Una dichiarazione, piuttosto ‘pesante, del segretario generale del Sifus, Maurizio Grosso, getta un’ombra di luce sinistra su una vicenda che, nelle scorse settimane, è stata al centro di una rovente polemica politica. E’ la storia dei 31 progetti per il rinnovo delle reti irrigue siciliane ‘bocciati’ dal Ministero delle Politiche agricole. Già Ernesto Abate, segretario regionale del Sifus Confali Consorzi di Bonifica, ha parlato senza mezzi termini di responsabilità della Regione dei vertici del Consorzi di Bonifica siciliani. Ora Grosso lascia trasparire un disegno politico-clientelare giocato sulla pelle degli agricoltori della nostra Isola: “In Sicilia – segretario generale del Sifus che, lo ricordiamo, è il sindacato che si batte veramente per la stabilizzazione degi operai della Forestale siciliana – prima si registrano gli incendi più significativi di ogni regione d’Italia che devastano boschi e territorio e poi si fa finta di porre rimedio. Sempre in Sicilia, prima – in seguito alla tropicizzazione del clima – si viene investiti da eventi meteo che determinano danni e lutti e poi si prova a porre rimedio. Sempre in Sicilia, prima i progettisti dei Consorzi di Bonifica, sotto l’occhio vigile dell’assessore all’agricoltura Scilla (Tony Scilla, assessore regionale all’Agricoltura ndr) si fanno bocciare il finanziamento di 31 progetti su 31 per l’ammodernamento delle reti irrigue e dopo si delibera un bando per assumere a termine una manciata di progettisti”.
“Perché si punta a creare nuovo precariato? – prosegue Maurizio Grosso -. Perché il bando che ricerca i professionisti-progettisti all’altezza di concorrere alla sfida dei finanziamenti del Pnrr non è stato deliberato in tempi utili e quindi prima che si perdessero i finanziamenti medesimi? Chi risarcirà i fondi persi per l’agricoltura siciliana? Perché non si utilizzano i laureati ed abilitati interni che appartengono anche alle fasce basse del comparto non dirigenziale dove la Regione dispone di circa 2000 unità come rivendica da tempo il sindacato CRAB?”. Quindi l’affondo contro il Governo regionale di Nello Musumeci: “E’ evidente che, in Sicilia, il Governo Musumeci agisce in ogni settore con la stessa approssimazione che ha caratterizzato i passati Governi e pertanto non è in grado di programmare interventi capaci o di dare risposte concrete alle comunità”. Aggiungiamo noi una nota: se la tesi ventilata dal Sifus dovesse rispondere al vero dovrebbero intervenire subito gli agricoltori siciliani i cui interessi sarebbero stati sacrificati per un’operazione clientelare-elettorale. Non solo. Il nostro dubbio è che l’operazione precari-progettisti sia di natura consociativa, ovvero concordata con le opposizioni, se non altro perché su questa nuova ‘infornata’ di precari non abbiamo letto proteste da parte di chi dovrebbe opporsi all’attuale Governo. Lo lo scenario è questo, lo Stato farebbe bene a mandare in default la Regione siciliana, perché di precariato che alimenta la spesa improduttiva distruggendo il futuro dei giovani siciliani che sono costretti ad emigrare non se ne può più!
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