- Questi articoli sugli scenari dell’economia europea prossima ventura sono stati pubblicati alla fine di Agosto (primi blocco) e il 9 Ottobre (secondo blocco)
- La Polonia sempre più autonoma e le future rivendicazioni territoriali
di Ciro Lomonte
Questo articolo sugli scenari dell’economia europea prossima ventura
A determinare l’ormai prossima #insolvenza italiana sul #debito pubblico sarà l’ormai imminente rialzo dei #tassi con cui apparentemente si cercherà di frenare l’inflazione, già fuori controllo. Quando in realtà l’obiettivo è mettere fine ad #euro e finta “Unione” europea occidentale. Basta guardare al prezzo dell’acciaio. Trascinato dall’aumento della domanda dovuto alla eccezionale ed ininterrotta creazione di #dollari ed euro resi disponibili direttamente sul conto corrente di tutte le famiglie americane, oppure come “reddito di cittadinanza” alle famiglie italiane ovvero sotto forma di stimoli fiscali come il bonus 110% italiano per le ristrutturazioni edilizie per ridurre i consumi energetici degli edifici, il prezzo dell’acciaio è al #record storico ovunque nel mondo. Specie nei Paesi dove la #produzione è ormai largamente insufficiente a coprire la domanda, come la totalità dei Paesi europei e il Nord America. Dalle #lavatrici alle #auto, dalle costruzioni alle navi, l’acciaio è letteralmente ubiquo nel sistema industriale. Il #prezzo in Europa occidentale è #raddoppiato in un anno (+100%). Ed è #aumentato di 4 volte (+400%) in Nord America. In queste condizioni, è impossibile continuare ad occultare l’aumento dell’inflazione come avviene da mesi in tutti i Paesi comunitari, i cui governi sono ormai organi #passivi degli ordini esecutivi provenienti dalla #Bundesbank di #Francoforte detta “Bce”. Fra settembre e ottobre, i #listini dei prezzi di tutti i beni materiali subiranno ritocchi del 20-30% in tutta Europa. La Bundesbank proverà a resistere fino all’ultimo, cercando di non alzare il tasso di sconto. Ma non potrà evitarlo quando l’equivalente banca centrale di oltreoceano, lo farà con la valuta globale emersa dalla #vittoria nella Seconda guerra mondiale. A quel punto, l’Italia dichiarerà l’insolvenza sul suo debito pubblico. Il giorno dopo, sarà finita la vicenda del #marco imposto come moneta unica ai fragili Paesi europei.
La Polonia sempre più autonoma e le future rivendicazioni territoriali
L’uscita de facto della #Polonia da ciò che resta della cosiddetta “Unione europea” apre le porte alla #dissoluzione rapida di questo #esperimento politico e sociale. Che si concretizzerà nei prossimi mesi con l’inflazione al 25% che a sua volta porterà all’uscita della #Germania opportunamente paralizzata da un voto che, guarda il caso come avvenne nella #periferica #Palermo con i risultati pubblicati sul sito pochi giorni prima del voto, è risultato identico a quello anticipato dalla TV pubblica con le cifre riportate in sovraimpressione sullo schermo durante una trasmissione delle tante che #imboniscono (“intrattengono”) le masse. I venti di #guerra soffiano ormai chiaramente. Minacciata dall’Ucraina, l’Ungheria ha subito organizzato #manovre #militari delle sue forze di élite al #confine. La #Francia si è già annessa in via unilaterale una parte italiana del #Monte #Bianco, e una larga porzione di mare antistante Corsica e Sardegna. Un politico francese in TV, dove nulla accade casualmente, ha dichiarato che Val d’Aosta, #Piemonte e #Lombardia sono francesi. Il candidato #Zemmour, costruito con un compito come Salvini in Italia, si appresta a consegnare la Francia alla silente Le Pen.
L’Italia non ha più le divisioni alpine. Il suo #esercito è ridotto a poco più di 100mila uomini, tutti militari di professione. Ad oltre 20 anni dall’abolizione della #leva, i #giovani italiani non conoscono né le #armi, né la #disciplina. Eppure è facile prevedere che, al #collasso dell’euro e della #finta #Ue, immediatamente partiranno le #rivendicazioni territoriali. Nel silenzio generale, pochi mesi fa l’Austria ha concesso il #passaporto ai #sudtirolesi, ovvero agli abitanti dell’Alto Adige. Devastata dai 30 anni della #seconda #Repubblica, la Repubblica Italiana arriva a questa fase critica della storia europea in condizioni disastrose. Deindustrializzata e priva ormai di tutte le #industrie strategiche (auto, chimica, elettronica, acciaio ed aeronautica), con una #valuta #straniera su cui non ha alcun controllo, nemmeno sul suo #collasso, e senza più nemmeno la #compagnia #aerea. Le sue decadenti classi dirigenti hanno letteralmente consumato e #distrutto tutto ciò che gli era stato lasciato in eredità: autostrade, industrie, bilanci comunali, strade statali e provinciali, banche, aziende municipalizzate, ospedali, scuole, impianti sportivi, porti e linee ferrate. In queste condizioni, il #conflitto che ormai si intravede chiaramente porterà facilmente alla liberazione politica della #Sicilia e di ciò che Italia non è.
Foto tratta da Investire Oggi
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