messe e gara. Un ingegnere neolaureato con 2 anni di esperienza è in grado di progettare il rifacimento di una strada provinciale o interpoderale senza problemi. È possibile che questi cosiddetti “Partiti” senza più militanti, e senza sedi, abbiano ricevuto l’ordine di far collassare la viabilità interna, in Sicilia come in tutta Italia? Le strade, ha insegnato Roma al mondo, sono lo strumento necessario allo sviluppo della civiltà. Nessuno sviluppo è possibile senza un buon sistema viario. E nessuna difesa, in caso di conflitto. È possibile che forze straniere ostili allo sviluppo di Sicilia e Italia abbiano voluto, insieme ai tanti mali della cosiddetta II Repubblica, anche il collasso delle strade italiane e siciliane? I fatti parlano chiaro.

Foto tratta da Eco di Sicilia

 

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