- La dichiarazione di dissesto creerebbe seri problemi elettorali al centrosinistra cittadino
- Il commissariamento del Comune di Palermo si proietterebbe negativamente – sempre per il centrosinistra – anche sulle elezioni regionali del prossimo anno
- Quattro anni fa il rating del Comune di Palermo era catalogato in E, ovvero rischio default. Come ha fatto a resistere fino ad oggi?
La dichiarazione di dissesto creerebbe seri problemi elettorali al centrosinistra cittadino
Con molta probabilità, la battaglia politica siciliana, nelle prossime settimane, sarà concentrata sul Comune di Palermo. Dove l’attuale compagine di centrosinistra dovrà provare ad impedire, costi quel che costi, la dichiarazione di dissesto finanziario e, soprattutto, il commissariamento del Comune del capoluogo dell’Isola. La dichiarazione di dissesto provocherebbe un terremoto economico che avrebbe effetti devastanti per il centrosinistra cittadino, perché comporterebbe un aggravio per le tasche dei palermitani. Ricordiamo che nella Prima Repubblica e nella Seconda Repubblica prima dell’avvento dell’euro, quando un Comune andava in dissesto, i ‘buchi’ finanziari li pagava per l’80%-90% lo Stato, mentre sui cittadini pesava solo un lieve aumento di tasse e imposte comunali. Con l’avvento dell’Europa dell’euro non è più così, perché il dissesto finanziario di un Comune lo pagano per intero i cittadini. I quali, in realtà, nella stragrande maggioranza dei casi, non lo sanno. Saranno i cittadini di Palermo a pagare i conti del dissesto finanziario. Ma un conto è che comincino a pagare dopo le prossime elezioni comunali – previste per la Primavera del prossimo anno – mentre altra e ben diversa cosa è una dichiarazione di dissesto odierna, che costringerebbe i cittadini di Palermo a pagare tasse e imposte maggiorate a partire dai prossimi mesi. Va da sé che, se tale eventualità si materializzerà, il centrosinistra di Palermo perderebbe una valanga di consensi. Questo spiega la strenua difesa dell’attuale amministrazione comunale di centrosinistra contro la dichiarazione di dissesto.
Il commissariamento del Comune di Palermo si proietterebbe negativamente – sempre per il centrosinistra – anche sulle elezioni regionali del prossimo anno
C’è una seconda prospettiva, che si potrebbe materializzare a prescindere dalla dichiarazione di dissesto del Comune di Palermo, o che potrebbe accompagnare la stessa dichiarazione di dissesto: il commissariamento, che in Sicilia è di competenza dell’amministrazione regionale. L’eventuale commissariamento presenta diverse sfaccettature. C’è il commissariamento del Comune in senso generale: i commissari che si sostituiscono al sindaco ed, eventualmente, al Consiglio comunale; ma c’è anche un altro tipo di commissariamento: il commissariamento dei conti del Comune. Ed è, con molta probabilità, quello che potrebbe succedere al Comune di Palermo. Contro il commissariamento dei conti del Comune il centrosinistra dovrebbe alzare le barricate, anche se fino a un certo punto: perché se l’ispezione avviata dalla Regione al Comune dovesse accertare irregolarità nella gestione del Bilancio, ebbene, il Comune avrà poco da obiettare. E che ci siano irregolarità ormai è nelle cose, se è vero che sui conti del Comune di Palermo indaga la Magistratura su segnalazione della Corte dei Conti. Insomma: in questo momento ci sono tre soggetti che hanno i ‘fari’ puntati sul Bilancio del Comune di Palermo: la Magistratura, la Corte dei Conti (forse con qualche ritardo, in verità) e l’amministrazione regionale. E’ interessante notare un passaggio nel comunicato della Regione siciliana di qualche giorno fa, a proposito dell’ispezione: “Ispezione della Regione al Comune di Palermo. L’accertamento, disposto dagli assessorati delle Autonomie locali e dell’Economia, su richiesta proveniente da organismi istituzionali…”. E’ evidente che “organismi istituzionali” hanno sollecitato l’ispezione della Regione. Va da sé il commissariamento del Comune di Palermo o il commissariamento dei conti del Comune di Palermo farebbe venire fuori notizie non esattamente esaltanti, che avrebbero effetti devastanti per le elezioni comunali del capoluogo dell’Isola e per le elezioni regionali siciliane, due appuntamenti elettorali previsti per il prossimo anno. In ogni caso, prescindere dagli effetti politici, un commissariamento del Comune di Palermo per almeno un anno sarebbe la soluzione più razionale.
Quattro anni fa il rating del Comune di Palermo era catalogato in E, ovvero rischio default. Come ha fatto a resistere fino ad oggi?
Il senso di questo MATTINALE non sta soltanto nelle polemiche alle quali assisteremo nei prossimi giorni, ma anche nel fatto che lo scenario del Comune di Palermo in quasi-default è stato previsto già nel 2017. allora si parlava già di “rischio default” per il Comune di Palermo. Ne scriveva Il Sole 24 Ore e lo segnalavano alcuni report. Rileggiamo alcuni passaggi di un nostro articolo di quattro anni addietro. “Nei giorni scorsi è venuta fuori la notizia – pubblicata dal quotidiano Il Sole 24 Ore – che il Comune di Palermo sarebbe a rischio default. Informazione che abbiamo cercato di approfondire. Abbiamo così consultato una serie di documenti e anche alcuni dati un report sulla situazione economica del Comune di Palermo che arriva al dicembre del 2015… va precisato che la situazione difficile del Comune di Palermo è in parte dovuta alle spese eccessive di alcune società partecipate e, in parte, frutto dei tagli operati dallo Stato e dalla Regione. Per cioè che riguarda la Sicilia possiamo affermare che, dal 2003 ad oggi, è la Regione che ha subito, in assoluto, più tagli da parte dello Stato… a Palermo assistiamo a una situazione per certi versi paradossale: è aumentata la pressione fiscale a carico di cittadini e imprese, ma ciò nonostante il Comune si ritrova con un ‘Rating complessivo di salute finanziaria’ catalogato in E, che significa a rischio default… Per la cronaca, il sistema di Rating finanziario è articolato su 11 classi di merito complessive: A è classe di merito più elevata; seguono B1, B2, C1, C2, C3, C4, C5, D1, D2, E: quest’ultima è classe di merito più bassa e indica il rischio default. Il Comune di Palermo, con riferimento al 2015, si trova in E come giudizio complessivo, mentre per la “Propensione al sociale” si trova in D2″. Come si può notare, la situazione finanziaria del Comune di Palermo era già grave quattro anni fa. Come ha fatto ad andare avanti fino ad oggi? (qui per esteso il nostro articolo del Febbraio 2017).
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