Una nota dell’Associazione Comitati Civici di Palermo segnala che alcuni quartieri ella città sono al buio: “Segnaliamo che le vie Giuseppe Triolo di Sant’Anna, via Pigafetta, via Giacomo Alagna, zona Romagnolo, sono totalmente al buio, illuminate solo dalle luci dei condomini e degli esercizi commerciali. Si tratta di traverse di Via Messina Marine, di fronte ex bagni Virzi. Le lampade sui pali di pubblica illuminazione sono quasi tutte spente. In uno addirittura manca la plafoniera tolta dagli operai AMG gas per mettere in sicurezza l’impianto. In queste strade ci sono ingressi di palazzi e sono molto frequentate. Il buio assoluto aumenta il rischio di rapine ed incidenti”. Ci permettiamo di aggiungere che la luce manca in tanti quartieri di Palermo e non soltanto nelle zone segnalata dalla pur meritoria Associazione Comitati Civici di Palermo. Come ora proveremo a illustrare, il problema riguarda tantissimi Comuni; a Palermo la situazione è più grave perché il Comune si è incaponito a mantenere in piedi 15 Km di Tram che sono un enorme spreco di risorse finanziarie (oltre a creare problemi di inquinamento da elettro-smog). Il perché, oggi, tante città piccole e grandi sono al buio lo ha spiegato in modo chiaro Paolo Amenta, vice presidente dell’ANCI Sicilia, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani:
“La storia della fornitura di energia elettrica ai Comuni è incresciosa. E ho fatto più volte presente alla politica siciliana di intervenire a tutela dei cittadini. Lo scenario è il seguente. Già paghiamo l’energia elettrica maggiorata del 30%. Se un Comune non paga le bollette nei termini prestabiliti – e purtroppo succede spesso, perché i Comuni sono in molti casi in grande difficoltà – vengono trasferiti nel cosiddetto mercato di salvaguardia, con una maggiorazione dei costi del 40%. Se il Comune non paga il credito viene venduto alle società private di riscossione. Così cominciano le trattative, le sanzioni, gli interessi da far pagare agli ignari cittadini. Ti fanno una cortesia a non spegnere paesi e città. Ma bisogna pagare. E’ un sistema folle. Mentre a Roma discutono di ripartenza con il Recovery plan, nei territori Comuni vengono strozzati” (qui trovate per esteso l’intervista a Paolo Amenta dello scorso 28 Aprile). Dovrebbe essere il Parlamento siciliano a fare chiarezza su quello che sta succedendo nei Comuni per ciò che concerne la fornitura di energia elettrica. E’ sufficiente che un parlamentare di buona volontà presenti un’interrogazione al Governo – rivolta al presidente della Regione e all’assessore alle Autonomia locali – per sapere (e per far conoscere ai cittadini siciliani): quanti Comuni siciliani, in questo momento, sono stati trasferiti nel cosiddetto “mercato di salvaguardia”? Quanti Comuni siciliani sono indebitati con le “società private di riscossione”? Una volta fatta chiarezza si potrà fare luce – è proprio il caso di dirlo – sui Comuni siciliani lasciati al buio!
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