Semine del grano in Sicilia difficili tra piogge, strade provinciali e strade interpoderali non percorribili/ MATTINALE 503

6 dicembre 2021
  • Gli agricoltori siciliani hanno ragione a lamentare non soltanto le piogge incessanti, ma anche la viabilità interna disastrosa. Ma la proposta di Mario Pagliaro – provare a seminare il grano anche con i terreni bagnati – è un consiglio dettato dai cambiamenti climatici in atto: ed è un consiglio corretto. Semmai gli agricoltori siciliani dovrebbero chiedere conto e regionale alla politica – nazionale e regionale – del pessimo stato di tante strade provinciali e delle strade interpoderali    
  • Sappiamo benissimo che seminare il grano con i terreni bagnati è tecnicamente difficile ed economicamente rischioso. Ma l’alternativa qual è? Non seminare con il prezzo del grano che, nel mercato internazionale, continua a crescere?
  • La denuncia di Santo Bono su Comune di Monreale che chiede l’ICI su fondi agricoli ormai irraggiungibili a causa delle strade abbandonate  
  • Sui mercati internazionali – e quindi anche sul mercato internazionale del grano – pesa l’ombra della variante Omicron 
  • Nonostante i problemi la scorsa settimana i mercati non sono andati male. I mercati dei cereali nella settimana che si apre oggi potrebbero tornare a ‘volare’ se il colosso cinese deciderà di lanciare una campagna di acquisti  

Gli agricoltori siciliani hanno ragione a lamentare non soltanto le piogge incessanti, ma anche la viabilità interna disastrosa. Ma la proposta di Mario Pagliaro – provare a seminare il grano anche con i terreni bagnati – è un consiglio dettato dai cambiamenti climatici in atto. Semmai gli agricoltori dovrebbero chiedere conto e regionale alla politica – nazionale e regionale – del pessimo stato di tante strade provinciali e delle strade interpoderali    

Ci troviamo quasi costretti ad intervenire per l’ennesima volta, visto che continuiamo a registrare commenti negativi degli agricoltori siciliani in merito alla proposta lanciata da Mario Pagliaro, chimico del Cnr e appassionato di climatologia e agricoltura, di seminare il grano in Sicilia anche con i terreni bagnati dalle continue piogge. Le repliche di tanti agricoltori sono correttissime. la considerazioni di tanti agricoltori della nostra Isola sono di buon senso. Molti di loro cci hanno fatto notare che tante strade provinciali e interpoderali, senza pioggia, si percorrono già a fatica perché sono state abbandonate, mentre con la pioggia sono impraticabili. Il risultato è che, in molti casi, anche a voler provare a seminare il grano, è praticamente impossibile raggiungere i terreni agricoli. Analisi assolutamente giusta. Va precisato, però, che l’invito a seminare anche con i terreni bagnati – cosa che sta avvenendo in alcune aree di Gela, come abbiamo documentato ieri – non è un capriccio, ma un’esigenza dettata dai cambiamenti climatici in atto nel mondo. In Canada, quest’anno, hanno dovuto fronteggiare un Inverno con temperature vicine a – 50 gradi centigradi e un’Estate siccitosa con temperature vicine a + 50 gradi centigradi. Risultato: un calo della produzione di grano del 50% circa. Dopo di che – e siamo ai giorni nostri – sono arrivate le alluvioni di Novembre che hanno bloccato i mezzi di trasporto. Risultato: per oltre una settimana è stato impossibile trasportare il grano dalle aree interne del Paese ai porti. Problemi con le piogge si segnalano anche in Australia, dove il raccolto era andato bene, ma dove si temono effetti negativi per l’acqua he arriva dal cielo.

Sappiamo benissimo che seminare il grano con i terreni bagnati è tecnicamente difficile ed economicamente rischioso. Ma l’alternativa qual è? Non seminare con il prezzo del grano che, nel mercato internazionale, continua a crescere?

Cosa stiamo cercando di dire? Che se in Sicilia dalla seconda metà di Settembre ad oggi, a distanza di pochi giorni luna dall’altra, si susseguono piogge che, fino ad ora, nelle aree interne della nostra Isola, hanno impedito di seminare il grano. Da tre giorni, dopo una pausa di meno di una settimana, è tornata l’acqua dal cielo. Se il clima piovoso non dà ai terreni il tempo di asciugarsi che si fa? Non si semina il grano? E’ una scelta anche questa. Per il 2022 niente grano in Sicilia. In alternativa non rimane che provare a seminare. Pur con tutte le difficoltà tecniche che ciò comporta. Il senso della proposta di Mario Pagliaro è proprio questo: anche se ci sono difficoltà tecnico-agronomiche, che nessuno nega, vale comunque la pena di provare, anche perché il prezzo del grano, a livello mondiale, continua a crescere, come abbiamo raccontato nei giorni scorsi e come proveremo a riassumere nel seguito di questo articolo. Lo sappiamo: molti agricoltori siciliani non hanno i soldi per pagare le sementi: sementi che, di solito – così si usa fare in tante aree della Sicilia – vengono anticipate dai commercianti. E siccome, quest’anno, il prezzo delle sementi è sensibilmente aumentato, bisogna pensarci due volte prima di rischiare con la semina, perché sono costi da sostenere e sono costi quasi raddoppiati. Per non parlare del costo dei fertilizzanti, he è raddoppiato. D’accordo: ma l’alternativa qual è? Non seminare?

La denuncia di Santo Bono su Comune di Monreale che chiede l’ICI su fondi agricoli ormai irraggiungibili a causa delle strade abbandonate  

Gli agricoltori hanno ragione a denunciare lo stato di abbandono di molte strade provinciali e di tante strade interpoderali. Il nostro amico Santo Bono, nei giorni scorsi, ha pubblicato la fotografia di una strada che è costretto a percorrere per arrivare nella sua azienda agricola che è un disastro. “Il Comune di Monreale – scrive su Facebook Santo Bono – vuole pagata IMU su i miei terreni agricoli; cosa mi consigliate? Allego la fotografia della strada che devo percorrere per raggiungere uno dei fondi ricadenti nel predetto Comune”. Questo è uno dei tantissimi casi di strade interpoderali abbandonate. Dov’è la Regione siciliana? Dov’è il Governo regionale? Dov’è l’assessorato regionale all’Agricoltura? Da quattro anni questo assessorato è un ‘feudo’ dell’onorevole Gianfranco Miccichè, presidente dell’Assemblea regionale siciliana e coordinatore di Forza Italia in Sicilia. Tutt’ora questo assessorato è gestito da un politico messi lì dal gruppo politico che fa capo a Miccichè: si tratta dell’attuale assessore Tony Scilla. Cari agricoltori siciliani, oltre a ironizzare su chi vi propone una soluzione – sicuramente difficile, perché seminare il grano nei terreni bagnati è difficile ed economicamente rischioso a giudicare dal prezzo in rialzo delle sementi – perché non chiedete all’onorevole Gianfranco Miccichè conto e ragione di quello che hanno fatto lui e il suo gruppo in quattro anni di controllo ‘militare’ dell’assessorato regionale all’Agricoltura? Perché non gli chiedete conto e ragione dello stato di abbandono di tantissime strade interpoderali della Sicilia? Quanto alle strade provinciali, il Governo nazionale di Matteo Renzi ha tagliato i fondi alle ex Province siciliane che non sono più in grado di occuparsi della manutenzione di tali strade. tagli confermati dal Governo Gentiloni, dai due Governi di Giuseppe Conte e dall’attuale Governo di Maio Draghi. In più il Ministro grillino e nordista, Stefano Patuanelli, ha trovato del tutto normale scippare al Sud e alla Sicilia una parte importante delle risorse FEASR (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale) e di stravolgere la ripartizione del Secondo Pilastro della PAC (Politica Agricola Europea) che renderà ordinario tale scippo. Il tutto con l’avallo dei parlamentari nazionali del Movimento 5 Stelle eletti in Sicilia e con l’avallo dei parlamentari regionali grillini. Egregi agricoltori siciliani: dove pensate di arrivare tenendovi Forza Italia di Miccichè e i grillini?

Sui mercati internazionali – e quindi anche sul mercato internazionale del grano – pesa l’ombra della variante Omicron 

Diamo ora un’occhiata all’andamento del mercato del grano mondiale, riprendendo alcune notizie a alcune considerazioni di Sandro Puglisi. La prima notizia è che le cose sarebbero andate meglio senza l’arrivo della variante Omcron che desta grande preoccupazione n tutti i mercati internazionali, compresi i mercati dei cereali. la scorsa settimana  i mercati agricoli statunitensi hanno finalmente mostrato una certa ripresa, frenata un po’, scrive Puglisi, dalla citata variante Omicron. Ed è anche logico, visto che negli Stati Uniti d’Americ  la pandemia impazza. Cosa che avviene pure nell’Unione europea, anche se non manca qualche eccezione (per esempio la Svezia). Puglisi, la scorsa settimana, segnalava aumenti del prezzo del mais, dei semi di soia, un lieve aumento del prezzo del grano nel mercato di Chicago, una lieve riduzione del prezzo del frumento del Kansas, una crescita del prezzo del grano di Minneapolis. Insomma, la preoccupazione c’è, ma a parte i prezzi globali del petrolio, che Giovedì scorso hanno perso più di 10 dollari al barile causa notizie Omicron, il resto dell’economia statunitense, la scorsa settimana, on è andata male: indici azionari in rialzo, occupazione in aumento, indice manifatturiero ISM di Novembre è salito di +0,3 a 61,1, appena al di sotto delle aspettative di 61,2. E poi c’è la forte domanda di etanolo che tiene su il mercato del mais. Bene anche il grano Euronext che ha chiuso la scorsa settimana in rialzo in un mercato che, scrive Puglisi, resta “comunque ancora molto nervoso”.

Nonostante i problemi la scorsa settimana i mercati non sono andati male. I mercati dei cereali nella settimana che si apre oggi potrebbero tornare a ‘volare’ se il colosso cinese deciderà di lanciare una campagna di acquisti  

E la settimana che si apre? E’ probabile che l’arrivo massiccio di frumento da foraggio, orzo e colza australiana potrà pesare sui mercati e sui prezzi. Insomma, un aumento dell’offerta, se non accompagnata da una domanda altrettanto forte, potrebbe deprimere un po’ i prezzi di tali prodotti. E, in effetti, la domanda potrebbe arrivare dalla Cina. Se il colosso cinese da un miliardo e 400 mila abitanti si muove nel mercato acquistando questo o quel prodotto agricolo, è chiaro che i prezzi schizzeranno all’insù (si parla, ad esempio, di acquisto, da parte della Cina, di orzo da foraggio francese). L’Ucraina conferma il trend positivo: grandi quantitativi di grano esportato in mezzo mondo (a proposito: in Italia sta arrivando grano ucraino?) con un raccolto di frumento e mais da record. Il Ministero dell’Agricoltura russo ha comunicato che sono stati raccolti 126,3 milioni di tonnellate di grano a partire dal 1° Dicembre. E a proposito di semine, leggiamo sempre nell’articolo di Sandro Puglisi, “gli agricoltori russi hanno già seminato cereali invernali per il raccolto del prossimo anno su 18,4 milioni di ettari rispetto ai 19,3 milioni di ettari del 1° Dicembre 2020. Nel mondo la domanda di grano resta sostenuta. “L’agenzia statale tunisina – leggiamo su SWB – per i cereali ODC ha indetto due gare internazionali per l’acquisto di grano tenero e grano duro. In particolare, per quanto riguarda il grano tenero, la Tunisia ricerca carichi di circa 25.000 tonnellate per un volume potenziale fino a 175.000 tonnellate. La spedizione viene richiesta in periodi diversi tra il 1 Gennaio e il 25 Marzo. Per quanto riguarda il grano duro, si cercano carichi di 25.000 eo 17.000 tonnellate. Il volume potrebbe arrivare fino a circa 92.000 tonnellate. La spedizione è per l’1-25 gennaio. La SAGO dell’Arabia Saudita cerca 535.000 tonnellate di grano… per l’arrivo Maggio-Luglio 2022. Il Giappone ha indetto due gare periodiche per l’acquisto di 50.000 tonnellate di grano alimentare dagli Stati Uniti, che si chiudono. Il grano è per la spedizione a Marzo”.

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